Coppe dei 10000 metri, vince soprattutto il caldo



Il bel sole di primavera, con i 24 gradi conseguenti, ha condizionato lo svolgimento dell’undicesima edizione della Coppa Europa dei 10000 metri, andata in scena oggi pomeriggio al campo scuola di Ferrara. Le due gare in programma non hanno fornito risultati eclatanti, malgrado fossero presenti - soprattutto in campo femminile - protagonisti di livello assoluto. Ad imporsi sono stati la turca Elvan Abeylegesse, con il tempo di 31:25.15, ed il tedesco Andre Pollmaecher, in 28:17.17, performances che danno la misura delle difficoltà incontrate in corsa dagli atleti. Il film della gara donne si apre con una mezza sorpresa. La Abeylegesse, contrariamente alle previsioni generali, sceglie di partire tranquilla, seguendo il treno della "lepre", la tanzaniana Zakia Mrisho (9:20.18 ai 3000 metri). Con lei, le favorite della vigilia: la tedesca Mockenhaupt, la britannica Pavey, e l’ucraina Holovchenko (quest’ultima destinata a sganciarsi nei deu chilometri successivi). Dietro, tutte le altre, con Renate Rungger, unica tra le azzurre a scegliere il gruppo intermedio di corsa. A metà corsa, il passaggio è di in 15:39.93, con il solito quartetto – guidato dalla tanzaniana – a inanellare giro su giro; quando la Mrisho, intorno ai 6000 metri, lascia la compagnia, è Mockenhaupt a incaricarsi di tenere costante il ritmo, seguita come un’ombra dalla Abeylegesse, mentre la britannica Pavey comincia ad accusare un primo cedimento, perdendo una ventina di metri nel corso di due giri. Improvviso, in testa, l’atteso lampo: ai 7500 metri Elvan Abeylegesse innesta il turbo e lascia praticamente sul posto la Mockenhaupt. La gara è decisa, visto che la Abeylegesse (25:11.06 agli 800 metri) acquista vantaggio e la Mockenhaupt, stremata, imbocca la via degli spogliatoi. Vittoria per la turca con un "normale" (ovviamente per lei) 31:25.15, mentre dietro la Pavey finisce per subire la rimonta dell’ucraina Holovchenko, più prudente nella gestione della gara, e seconda in 31:59.98; terzo posto per la belga Nathalie De Vos (32:07.62), con la Pavey quarta in 32:21.19. Fatna Maraoui, sesta (33:05.79), è la migliore delle azzurre, che finiscono seconde nella classifica a squadre dietro la Spagna (uniche due nazioni a ottenere il punteggio utile). Viste le premesse, la gara maschile, che segue quella donne nel programma, si svolge con gli atleti alla ricerca di ritmi sostenibili. L'avvio è del keniano Wilson Busienei (2:45, 5:33, 8:21), ma si capisce subito che non è aria. Dietro, non sembra ci sia molta voglia di scontrarsi con i 24 gradi di temperatura e il vento contrario e costante presente sul rettilineo d’arrivo. Mimmo Caliandro abbandona quasi subito la compagnia: dopo i tremila, comincia ad accumulare ritardo, palesando una certa sofferenza, e ben prima di metà imbocca la via degli spogliatoi. Ai 6000 il compito di fare da pacemaker finisce sulle spalle dell'austriaco Weidlinger, che prova in tutte le maniere a scrollarsi di dosso il tedesco Pollmaecher, unico rimasto sui suoi passi. Non c’è niente da fare, Pollmaecher resiste e attende gli ultimi 80 metri per piazzare il breve sprint vincente. Dietro, il bronzo va allo spagnolo Castillejo, mentre Meucci accende il bel pubblico ferrarese ingaggiando con il portoghese Silva un bel duello per il quinto posto, ma si vede che non proprio giornata: alla fine, quattro centesimi condannano l’azzurro. Una piccola rivalsa arriva dalla classifica a squadre, che vede l'Italia seconda, alle spalle della Spagna e davanti proprio ai portoghesi, per soli quattro secondi. Considerazioni finali per il folto pubblico presente nell'impianto ferrarese, e per il Comitato Organizzatore che ha svolto al meglio il proprio compito: nessuna sbavatura, ed una cornice davvero di livello per la manifestazione. Con risultati tecnici un pizzico più interessanti, si sarebe raggiunta la perfezione. Nella foto in alto, il vincitore della gara maschile, il tedesco Pollmaecher; in basso, la turca Abeylegesse, vincitrice della gara donne (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) Le interviste degli azzurri (a cura di Giovanni Esposito) Donne Fatna Maraoui “Sono davvero soddisfatta perché ho ottenuto il primato personale nonostante le condizioni climatiche non fossero ideali. Ho sofferto molto di testa ma sono riuscita a controllare la gara nel migliore dei modi. Voglio ringraziare il mio tecnico Andrea Bello per il sostegno che mi sta offrendo in quella che potrei definire la mia seconda carriera aiutata anche dall’esordio in maglia azzurra. Avevo provato quest’emozione agli europei di cross e l’ho rivissuta con entusiasmo a Ferrara”. Silvia Sommaggio “Ho cercato di rimanere con il gruppo delle spagnole fin dall’inizio perché sapevo che la lotta per la classifica a squadre era con le atlete iberiche ma il caldo ed il vento hanno condizionato molto la mia prestazione. Ho stretto i denti soprattutto gli ultimi tre chilometri quando il pubblico di Ferrara ha fatto la vera differenza: correre in Italia con la maglia azzurra è davvero un’emozione unica”. Renate Rungger “Soffro molto il caldo in primavera e l’avvio molto veloce mi ha condizionato non poco. La settimana scorsa nevicava ancora dalle parti mie e non ho saputo adattarmi alla situazione climatica molto difficile. Sono arrivata fino in fondo perché anch’io come le altre ragazze ci tenevo a salire sul podio ma gli ultimi chilometri sono stati molto duri”. Sara Dossena “Non potevo pretendere di più dopo l’infortunio che mi ha tenuto ferma tre settimane. Non è stata una gara facile perché caldo e vento ci hanno condizionato fin dal primo metro. Sono comunque contenta di aver gareggiato con la maglia azzurra”. Anna Incerti “Questa settimana ho sofferto per un dolore alla schiena che mi è venuto fuori durante la gara. Ho cercato di resistere ma ad un certo punto sono stata costretta a mollare. Mi dispiace perché ci tenevo molto a fare bene con la maglia azzurra”. Uomini Daniele Meucci “Ho avuto paura di seguire il gruppo di testa e così mi sono trovato a correre per oltre metà gara praticamente da solo. Poi vedendo che guadagnavo metri sugli avversari mi sono galvanizzato ma certo ho pagato quello stop di venti giorni dopo gli assoluti indoor di Ancona. Sono molto fiducioso per il futuro: se riuscirò ad allenarmi senza intoppi credo di poter fare davvero bene nella stagione estiva”. Gian Marco Buttazzo “Purtroppo ho smarrito le mie scarpe chiodate ed ho dovuto farmele prestare. Ho avuto dei problemi con gli appoggi fin dal primo metro ed alla fine le vesciche mi hanno impedito di spingere. Mi dispiace davvero perché avrei potuto fare molto meglio se non avessi avuto questo contrattempo che non ci voleva proprio”. Fabio Mascheroni “Ho sofferto la mancanza di gare in pista ad alto livello perché in realtà a causa dell’infortunio al piede mancavo da due anni nelle competizioni che contano sul tartan. Ho comunque apprezzato questa convocazione in nazionale che mi dà gli stimoli giusti per poter continuare la mia carriera agonistica”. Cosimo Caliandro “Dopo gli europei ho accumulato un po’ di stress con una serie di impegni che mi hanno impedito di allenarmi con tranquillità. Pensavo di stare bene ma di solito soffro i primi caldi e anche stavolta sono andato subito in crisi. Eppure gli ultimi due lavori mi avevano dato molta fiducia. Evidentemente ho bisogno di ricaricare le batterie. Ora è tempo di ripartire con calma: gareggerò nei 1500 nella prima parte della stagione per poi puntare ai 5000 metri”. Mattia Maccagnan “Ho sofferto dal primo metro per il caldo ed il vento che mi hanno mandato subito in crisi. Ho cercato di resistere ma purtroppo non ce l’ho fatta ed al sesto chilometro ho deciso di ritirarmi”. File allegati:
- La classifdica individuale donne /Results - Women
- La classifdica individuale uomini / Results - Men



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