Dopo la sbornia europea, azzurri della montagna al



Tre titoli europei e una medaglia di bronzo in ambito continentale sono un viatico quanto mai importante sulla strada che porta verso la Coppa del Mondo di corsa in montagna, quest’anno ospitata in Turchia e dove gli azzurri metteranno a rischio la loro storica imbattibilità. La squadra italiana è in questi giorni in allenamento a Campo Dolcino per riannodare le fila dopo la “sbornia” di felicità della gara continentale: “Sentire suonare l’inno tre volte su quattro non è cosa da poco – esordisce il responsabile tecnico Raimondo Balicco – ma anche se potrà sembrare strano va secondo me sottolineata la medaglia di bronzo di Vittoria Salvini, perché serve a dare vitalità ulteriore al movimento femminile. Vittoria con la sua prestazione ha trascinato le compagne a un titolo davvero insperato. Non è che fra le donne la concorrenza sia superiore rispetto a quella maschile, siamo noi, inutile nascondercelo, a essere un pochino meno forti anche perché dobbiamo fare i conti con una base più risicata. Per questo ogni risultato assume grande valore”. - E fra gli uomini? - Gaiardo ha dato una grande conferma delle sue qualità. Era già stato campione continentale nel 2003, ma allora si correva su sola salita, qui il percorso era misto, quindi ha dimostrato notevole poliedricità. Inoltre abbiamo avuto il 5. posto di Abate che secondo me è un ottimo risultato. - Qualcuno però potrà storcere il naso ricordando il podio mondiale dello scorso anno… - Abate è del ’78, ancora molto giovane, e sappiamo bene che l’esperienza si costruisce pian piano. Ogni gara ha la sua storia, il suo percorso, poi non sempre si arriva all’appuntamento al massimo della forma. Abate ha corso con intelligenza: quando Gaiardo è partito non ha forzato per non aiutare gli altri, altrimenti un bronzo poteva anche prenderlo. Ha pensato al compagno e alla squadra. Va sottolineato poi il 13. posto di Alberto Mosca, un esordiente a livello assoluto, tornato in nazionale dopo aver gareggiato nella stessa prova da junior nove anni fa. E’ un primo segno di ricambio. - I Mondiali però saranno cosa ben diversa… - Sicuramente, avranno caratteristiche completamente differenti, percorsi di sola salita, molto più difficili per noi che siamo molto più forti nei tracciati misti, mentre in salita contiamo più su individualità che emergono, ma nel complesso siamo più deboli. Dal primo esame dei percorsi turchi abbiamo molta strada bianca in salita, poi avremo contro l’Eritrea che tornerà ai Mondiali ed è un pericolo assoluto per la vittoria di squadra. - In Turchia andrà la stessa formazione degli Europei o pensate a qualche innesto? - La squadra andrà integrata, e verrà fatta dopo le selezioni del Campionato Italiano che si chiude il 20 agosto, da lì usciranno le formazioni del Mondiale. Speriamo nel recupero di De Gasperi, finalmente guarito, che sta andando già bene avendo vinto un paio di gare nazionali. Speriamo che questo recupero lo porti a essere competitivo al punto di tornare la punta di squadra insieme a Gaiardo, poi speriamo nella ripresa di Chicco, che ha saltato gli Europei per una fascite acuta. Fra le donne speriamo di riavere con noi la Confortola che per scelta tecnica legata anche alla sua attività di sci di fondo fa solo gare di salita: sta preparandosi e speriamo di averla con noi. - Si sente il peso dell’imbattibilità? - Io lo sento ma cerco di non farlo sentire ai ragazzi. Stiamo lavorando senza farci eccessive illusioni, dico sempre che fino adesso c’è andata bene, abbiamo avuto anche fortuna, speriamo di continuare, ma se dovesse succedere di non farcela non è la fine del mondo: magari si parlerà di più di noi perché per la prima volta saremo stati battuti… Gabriele Gentili Nella foto: Marco Gaiardo in azione a Upice (foto Eaa)

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