Budapest e un mondo che corre veloce

14 Agosto 2023

Sprint e staffette al setaccio. Kerley è il campione uscente, Jacobs l’oro olimpico, l’Africa sogna il primo titolo. Lyles per la tripletta nei 200, Fraser-Pryce per la sesta corona nei 100, McLaughlin out

di Marco Buccellato


UOMINI


100 METRI.
A Eugene fu USA-pigliatutto, Fred Kerley oro, Bracy e Bromell sul podio, ma il texano è l'unico dei tre in gara a Budapest, assieme a Noah Lyles (che aspira alla doppietta 100-200, l'ultimo a assicurarsela fu Usain Bolt nel 2015), Christian Coleman (oro di Doha) e Cravont Charleston. A Budapest, il britannico Zharnel Hughes si presenta con il crono più veloce dell'anno (9.83), completano il team UK Prescod e il 31enne Amo-Dadzie. Giamaica nouvelle-vague (il più vecchio dei quattro papabili per tre posti ha 22 anni), Ackeem Blake, Oblique Seville, Ryiem Forde e Rohan Watson. Tanta Africa per il sogno del primo titolo al continente nero. Letsile Tebogo il botswaniano, il plurifinalista sudafricano Akani Simbine, la spavalderia del keniano Omanyala. Senza riscontri nelle ultime settimane il campione olimpico Marcell Jacobs, in coppia con il campione europeo indoor Samuele Ceccarelli, per il team Italia. Ambizioni degli sprinter sudamericani per l'ingresso in finale, nonostante lo stop al primatista mondiale U20 Issamade Asinga (Suriname), in attesa delle controanalisi. Record dei campionati, il lunare 9.58 del Bolt versione-Pechino 2009, unico a vantare tre ori con Carl Lewis e Maurice Greene. Medagliere nella cassaforte USA, undici ori, undici argenti, sei bronzi. Europa al titolo mondiale solo con Linford Christie, trent'anni fa.

Azzurri in gara: Samuele Ceccarelli (Atl. Firenze Marathon), Marcell Jacobs (Fiamme Oro)


200 METRI. L'onda-Lyles, in cerca del terzo titolo ma stavolta con le tossine dei 100 metri nei muscoli, può infrangersi contro il talento del 20enne Tebogo e del fuoco amico, rappresentato dal 19enne Erriyon Knighton (tornato ad allenarsi dopo troppe gare e una flessione), più che da Bednarek e la novità Lindsey. C'è ancora Zharnel Hughes come punta europea, arrivato a un centesimo dal primato continentale di Pietro Mennea (che fu bronzo mondiale nel 1983). Canada con Aaron Brown, l'oro olimpico Andre De Grasse e il mai definitivamente esploso Brendon Rodney. Resto d'America con il dominicano Alex Ogando, Africa con vetrina per l'ugandese Orogot. Italia con iscritti i campioni olimpici della staffetta Filippo Tortu, a tre millesimi dalla finale un anno fa, e Fausto Desalu. Sempre il Bolt supersonico di Berlino 2009 a detenere il record dei campionati (19.19) e le quattro medaglie d'oro in quota Giamaica, contro le dieci degli Stati Uniti. Ultimo oro europeo con il turco Guliyev, nel 2017.

Azzurri in gara: Fausto Desalu (Fiamme Gialle), Filippo Tortu (Fiamme Gialle)


400 METRI. Sulla carta, una delle più belle sfide del mondiale, tra l'airone delle Bahamas Steven Gardiner e il sudafricano primatista mondiale Wayde Van Niekerk, tornato a giganteggiare. Attorno alla coppia di favoriti si muove un arcobaleno di candidati al podio. Africa con lo zambiano Samukonga (reduce da un infortunio) e i botswaniani con Ndori al miglior accredito, il grenadino Kirani James che fu campione del mondo (2011) e argento un anno fa, gli States senza il campione in carica Michael Norman reduce dall'ennesimo stop fisico, ma con i collaudati Norwood e Deadmon. Giamaicani senza podio da vent'anni, con Bailey, Watson e McDonald (probabilmente riserva). Europa con il britannico, bronzo uscente e due volte campione continentale, Matthew Hudson-Smith. Un altro primato dei campionati da world record, quello di Michael Johnson (43.18 e quattro ori in carriera) a Siviglia. Ben undici ori risuonano nell'inno degli Stati Uniti anche sul giro di pista, per un totale di ventisei medaglie, contro un massimo di quattro per ogni altro paese. La musica, però, la fa il direttore d'orchestra.

Azzurri in gara: Davide Re (Fiamme Gialle)


DONNE


100 METRI. Impossibile sciogliere il nodo per il titolo della regina dello sprint breve. Shelly-Ann Fraser-Pryce ha ancora le carte in regola per il sesto titolo, dopo aver firmato il record dei campionati lo scorso anno a Eugene in 10.67. A contenderle l'oro la connazionale Shericka Jackson (iridata dei 200 ma argento nei 100), la quotatissima ivoriana Marie-Josée Ta Lou, e la statunitense Sha'Carri Richardson. Non manca il 'dark horse' nella rapidissima sagoma di Julien Alfred, freccia di St. Lucia. Europa con il terzetto british Dina Asher-Smith, Daryll Neita e Imani Lansiquot, la polacca dalla partenza rapidissima Ewa Swoboda e la ritrovata Mujinga Kambundji. Medagliere ancora in mano alle ragazze statunitensi, con otto ori, ma la Giamaica di pocket-rocket (cinque ori suoi e uno di Veronica Campbell) "vede" le rivali con sei vittorie.

Azzurre in gara: Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre)


200 METRI. A Eugene sensazionale 21.45 di Shericka Jackson, la prima ad avvicinare davvero il record del mondo di Florence Griffith (21.34). Del podio dell'Oregon, in assenza della Fraser-Pryce che si esibirà solo nei 100 e nella 4x100, resta la britannica Dina Asher-Smith, che a Doha centrò il bersaglio grosso con la medaglia d'oro su Brittany Brown, stavolta iscritta nei 100 dal team USA, che sulla doppia distanza presenta il Dream team con Gabrielle Thomas e ancora la Richardson, alla migliore stagione della carriera. Altre big in gara, la bahamense Anthonique Strachan, ancora la Ta Lou e nuovamente la Alfred. Medagliere in ebollizione: Giamaica con cinque ori, Stati Uniti a caccia dell'aggancio, con quattro titoli, ma non colgono il successo dal 2009 con Allyson Felix. 

Azzurre in gara: Dalia Kaddari (Fiamme Oro)


400 METRI. Il cast perde Sydney McLaughlin-Levrone, fermata da un problema a un ginocchio, ma comprende l'incognita della bahamense campionessa uscente, e due volte al titolo olimpico, Shaunae Miller-Uibo, a pochi mesi dalla maternità e senza riscontri tranne un eptathlon privo di significati ai campionati nazionali di Nassau. Il campo delle migliori iscritte da oltre oceano si restringe alla dominicana Marileidy Paulino e alla caraibica Sada Williams (Barbados), argento e bronzo un anno fa, alla bahrainita Salwa Eid Naser, tornata dopo una lunga sospensione dopo lo strepitoso oro di Doha nel 2019, e alla migliore specialista USA presente, Britton Wilson, iscritta con la giovane Talitha Diggs e Lynna Irby-Jackson. Giamaica con McLeod, Young e Pryce, con ambizioni, sulla carta, ridotte all'ingresso in finale. Europa con la polacca Natalia Kaczmarek, l'olandese Lieke Klaver e l'irlandese Rhasidat Adeleke. Il record dei campionati è il 47.99 di Jarmila Kratochvilova che resiste dalla prima edizione, il medagliere vede USA con quattro ori, due a testa per Bahamas, Australia, Francia e Gran Bretagna.

Azzurre in gara: Alice Mangione (Esercito)


STAFFETTE


4x100 UOMINI.
Il Canada di Andre De Grasse ha vinto in Oregon sugli USA e i britannici (entrambi al titoli nelle penultima e terz'ultima edizione del mondiale), e guida gli accrediti, assieme al Giappone, con 37.80. Giamaica con forze fresche, Nigeria potenzialmente ottima ma con due titolari persi per infortunio, Brasile e Sud Africa per completare le ambizioni da oltreoceano. L'Italia, senza parte dei titolari dell'oro di Tokyo, ha dimostrato di esserci. Nei valori attuali, Francia e Germania hanno le chances per accedere alla finale. Il record dei campionati è il 37.04 della Giamaica versione Daegu 2011. Solo sei nazioni hanno vinto l'oro nella storia del mondiale, otto volte gli USA, quattro la Giamaica, tre il Canada, una volta Francia, Sud Africa e Gran Bretagna, a Londra 2017, per l'ultimo oro Made in Europe. 

Azzurri convocati: Samuele Ceccarelli (Atl. Firenze Marathon), Fausto Desalu (Fiamme Gialle), Marcell Jacobs (Fiamme Oro), Lorenzo Patta (Fiamme Gialle), Marco Ricci (Esercito), Roberto Rigali (Bergamo Stars), Lorenzo Simonelli (Esercito), Filippo Tortu (Fiamme Gialle)


4x400 UOMINI. Proprio il Mondiale di Londra fu l'ultimo a decretare la sorpresa dell'oro di Trinidad & Tobago sugli USA, e sempre a Londra i Giochi 2012 videro il successo di Bahamas ancora sugli USA, unici nei di un dominio con pochi eguali in favore dei quartetti a stelle e strisce. Tranne le due eccezioni citate, dai Giochi di Atene al Mondiale di Eugene, hanno sempre vinto l'oro, ben dodici volte. Del quartetto world leader (una formazione NCAA), solo un membro è presente a Budapest nel team USA. Formazioni in grado di inserirsi al vertice sono soprattutto la Giamaica, argento sia a Eugene che a Doha, il Botswana (bronzo olimpico), il Belgio due volte bronzo nelle due ultime edizioni del Mondiale. Gran Bretagna e Trinidad, com'è noto, hanno una grande tradizione. Accrediti di valore dall'Asia, con Sri Lanka. Italia, di recente, in finale a Doha e Tokyo. Il record dei campionati è vecchio quanto il record mondiale, 2:54.29 degli USA a Stoccarda. Medagliere a senso unico, undici ori USA.

Azzurri convocati: Davide Re (Fiamme Gialle), Lorenzo Benati (Fiamme Azzurre), Brayan Lopez (Fiamme Azzurre), Riccardo Meli (Fiamme Gialle), Alessandro Sibilio (Fiamme Gialle), Edoardo Scotti (Carabinieri)


4x100 DONNE. Dal Mondiale di Helsinki 2005, gli Stati Uniti e la Giamaica si alternano sul gradino più alto del podio, e tutto lascia pensare che siano ancora queste le formazioni candidate al titolo a Budapest, con le caraibiche titolari del primato dei campionati, stabilito in 41.07 nell'edizione di Pechino 2015 e anche del record di medaglie nella manifestazione, sedici contro le tredici degli USA, che però vantano otto ori contro i cinque delle giamaicane. Dietro, tutto può succedere, con Gran Bretagna (tre argenti, mai al titolo) e Germania in seconda fila, Olanda e Svizzera mai a podio (elvetiche probabilmente senza Kambundji nel quartetto e con la Del Ponte infortunata). Spagna, Polonia, l’Italia bronzo europeo e una Costa d'Avorio mai così forte, per la finale.

Azzurre convocate: Anna Bongiorni (Carabinieri), Zaynab Dosso (Fiamme Azzurre), Vittoria Fontana (Carabinieri), Gloria Hooper (Atl. Brescia 1950), Dalia Kaddari (Fiamme Oro), Alessia Pavese (Aeronautica), Irene Siragusa (Esercito)


4x400 DONNE. Nel continuum temporale del dominio statunitense, ecco l'ultimo esempio, la staffetta del miglio donne, con dieci titoli mondiali e l'ovvio primato dei campionati in 3:16.71 nell'edizione di Stoccarda 1993. Le americane vincono da tre Mondiali in fila (7 degli ultimi 8) e anche senza McLaughlin possono ambire all'ennesima medaglia d'oro. Oltre le tradizionali avversarie della Giamaica, che si presenta con un bronzo e un argento a Doha e Eugene, c'è tanta Europa con Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Italia e la solita indomabile Polonia, un'ottima formazione cubana, la Nigeria con tre U20 nel quartetto.

Azzurre convocate: Alessandra Bonora (Bracco Atletica), Ayomide Folorunso (Fiamme Oro), Alice Mangione (Esercito), Eleonora Marchiando (Carabinieri), Anna Polinari (Carabinieri), Giancarla Trevisan (Bracco Atletica), Virginia Troiani (Cus Pro Patria Milano)


4x400 MISTA. La specialità è al terzo appuntamento iridato, dopo il primo successo degli USA a Doha con il primato dei campionati (3:09.34), e quello della Repubblica Dominicana a Eugene. Nel mezzo, l'oro olimpico della Polonia. Viste le iscrizioni, prendono quota le chances della Giamaica (argento a Doha), e in subordine di formazioni quali Gran Bretagna e Olanda (argento a Eugene). Italia contro il record nazionale di 3:13.51 per migliorare il settimo posto in Oregon. Francia e Repubblica Ceca le altre squadre con i quartetti, sulla carta, meglio assortiti.

 

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