Bruxelles: Iapichino salta sul terzo posto

02 Settembre 2022

Penultimo atto della Diamond League: la ventenne si esprime in 6,52 nel lungo non-Diamond. Settima Vallortigara: 1,88 nell’alto e pass per la finale di Zurigo, Mahuchikh 2,05. Duplantis battuto

È il terzo posto di Larissa Iapichino il miglior piazzamento azzurro nella serata di Bruxelles, al Memorial Van Damme, penultima tappa della Wanda Diamond League. La ventenne saltatrice, in una gara che non assegnava punti per la finale di Zurigo, finisce sul podio virtuale con la misura di 6,52 al sesto salto (-0.0). Settima Elena Vallortigara nel salto in alto con 1,88, assicurata la finale della prossima settimana in Svizzera, nella notte del fantastico 2,05 dell’ucraina Yaroslava Mahuchikh che poi attacca senza fortuna il record del mondo a 2,10. Ottavi gli altri azzurri Fausto Desalu nei 200 (21.09 con forte vento contrario, -2.9) e Tobia Bocchi nel triplo (16,30/+0.1), ritirata Gaia Sabbatini nei 1500. A sorpresa, sconfitto dopo 20 vittorie consecutive lo svedese campionissimo dell’asta Armand Duplantis (oggi 5,81), successo al filippino Ernest Obiena (5,91). Battuta anche Shelly-Ann Fraser-Pryce (10.74/+0.6) superata nei 100 metri dall’altra giamaicana Shericka Jackson (10.73). Da segnalare il roboante 12:45.71 nei 5000 del keniano Jacob Krop e il 68,11 della giavellottista statunitense Kara Winger.

LARISSA C’È - Due nulli iniziali, ma niente paura, al terzo salto mette le cose a posto: 6,49 (-0.2) lasciando quattordici centimetri allo stacco. Larissa Iapichino (Fiamme Gialle) prosegue la sua serata con 6,48 e 6,46, e la conclude con il 6,52 (0.0) che la fissa al terzo posto, a soli due centimetri dalla seconda piazza occupata dalla statunitense Quanesha Burks (6,54/+0.1). Lì davanti, è di qualità il 6,83 (+0.6) della nigeriana Ese Brume. Dopo il quinto posto degli Europei di Monaco è un’altra prova incoraggiante per la ventenne fiorentina che si lascia alle spalle la regina dell’eptathlon Nafi Thiam (Belgio, 6,46/+0.3). “Sono contenta del buon piazzamento in questa bellissima atmosfera della Diamond League - le parole di Iapichino - sono esperienze uniche che spero il prossimo anno di ripetere sempre più spesso. Sia nel 6,49 che nel 6,52 ho regalato circa 13-14 cm. Adesso una settimana di allenamento e ultima gara di lungo della stagione l’11 settembre alla Golden Fly Series in Liechtenstein”.

VALLORTIGARA SETTIMA, MAHUCHIKH SUPER 2,05 - La finale non sfugge. Il bronzo mondiale di Eugene Elena Vallortigara (Carabinieri), pur senza misura soddisfacente (1,88 alla prima, tre errori a 1,91) centra l’atto conclusivo della Diamond League che si celebrerà mercoledì e giovedì a Zurigo, dove proverà a riportarsi su prestazioni che le sono mancate nel post-Oregon, nonostante l’inevitabile stanchezza al termine di una stagione lunghissima. A Bruxelles si decide ai due metri il duello per la vittoria: sbaglia l’australiana Nicola Olyslagers che aveva riservato il suo ultimo tentativo a questa quota, sbaglia anche Yaroslava Mahuchikh che però si era liberata di 1,97 in precedenza. La scalata dell’ucraina non si arresta, anzi, diventa esaltante: l’oro continentale decide di salire direttamente a 2,02 e non tradisce, quindi chiede 2,05 e lo centra al secondo tentativo (miglior risultato mondiale 2022), fatturando il personale outdoor e pareggiando il primato ucraino (indoor ha saltato 2,06 lo scorso anno). Poi è il momento di assaltare il record del mondo a trentacinque anni da Stefka Kostadinova nei Mondiali di Roma 1987: la sfida contro il 2,10 non la premia, ma le premesse sono ottime. Seconda con 1,94 la campionessa del mondo Eleanor Patterson (Australia), terza Olyslagers (1,91).

DESALU E BOCCHI OTTAVI - Non brilla Fausto Desalu (Fiamme Gialle) che manca la qualificazione alla finale di Zurigo finendo all’ottavo posto nei 200 metri, con un modesto 21.09, sul quale comunque pesa il forte vento contrario di -2.9 e una sfavorevole prima corsia, in una gara che vede il successo dello statunitense Erriyon Knighton in 20.07 davanti al dominicano Alexander Ogando (20.18). Nella ‘road to Zurich’ lo supera il canadese Aaron Brown (terzo, 20.22), mentre in termini di punteggio il campione olimpico della staffetta raggiunge l’altro canadese Andre De Grasse che però lo esclude in forza di un miglior crono nelle precedenti tappe di Diamond League. Non decolla Tobia Bocchi (Carabinieri) nel triplo: il quarto classificato degli Europei di Monaco di Baviera chiude all’ottavo posto con 16,30 (+0.1), con altri due salti inferiori ai sedici metri (15,89, 15,68) e due nulli. Nonostante un infortunio al secondo salto, vince la gara il cubano Lazaro Martinez con 17,49 (+0.1). Di fatto la ‘final 3’ diventa una ‘final 2’ con Fabrice Hugues Zango che lo insidia ma resta in seconda piazza (17,40/-0.1 per il saltatore del Burkina Faso) e con il brasiliano Almir Dos Santos che rimane a 16,81 (+0.5). Secondo ritiro consecutivo per Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre) che si era fermata anche martedì negli 800 di Rovereto: l’azzurra abbandona la gara dei 1500 all’ultimo giro dopo una prova senza acuti. È sensazionale il progresso, e la volata, dell’irlandese Ciara Mageean che fino a stasera non era mai scesa sotto i quattro minuti e che invece frantuma il muro con 3:56.63. L’Europa (Laura Muir, Gran Bretagna, 3:56.86) batte l’Africa rappresentata dalle etiopi Freweyni Hailu (3:56.94) e Diribe Welteji (3:57.82).

DUPLANTIS E FRASER-PRYCE SCONFITTI - Non capita quasi mai, non accadeva da oltre dodici mesi e da un totale di venti gare, per l’esattezza dalla tappa di Losanna dello scorso anno, 26 agosto 2021: Armand Duplantis sa anche perdere, ogni tanto. Per il marziano il primo campanello d’allarme è il tentativo sbagliato a 5,61, seguito da un 5,81 okay. Lo svedese va altissimo a 5,91 ma ricade sopra l’asticella. A questa quota non sbaglia invece il filippino Ernest Obiena che si gode l’inatteso trionfo. L’altra sconfitta eccellente è nello sprint: Shericka Jackson chiude alla grande, negli ultimi dieci-quindici metri ricuce il gap su Shelly-Ann Fraser-Pryce e mette il busto avanti sul traguardo. Matura così il primo k.o. stagionale nei 100 metri per “pocket rocket” che perde il derby giamaicano con la campionessa del mondo dei 200 (10.73/+0.6) e per una volta deve accontentarsi della seconda piazza (10.74).

WORLD LEAD: KROP 12:45.71, WINGER 68,11 - Splendido 5000 al Re Baldovino, su una pista tradizionalmente amica per i mezzofondisti. Il keniano Jacob Krop scale le liste alltime fino al sesto posto di sempre con 12:45.71 e marca il miglior tempo dell’anno (passaggi della lepre a 2:35, 5:10 e 7:45), lo statunitense Grant Fisher firma il primato americano con 12:46.96, terzo l’altro keniano Nicholas Kipkorir (12:50.97). È ‘world lead’ anche per la giavellottista statunitense Kara Winger, capace di un exploit a 68,11 all’ultimo ingresso in pedana, per tornare a crescere dopo ben dodici anni. La portoricana oro olimpico dei 100hs Jasmine Camacho-Quinn divora le barriere in 12.27 (+0.1) a un centesimo dal personale dello scorso anno, record del meeting a 36 anni dal 12.42 della Donkova. Non si ferma più l’iridato dei 1500 Jake Wightman: il britannico fa faville anche negli 800 (dove è stato secondo agli Europei di Monaco) e tambureggia in 1:43.65, non lontano dai migliori riscontri dell’anno del connazionale Max Burgin (1:43.52 in giugno). Meno dirompente di altre volte il brasiliano Alison Dos Santos che però non ha problemi a mettere un altro sigillo nei 400hs (47.58), la specialità di cui si è laureato padrone mondiale a Eugene. Sotto i cinquanta secondi i 400 metri della dominicana Fiordaliza Cofil (49.80). Sfiorato un primato mondiale a Bruxelles: è il record dell’ora che appartiene a Mo Farah dal 2020. Il keniano Sebastian Sawe corre per 21,250 km, non lontano dai 21,330 che il britannico coprì in questo stesso stadio due anni fa. L’altro tentativo di primato sfuma presto nei 3000 siepi, con passaggi da 3:00.85 ai mille e 6:04.90 ai duemila: c’è comunque il personale per la keniana Jackline Chepkoech vincitrice con 9:02.43.

naz.orl.

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