Dibaba regina dei record in sala

20 Febbraio 2015

L'iridata etiope, sorella d'arte, ieri a Stoccolma ha aggiunto un altro brillante tassello alla sua collezione di primati mondiali indoor: 14:18.86 nei 5000 metri

di Giorgio Cimbrico

Nata in febbraio (il 9 di 24 anni fa), la bella Genzebe Dibaba offre il meglio nei giorni sparsi attorno alla scadenza del suo compleanno, più o meno come fa Usain Bolt d’estate. L’anno scorso: il 1°, 3’55”17, record del mondo dei 1500; il 6, 8’16”60, record del mondo dei 3000, il 15, 9’00”48, record del mondo delle due miglia, ormai corse assai di radio. Quest’anno: il 19, ieri, a Stoccolma,14’18”86, record del mondo dei 5000 (cinque secondi e mezzo meno della piccola e leggerissima Mesereth Defar), per completare la raccolta, rendere storica la collezione, diventare la terza di tutti i tempi sui cinque chilometri in un’ideale combinata indoor-outdoor. Due portano lo stesso cognome e sono nate nello stesso luogo, a Bekoji, sterminato altopiano etiopico. I tempi intermedi testimoniano una media di 2’52” tra il primo e il quarto chilometro e un ultimo tratto in 2’47”1.

L’inverno e le piste ridotte sono il regno di Dibaba III che, caso unico, all’aperto ha due secondi e mezzo in più sui 1500 (3’57”54), quasi dieci secondi sui 3000 (8’26”21) e giusto dieci spaccati sui 5000. Per assetto di corsa, per conformazione fisica? Può darsi. Gli etiopi e le etiopi non sono nuovi a impressionanti exploit al coperto: sufficiente pensare alle rare ma stordenti esibizioni di Gebre: 3’31”76 (2” più in basso che all’aria aperta), 7’26”15 (un secondo appena sopra alla sua miglior cifra outdoor) e 12’50”38.

Forte e vincente in campestre sin dalla più tenera età, Genzebe ha per il momento raccolto le sue corone mondiali su anelli da 200 metri, prima a Istanbul, poi a Sopot. Altra domanda: che si concentri troppo sulla stagione che ama e che arrivi un po’ fiacca all’aria aperta? E’ un fatto che l’anno scorso, dopo quel febbraio trionfale (che deve averle reso anche bei soldini), sia finita solo sesta nel 3000 di Doha che hanno scandito la lista di stagione e che non figuri meglio che dodicesima nei 1500, dove qualche volta le ha prese, e piuttosto seccamente.

Il vertice è suo nei 5000, la distanza che è una sorta di feudo di famiglia: dal 2008 Tirunesh guida con il 14’11”15 firmato sulla pista nobile del Bislett e in quel periodo aveva preso campo la chance che l’aggraziata killer che ha raccolto tre titoli olimpici e cinque mondiali su 5000 e 10000 potesse diventare la prima donna in grado di scendere sotto la muraglia dei 14’ che, per fortuna, non finì nelle mire del Reparto Rosso Femminile di Ma Yuren. Ora l’ambizione può essere trasmessa alla più piccola delle ragazze (cugine prime di Derartu Tulu), non fosse per quel dubbio legato alla sua “stagionalità”, al suo amore per la pista piccola su cui deve correre il doppio delle curve. Ma lei sa affrontarle con limpida disinvoltura.



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