Dopo cross e strada, Vincenti punta agli Europei



Protagonista nel cross (secondo a Cossato), protagonista su strada (primo alla Corsa di Miguel) e si spera protagonista nelle indoor. La stagione invernale di Salvatore Vincenti è ricca quanto quella di nessun altro, alla faccia dei suoi 32 anni: “Altolà a chi dice che sono vecchio! Non mi sono mai sentito tanto forte e voglioso come in questo periodo. Il mio primo obiettivo sono le gare indoor, già da domenica prossima tenterò a Vienna di ottenere il minimo per gli Europei sui 1500 o sui 3000. Ho visto che sono ambedue ampiamente alla mia portata. Penso poi di essere in Nazionale a Glasgow, dove si avrà già una prima immagine di quello che portò nel caso fare agli Europei”. Il portacolori delle Fiamme Gialle ha Madrid nel mirino con un’idea precisa, anche se la tiene nascosta: “Diciamo che, 1500 o 3000, penso di valere la finale, poi si vedrà. Credo che la distanza più lunga sia maggiormente adatta ai miei mezzi, ma quel che conta è la situazione tecnica del momento. Vengo da un inverno molto proficuo, nel quale ho lavorato bene sul piano della resistenza. Ora si tratta di spostare l’obiettivo sulla velocità, anche in funzione dell’estate”. Indoor, certo, ma non solo. La duttilità di Vincenti allarga l’orizzonte delle sue possibilità: “La strada mi è servita come lavoro utile per le prove invernali. Nelle gare fino a 10 km mi trovo a mio agio proprio perché coniugo fondo e velocità, inoltre ho la possibilità di guadagnare qualcosa il che non guasta. Poi insieme alle indoor garantirò alla mia società l’impegno nei Societari di cross, nella distanza del corto, e se andrò bene non mi tirerò indietro per i Mondiali”. E per l’estate? “Vorrei gareggiare di più all’estero, perché da noi sono sempre gare tattiche. Si parla di Vincenti sempre come di un corridore che va piano ma che è forte in volata. Voglio uscire da questo stereotipo, correre di più sul ritmo. Il fatto è che se stai bene, in Italia non puoi dimostrarlo, non rendi per quanto realmente vali perché le gare si riducono a un lento tran tran verso la volata finale. Invece voglio correre per fare i miei migliori tempi. Per l’estate penso di dedicarmi a qualche 5000, se riuscirò a sfruttare sia il bagaglio di resistenza che quello di velocità, puntando magari al minimo per i Mondiali. Conta avere una buona base sui 1500, 3:38 significa avere la velocità giusta che serve sui 5000”. Il nuovo Vincenti è figlio del cambio di allenatore attuato due anni fa e che dovrebbe ora, con l’aiuto del tecnico Bartoli, portare i migliori frutti: “Ho fatto un salto di qualità prima di tutto mentale: non mi spaventa più allenarmi a lungo, anzi. I carichi di lavoro sono aumentati, ho più stimoli per correre forte, mi preparo con la massima serietà. Ci tengo a fare qualcosa d’importante anche per la mia società, le Fiamme Gialle, smentendo chi dice che dopo i trent’anni si è in calo, soprattutto corridori come me che hanno una base di velocità. La velocità allenandola come si conviene rimane sempre la stessa”. Gabriele Gentili Nella foto: Salvatore Vincenti (archivio Fidal)


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