Chorzow, Tamberi super: 2,30 e vittoria

05 Settembre 2021

Il campione olimpico di Tokyo si impone in Polonia. Successo anche per Elena Vallortigara con 1,96. Terzo e quarto posto per Filippo Tortu (20.40) ed Eseosa Desalu (20.52) nei 200 metri. Nuovo PB per Riva nei 3000m
Doppia vittoria azzurra nel meeting di Chorzow (Polonia). Vincono le rispettive gare di salto in alto Gianmarco Tamberi (2,30) ed Elena Vallortigara (1,96). Il campione olimpico di Tokyo inanella una serie senza errori fino a 2,27, e poi supera l'asticella a 2,30 (con ampio margine) al terzo dei tentativi a disposizione. Poi, un tentativo a 2,34 e due a 2,36. Per la Vallortigara percorso netto fino a 1,91, prima di superare l'194 alla terza prova e l'1,96 alla prima. Buon 200 metri per Filippo Tortu ed Eseosa Desalu: i due azzurri, componenti della staffetta 4x100 metri oro olimpico ai Giochi di Tokyo, chiudono rispettivamente al terzo e quarto posto (tempi di 20.40 e 20.52, vento +0.2), in scia all'oro a cinque cerchi della specialità, il canadese Andre De Grasse (20.21). Pietro Riva si migliora ancora nei 3000 metri (7:45.52, decimo crono all-time in Italia), Sara Fantini è quinta nel martello con 66,49. Bordate di Crouser nel peso (22,39) e Vetter nel giavellotto (89,60), ma il risultato top è il 10.81 (+0.4) nei 100 metri della giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce. Tamberi: "Non ricordavo più il boato di uno stadio dopo un salto riuscito. E' stato bellissimo".

di Marco Sicari

Il campione olimpico torna alla vittoria. Gianmarco Tamberi si impone a Chorzow con 2,30, superando una batteria di avversari qualificatissima, guidata, nella circostanza, dal russo Ilya Ivanyuk, secondo con 2,27 (il bielorusso Maksim Nedasejkau, bronzo olimpico a Tokyo, è sesto con 2,15). Una dimostrazione di efficienza tanto bella quanto sorprendente, anche perché il salto vincente, ha una “luce” sull’asticella davvero impressionante. Tamberi mette insieme il classico percorso netto fino a 2,27 (con passaggi a 2.10, 2,15, 2,20 e 2,24). I suoi avversari, al contrario, faticano, al punto che il russo Ivanyuk spende due tentativi su tutte le misure e addirittura tre a 2,27. A quota 2,30 il russo sbaglia tre volte, e Tamberi vince. L’azzurro, con la vittoria già in tasca, considerato il “passi” di Bondarenko (in realtà un ritiro), si presenta ancora in pedana, per la gioia del pubblico, e supera con grande ampiezza l’asticella. Tre tentativi ancora per il marchigiano, salutati dalle ovazioni dei circa ventimila spettatori di Chorzow: uno a 2,34, e due a 2,36, tutti ovviamente senza fortuna.


"Mi mancava il boato del pubblico - racconta Tamberi nel dopo gara - sentire venti, venticinquemila persone che salutano con la voce un tuo salto riuscito, mentre atterri sui sacconi... Che bello, mi ha dato davvero una grande emozione, quasi non me lo ricordavo più. In effetti, sto ancora bene, e in certi salti si vede. Cresce la voglia di gareggiare, di tornare a superare l'asticella, dopo i festeggiamenti post Olimpiade. E' chiaro che la condizione non sia quella di Tokyo, figuriamoci, ma quando le cose tecnicamente riescono, posso salire alle quote viste stasera. Il 2,30 era un bel salto, credo che possa valere qualche centimetro in più, e spero di riuscire ad aggiungerli a Zurigo, nelle finali della Diamond League. Sì, Zurigo è una tappa importante, diciamo il terzo obiettivo stagionale, dopo Olimpiade ed Europei indoor; voglio fare bene anche per centrare un altro obiettivo, che è più mio, ma che mi stimola, ovvero terminare la stagione al primo posto del ranking mondiale. Mi piacerebbe davvero riuscirci".

Il salto in alto di Chorzow parla italiano. Perché prima di Tamberi, era andata a segno anche Elena Vallortigara, con un ottimo 1,96, misura superiore a quelle ottenute da rivali eccellenti, a cominciare dall’ucraina Irina Gerashchenko (seconda con 1,94) e dalla polacca Kamila Licwinko (terza, 1,91). La veneta è perfetta fino a 1,91 (tutto alla prima a partire da 1,80), ma trova un doppio intoppo tre centimetri più su, a 1,94. Il terzo tentativo è quello giusto, e lì l’azzurra sembra sbloccarsi, perché poi supera l’1,96 alla prima; la Gerashchenko falliisce la prima prova a 1,96 e sposta i due tentativi residui a 1,98, quota però che né lei, né la Vallortigara riescono a far propria. L’azzurra vince eguagliando lo stagionale, l’1,96 superato l’11 luglio a Sotteville (Francia).

Sapevo di valere queste misure – racconta la saltatrice italiana – e le valevo anche a Tokyo: il problema ai Giochi è stato tecnico, e senza il mio allenatore non sono riuscita a trovare la soluzione. Oggi lui era qui, e insieme siamo riusciti a costruire una buona rincorsa. Le avversarie? Stanno gareggiando moltissimo, non posso paragonarmi a loro, anche se batterle fa sempre piacere. In realtà con la testa sono ancora a Tokyo: stavo ancora meglio lì, mi è dispiaciuto aver finito male, mi ero preparata moltissimo, l’eliminazione brucia. Sarò ancora in pedana a Berlino, domenica prossima, poi vacanza: devo rigenerarmi, sia fisicamente, sia mentalmente. Il mio obiettivo a lungo termine è Parigi, i Giochi Olimpici 2024. In mezzo obiettivi importanti, e voglio prendermi quello che non sono riuscita a cogliere finora”.

Buona prova anche per gli altri due campioni olimpici azzurri in gara a Chorzow. Schierati sui 200 metri contro il campione a cinque cerchi della specialità, il canadese Andre De Grasse, Filippo Tortu ed Eseosa Desalu terminano rispettivamente al terzo e quarto posto, completando le proprie corse in 20.40 e 20.52 (+0.2). A vincere è proprio De Grasse, che taglia il traguardo in 20.21, davanti al connazionale Jerome Blake, 20.32. I due azzurri corrono in maniera opposta: ottimo avvio e gran curva per Desalu, sulla linea dei primi almeno per 150 metri, avvio accorto (addirittura 0.238 di reazione allo sparo) e grande rimonta per Tortu. Quest'ultimo avvicina il primato personale, il 20.34 che aveva ottenuto all'Olimpico di Roma l'otto giugno di 4 anni fa, ma soprattutto lascia pensare che la scelta di "salire" sulla distanza doppia nasca con ottimi auspici.

"Sono abbastanza soddisfatto - le parole di Tortu nel dopo corsa - sono arrivato vicino a gente che ha corso davvero forte quest'anno, ed io in fondo ero alla prima su questa distanza nel 2021, e senza una preparazione specifica. Da un lato sono contento, ma dall'altro sento che avrei potuto fare meglio. Ho sbagliato alcune cose in curva: in particolare, non ho corso i primi cento rilassato come avrei voluto, e soprattutto, all'ingresso sul rettilineo, non ho fatto bene quel lavoro di lasciarsi andare verso l'esterno della corsia. Però ho retto bene nel finale, e questo mi fa ben sperare per il futuro. Devo decidere a questo punto se correre ancora un 200, oppure fermarmi qui. La voglia c'è, vedremo a mente fredda cosa fare".

"E' stata una stagione bellissima - racconta Desalu - oggi volevo divertirmi e gareggiare con i big, e devo dire che credo sia andata abbastanza bene. Peccato per gli ultimi 4 appoggi di corsa che hanno un po' appesantito il mio risultato, ma a fine stagione non si è qui per fare i temponi... Ora vediamo cosa resta dell'anno, per le finali della Diamond League Zurigo attualmente sono fuori di un punto, ma sono pronto a subentrare nel caso di rinunce. Non dovessi correre, questa sarà stata l'ultima mia gara del 2021. Due settimane di vacanza, e poi di nuovo al lavoro per il 2022, con ancora più ambizioni, grazie alla medaglia d'oro di Tokyo".

Anche il mezzofondo di casa nostra piazza un piccolo colpo: Pietro Riva, già visto in buona condizione martedì a Rovereto, fissa il primato personale nei 3000 metri, correndo in un buon 7:45.52 (decima prestazione italiana di sempre, per il cuneese 12 centesimi di miglioramento rispetto a cinque giorni fa). La vittoria va all’etiope Tadese Worku in 7:36.47, ma Riva è bravo a non perdere troppo terreno rispetto alla testa, e a piazzarsi all’ottavo posto, immediatamente a ridosso dei primi. Nel meeting dedicato alla grande martellista polacca (oro olimpico a Sydney 2000, scomparsa prematuramente nel 2009), e in quella che fu la sua gara, Sara Fantini è quinta con 66,49 (per l’azzurra, nella serie, anche 65,27, 63,63, 64,53 e due nulli); successo per la bielorussa Maslava, con 69,88. Polonia in festa nella prova al maschile: Pawel Fajdek la fa sua con 79,60.

La pista di Chorzow è teatro, da tempo, di ottime performance nello sprint. Shelly-Ann Fraser-Pryce non sfugge alla regola: il suo 10.81 nei 100 metri (+0.4) è crono superlativo, conferma dell’ottima stagione ormai quasi completata dalla 34enne giamaicana, argento a Tokyo nei 100 (e oro nella staffetta). Solo la svizzera Mujinga Kambundji prova a resisterle, terminando seconda in 11.08. La bordata di Johannes Vetter, considerato il valore dell'atleta, è ai margini della non notizia. Il grande deluso dei Giochi olimpici di Tokyo (dove fu solo nono) piazza un nuovo risultato di rilievo assoluto: il suo giavellotto si conficca nel terreno appena sotto i novanta metri (89,60). Il grenadino Anderson Peters è secondo a quasi sei metri di distacco (83,61). Ryan Crouser non sbaglia un colpo: il 22,39 con cui si aggiudica il getto del peso, è di fatto uno dei migliori risultati della serata.

Maria Andrejczyk, l’argento olimpico del giavellotto donne, raccoglie gli applausi del pubblico di casa, aggiudicandosi la prova con 61,77. Giri di pista con barriere andati all’ucraina Viktoriya Tkachuk in 54.18 (tre soli centesimi di margine sulla statunitense Nnenya Hailey, 54.21) e al brasiliano Alison Dos Santos, primo in 48.50 (tre decimi di vantaggio sul turco Yasmani Copello, 48.80). Significativo il 12.64  (vento nullo) colto dalla nigeriana Tobi Amusan nei 100hs, in rimonta sulla giamaicana Megan Tapper (12.75). Bel 1000 metri della britannica Jemma Reekie: il 2:35.47 finale le consente di aggiudicarsi la prova. Massimo risultato con minimo sforzo per Hansle Parchment: il campione olimpico dei 110hs supera tutti gli avversari (soprattutto Devon Allen, rimontato negli ultimi due intervalli) e taglia il traguardo rialzato, in 13.26 (+0.1). Molto bene anche la polacca Natalia Kaczmarek, vincitrice dei 400 metri con il perosnale abbassato a 50.70.

Notevole anche l'1:44.63 realizzato negli 800 metri dal keniano Wycliffe Kinyamal, e altri tre atleti terminati al di sotto dell'1:45; in scia, ancora un buon crono per il futuro italiano (ma ad oggi romeno) Catalin Tecuceanu, settimo in 1:45.45. Michael Cherry è diventato l'uomo da battere nei 400 metri: nuova vittoria nel giro di pista, con tempo di 44.94. L'asta ha abituato a vette altissime, al tempo di "Mondo" Duplanitis. In sua assenza, tocca allo statunitense Chris Nielsen tenere alta la bandiera della specialità: la vittoria è sua, a quota 5,86.


RISULTATI

SEGUICI SU: Instagram @atleticaitaliana | Twitter @atleticaitalia | Facebook www.facebook.com/fidal.it

Condividi con
Seguici su:

Pagine correlate