Cadetti a Ravenna, Fusiani quasi-record nell'asta



Chi avesse dei dubbi sulla vitalità del settore giovanile dell’atletica è pregato di passare per Ravenna. La giornata di oggi è stata di quelle che riconciliano con lo sport nel senso più vero del termine: agonismo e fair-play, gioia e sacrificio. E il livello tecnico, sia pure rappresentato da una categoria di giovanissimi – non certo campioni, ma ragazzi che provano a fare atletica al loro meglio – ha dato soddisfazione. Moltissime le prestazioni uscite dalle gare del “Marfoglia” che si inseriscono nel top-10 delle varie specialità: si può anche fare la tara su cosa voglia dire in questa fascia di età, ma in atletica i numeri hanno pur sempre una loro valenza. Alla fine, proprio alla fine, c’è stato anche il pathos di un record tentato – e fallito per pochissimo nei primi due tentativi – da parte dell’astista reatino Simone Fusiani: 4.56 che avrebbe tolto dal libro dei primati il famoso 4.55 di Andrea Giacchetto, il padovano che nel prosieguo della carriera si è trovato suo malgrado in cronaca. Simone è un acrobata normotipo, velocissimo nella rincorsa e costruito nella tecnica da Riccardo Balloni sulla pedana del “Guidobaldi”: si è presentato a questa rassegna tricolore con un personale da 4.20 e l’ha ritoccato prima a 4.25, poi a 4.35, sempre alla prima prova. Arrivato ad eguagliare la seconda prestazione italiana di sempre nella categoria ha poi fatto collocare l’asticella alla quota del record, tentandolo come detto in modo molto convinto nei primi due salti. “In allenamento avevo già superato i 4.40” ha detto poi Simone, ma si sa che la gara è tutta un’altra cosa. E almeno ha avuto il guizzo giusto per migliorare il primato regionale laziale, detenuto con 4.30 da un altro atleta reatino, Andrea Santini. Ad un battito di ciglia dal record italiano c’è arrivato anche Matteo Didioni il quale, essendo nato a Bressanone, coltiva la legittima aspirazione di competere tra due anni nei Mondiali “under 18” che si disputeranno proprio nella cittadina alto-atesina. Matteo ha corso gli 80 prima in 9”10, già personale in batteria, poi in 9”07 in una finale splendida e combattuta, nella quale anche il barese Roberto Antonino si è inserito con 9”11 ai primi posti della lista capeggiata dal lombardo Sergio Riva con 9”05 (del ’98). Meno brillanti che nel turno eliminatorio l’italo-brasiliano Davide Mita e il romano Simone Ragozzino: ma in una finale della velocità bisogna pur sempre fare i conti con la tensione. In campo femminile, dopo che le batterie avevano rivelato il buon talento della dominicana di Senigallia Yessica Perez, è stata a sorpresa la reggiana Federica Giannotti a vincere il titolo (l’ennesimo conquistato da un allievo dell’attivissimo tecnico Giampaolo Cellario). Un’altra prestazione da highlight è quella uscita dalla pedana del disco femminile: dopo Tamara Apostolico, ancora una friulana scala le graduatorie di sempre. Si tratta di Elisa Boaro – figlia dell’ex discobolo di Palmanova Fabrizio Boaro – la quale ha toccato un 42.67 che la colloca in terza posizione nella all-time (alle spalle di Silvia Lazzari e di Maria Marello: quest’ultima presente a bordo pedana). Solo l’anno scorso la ragazzina di Gonars ha cominciato a fare le cose un po’ più sul serio: ma evidentemente l’abitudine a frequentare le pedane con il padre fin da piccolossima, ha reso Elisa molto ricettiva e pronta a mettere in pratica gli insegnamenti tecnici del genitore. Per quanto assolutamente normodotata sul piano fisico (1.72 per 64kg). Sempre sul fronte dei figli d’arte, schiera foltissima come al solito, c’è stata la dominatrice dei 300 metri, Francesca Cattaneo: non si sa se il merito della vittoria sia più della zia, Olga Cattaneo, o del papà Antonino, rispettivamente azzurri già da juniores sui 400 piani e sui 400 ostacoli. Fatto sta che il suo 39”92 di Ravenna è ora il terzo tempo nella lista di sempre: e la romana di Piazza Fiume, con una prova estremamente giudiziosa sul piano della distribuzione, ha portato all’Area Atletica di Erik Maestri e Alessandra Palombo il primo storico titolo della sua giovane militanza. Di straordinari contenuti tecnici anche la finale del triplo maschile: Leonardo Bruno è un leccese di Racale che saltava a 14 anni 1.95 in alto – praticamente nessuno mai meglio di lui in Italia a quell’età – ma ha deciso di cambiare specialità perchè non riusciva a trovare i sacconi per allenarsi. Almeno sulla pedana di Taviano, dove lo segue Raimondo Orsini (già tecnico del giovane prospetto Daniele Greco), la buca per il lungo e il triplo c’era. Da oggi il talento pugliese – 1.92 e due gambe che non finiscono più – è ufficialmente una grande promessa del triplo: 14.43 e terza prestazione di sempre a livello di 15 anni, dopo Andrew Howe – e vabbè, 15.10 – e Fabio Buscella (14.58, ma oltre i 16 metri quest’anno da junior). Gara molto tosta sotto il profilo agonistico e anche la piazza d’onore è andata ad un pugliese, ma di scuola tarantina: Dimitris Mouratidis, papà di Salonicco arrivato in Puglia per insegnare educazione fisica, si è migliorato due volte, fino a 13.88. Le gare maschili degli ostacoli sono state da vietare ai deboli di cuore: sorpresa delle sorprese la vittoria del laziale Andrea Morra sui 100hs – tra l’altro con un tempo peggiore di quello segnato dal vincitore della finale “dei secondi” – con due cadute. La prima in avvio, dell’umbro Gabriele Antonini, l’altra sanguinosa – proprio sul traguardo e con la vittoria ad un passo – per il piemontese Giacomo Berchi. Altro finale al cardiopalma sui 300hs: sull’ultimo ostacolo il dominicano di Cuneo José Reynaldo Bencosme de Leon ha incocciato in pieno la barriera – aveva un metro di vantaggio al culmine di un’emozionante rimonta - e ha così lasciato via libera al siracusano di Solarino Andrea Giuliano, peraltro bravissimo a chiudere in piena spinta con 39”66 (anche lui tra i primi 10 di sempre della categoria con crono elettrico). Invece bellissima, e praticamente senza avversarie, la vittoria di Rausy Giangarè sugli 80hs: per lei 11”67 e terzo tempo di sempre per le cadette. La massese di Montignoso ha preso il suo esotico nome di battesimo dalla mamma, nativa del Mozambico: ma “Rosi” è nata a Massa e ha messo in mostra due piedini niente male. La finale dei 300hs femminili è stata, e un po’ lo si attendeva, di eccezionali contenuti tecnici: la specialità si è mossa con straordinaria vivacità per tutta la stagione e la speranza è quella di travasare nei 400hs – altra cosa, è chiaro – tutto questo patrimonio di talento in erba. Finale combattutissima, con due ragazzine classe ’93 sul podio: ha vinto con l’ultimo guizzo Flavia Battaglia, romana della Cassia che ha affinato la sua tecnica all’Acquacetosa sotto la guida di Paolo Borgiani. Dopo il recentissimo 44”7 delle Terme, qui a Ravenna ha segnato un tempo elettrico di gran valore, come il suo 45”10 vincente: ed era necessario correre forte, perchè alle sue spalle è arrivata ad una spanna Beatrice Mazza, ennesimo prodotto dell’Estrada, coccolata da Paolo Brambilla: e se la Battaglia era felice della sua vittoria perchè “amo i 300 e amo gli ostacoli: i 300hs sono la mia gara”, la bergamasca era strasoddisfatta del suo 45”14 “per aver battuto il primato di categoria dell’amica e compagna di allenamento Eleonora Sirtoli”. Sul podio un nome da mettere sul taccuino, quello di Giada Palezza: sorella minore di Valentina, campionessa juniores dei 200, la ragazzina di Schio ha corso la distanza – e bene, in 45”54 – anche se avrebbe voluto provare nel lungo, dove ugualmente eccelle. Oggi, peraltro, Giada non avrebbe avuto vita facile: sulla pedana del lungo si è distinto un altro bel talentino del ’93, Anna Visibelli. Saltare 5.60, come ha fatto la ragazza aretina seguita dall’ex triplista e lunghista Paolo Tenti – è impresa che qualifica una specialista a livello dei 14 anni come ottimo prospetto. Tra l’altro Anna ha iniziato a frequentare la prova con continuità solo da quest’anno, dopo aver fatto buone cose nello sprint (da ragazza 8”0 sui 60m, poi 9”9 da cadetta sugli 80m). Sulla stessa pedana, ma in occasione del triplo, la tribuna aveva assistito ad una finale palpitante: la maglia tricolore è stata virtualmente indossata da un nugolo di atlete, tre diverse negli ultimi tre salti della gara. E per alcuni istanti si è creduto che il sodalizio salentino del Meltin Pot – quello del già citato Leonardo Bruno – potesse doppiare il titolo per merito di Sofia Romano (11.45 all’ultimo salto): poi la simpatica atleta leccese è stata sopravanzata da Martina Bellio, una veneta che si è scoperta triplista di vaglia con quattro allenamenti e tre gare alle spalle (11.68), e infine con la bergamasca Roberta Ferri – anche lei scuola di Paolo Brambilla all’Atl. Estrada – che si è inserita nel top-10 “under 16” con 11.91. Con questo ponendosi all’inseguimento della sorella maggiore Francesca, buona specialista in campo nazionale. Il pubblico non ha certo avuto di che annoiarsi in occasioni delle due finali dei 2000 metri: le volate che hanno deciso l’assegnazione del titolo sono state ad alta tensione. La prima, quella maschile, tra il favorito Leonardo Bidogia e l’outsider Marco Zanni, un ragazzo di Riccione che si è migliorato di sette secondi sotto la spinta del tifo ravennate e del papà Mirco, già ultramaratoneta di vaglia (due vittorie alla 50km della Bologna-Zocca e campione italiano amatori di maratona nel ’92). In campo femminile è stata encomiabile la piccola atleta sarda Melania Cuguttu, 14 anni appena compiuti, nel tentare tutto il possibile per sopravanzare Anna Rosso: ma la veneta oggi si è dimostrata osso troppo duro e capace di riscrivere con 6’32”91 il suo personale sulla distanza (secondo tempo stagionale alle spalle del 6’32”12 della corregionale Beatrice Mazzer, che domani correrà i 1000m). Assolutamente eccezionale per una 14enne il 6’34”24 messo a segno dalla Cuguttu, che appartiene al gruppo dell’Atletica Ploaghe – lo stesso della campionessa allieve dei 1500m Jessica Pulina – curato da Salvatore Pintus. Che sia stata una giornata assolutamente straordinaria sotto il profilo dei contenuti tecnici, lo va a dimostrare il fatto che arriviamo ora a commentare l’ennesimo risultato da top-10 all-time di categoria, il 35”68 segnato sui 300m da Augusto Bianchi. In questo caso si tratta di una parziale sorpresa: il ragazzo di Tricesimo, che si allena a Paderno, aveva sì dato una bella dimostrazione delle sue doti in stagione, ma non ancora a questi livelli. Vero è che alcune settimane fa a Novo Mesto, Giochi Giovanili delle Tre Regioni, aveva segnato anche un probante 51”23 sul giro di pista, tanto che ora si sbilancia: “Per il prossimo anno farò i 400hs: anzi è questa la prova che voglio disputare a Bressanone 2009 nei Mondiali allievi”. Chiudiamo dando conto della vittoria della bolognese Beatrice Nadalini nel peso e di Francesca Massobrio, ragazza del ’93 che lancia il martello con due soli giri, andando talvolta al di là dei 50 metri. Da tenere d’occhio. E anche raccontando della controversa vittoria di Manuele Terenzi nella marcia: il primatista italiano e favoritissimo della vigilia, il pugliese Massimo Stano, aveva condotto a lungo, ma quando ormai sembrava avere la vittoria in pugno è arrivata una (abbastanza contestata) squalifica. Per l’allievo di Patrizio Parcesepe, che risiede a Nettuno ma si allena ad Ostia, il successo è sicuramente una grande soddisfazione e, a questo punto, rappresenta una leadership di categoria da rimettere in gioco nel prossimo futuro. I CAMPIONI DELLA SECONDA GIORNATA FINALI MASCHILI 80m: (+1.2) Matteo Didioni (aad) 9”07; 300m: Augusto Bianchi (Fvg) 35”68; 2000m: Marco Zanni (Emr) 5’47”83; 100hs: (+1.3) Andrea Morra (Laz) 13”93; 300hs: Andrea Giuliano (Sic) 39”66; asta: Simone Fusiani (Laz) 4.35; triplo: Leonardo Bruno (Pug) 14.43 (+0.7); disco: Mirko Bonacina (Lom) 38.91; marcia 4000m: Manuele Terenzi (Laz) 18’29”00 FINALI FEMMINILI 80m: (+0.1) Federica Giannotti (Emr) 10”13; 300m: Francesca Cattaneo (Laz) 39”92; 2000m: Anna Rosso (Ven) 6’32”91; 80hs: (+0.4) Rausy Giangarè (Tos) 11”67; 300hs: Flavia Battaglia (Laz) 45”10; lungo: Anna Visibelli (Tos) 5.60 (+0.1); triplo: Roberta Ferri (Lom) 11.91 (+0.7); peso: Beatrice Nadalini (Emr) 12.84; disco: Elisa Boaro (Fvg) 42.67; martello: Francesca Massobrio (Pie) 46.55 Classifiche provvisorie per regioni – maschile: 1.Lombardia 209, 2.Veneto 208, 3.Lazio 187; femminile: 1.Toscana 229.5, 2.Friuli Venezia Giulia 224, 3.Lombardia 222 nelle foto in pagina (www.fotoravenna.it): la discobola Elisa Boaro (in basso) e il triplista Leonardo Bruno (in basso), protagonisti della seconda giornata della rassegna tricolore cadetti. File allegati:
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