Bruxelles Brilla Galvan nella festa dello sprint

06 Settembre 2013

Il vicentino fissa il personale a 45.35. Spettacolo Giamaica: Bolt 9.80, Weir 19.87, Fraser 10.72. Amman super negli 800, 1:42.37

Pioggia di risultati di livello assoluto a Bruxelles, nel Memorial Ivo Van Damme, seconda finale della Diamond League IAAF 2013. Giamaica dominatrice della velocità, con i successi di Usain Bolt nei 100 metri (9.80, vento +0.6), Warren Weir nei 200 (19.87, -0.2) e di Shelly-Ann Fraser-Pryce nei 100 metri donne (10.72, -0.3). Gran tempo di Mohammed Amman negli 800 metri: 1:42.37, record etiope, miglior prestazione mondiale 2013 e nona all-time. Matteo Galvan prosegue la super striscia di prestazioni post Mondiale, firmando il personale nei 400 metri (terzo posto in un eccellente 45.35, quarta prestazione italiana di sempre). Tra le altre performance degne di sottolineatura, i 2,00 nell'alto della russa Shkolina e i 5,96 nell'asta del francese Renaud Lavillenie. Altri azzurri impegnati nella capitale belga: Schembri ottavo nel triplo (16,25), Grenot settima nei 400 (51.19), Benedetti settimo nella serie B degli 800 metri (1:48.15).

Grande serata a Bruxelles, per il memorial Ivo Van Damme, seconda finale della Diamond League IAAF 2013. Fantastico lo sprint, marchiato inequivocabilmente Giamaica. Anche se, almeno per una volta, ci sono sorrisi in chiave italiana, per l’ennesimo progresso stagionale di Matteo Galvan nei 400 metri.

Non c’è basso profilo, per Usain Bolt. Nemmeno nell’ultima uscita stagionale. Il suo 9.80 (+0.6) nei 100 metri è risultato da copertina, anche perché ottenuto ai danni di buona parte dei migliori velocisti al mondo in questo momento. Nesta Carter e Justin Gatlin finiscono rispettivamente terzo e quarto, entrambi con 9.94, preceduti dal rientrante (ai massimi livelli) Michael Rodgers, secondo con lo stagionale portato a 9.90. Nella distanza doppia, Warren Weir sugella con un fantastico 19.87 (-0.2) il ruolo di vice-Bolt, conquistato anche con l’argento mondiale ottenuto a Mosca (quando eguagliò il personale con 19.79, stesso crono dei Trials di fine giugno). Il giamaicano, per imporsi nella finale della Diamond League – e nella Diamond race - deve però impegnarsi a fondo, vista la concorrenza del connazionale Nickel Ashmeade, capace di un altrettanto significativo 19.93. Lo statunitense Walter Dix è terzo in 20.12, ma spiccano anche i crono degli europei Churandy Martina (Olanda, 20.18) e Jaysuma Saidy Ndure (20.23, Norvegia). Al femminile, è ancora Shelly-Ann Fraser-Pryce a rubare la scena: la giamaicana, bicampionessa olimpica dei 100 metri (e tre ori a Mosca tra 100, 200 e 4x100m), centra una delle sue partenze, e divora il rettilineo in 10.72 (-0.3). Un solo centesimo in più rispetto alla finale iridata, e due dal primato personale.

Vale la pena a questo punto affrontare il discorso 400 metri, perché il terzo posto di Matteo Galvan (Fiamme Gialle), vale anche l’ennesimo primato personale del vicentino: un 45.35 (vittoria al britannico Rooney, 45.05) che è la quarta prestazione italiana di sempre, alla pari con il crono di Nuti al Sestriere nel 1993, e con quello di Alessandro Attene nella semifinale olimpica di Sydney 2000.

Quattro centesimi meglio di quanto fatto nella batteria di Mosca, e la certificazione definitiva – ove ce ne fosse ancora bisogno – del completo recupero di una delle migliori promesse dello sprint azzurro. E’ l’ottavo tempo di Galvan al di sotto dei 46 secondi quest’anno, il quarto negli ultimi dieci giorni, il terzo addirittura di questa settimana (45.57 a Padova domenica scorsa; 45.55 a Rovereto martedì; 45.35 stasera).

Strepitoso Mohammed Amman negli 800 metri. L’etiope campione iridato, ben lanciato da Bram Som (48.55 il crono del pacemaker ai 400 metri!) fissa la miglior prestazione mondiale dell’anno con 1:42.37, tempo che è anche il suo personale, primato nazionale, e la nona prestazione di tutti i tempi. C’è ancora dinamite, nei piedi delle saltatrici in alto: Svetlana Shkolina supera i 2,00 e vince il match con la connazionale Anna Chicherova (1,98), bissando il risultato a sorpresa dei Mondiali; terzo posto per la svedese Emma Green Tregaro, 1,96. Sempre in tema di salti in elevazione, conferma dalle parti dei sei metri per Renaud Lavillenie: il francese vola oltre i 5,96 e si concede anche tre tentativi (falliti) a 6,04: ottimo modo per rendere meno amaro il finale di stagione, dopo l'inattesa sconfitta nel mondiale moscovita.

In tema di rivincite, Dawn Harper (USA) si prende la soddisfazione di vincere i 100hs (12.48), battendo l’australiana Sally Pearson, che a Mosca aveva contribuito a tenerla giù dal podio. Etiopi i 5000 metri, con Yenew Alamirew che ha la meglio sul re delle volate Bernard Lagat, in un confronto sul filo dei 13 minuti (rispettivamente 12:58.75 e 12:58.99). Poca esplosività nelle gambe dei triplisti. Il francese Tamgho è l’unico ad atterrare – comodamente – oltre i 17 metri, siglando 17,30; allo statunitense Taylor basta 16,89 per finire secondo. Fabrizio Schembri (Carabinieri) è ottavo con 16,25 (al terzo tentativo, seguito poi da tre nulli). Pochi altri lampi in chiave italiana. Si difende Libania Grenot (Fiamme Gialle) nei 400 metri, chiusi al settimo posto con un discreto 51.19. L’azzurra si fa apprezzare per la buona retta finale, anche se, a conti fatti, termina abbastanza lontana dalle migliori (vittoria alla statunitense Hastings, 50.36). Giordano Benedetti (Fiamme Gialle) non brilla particolarmente nella serie B degli 800 metri, finendo settimo in 1:48.15 (vittoria allo statunitense Brandon Johnson, 1:45.45). In chiave azzurra, da sottolineare anche il quarto posto nei 200m paralimpici (cat. T43/T44) di Giusy Versace (30.07).

A completamento dei risultati di serata, vanno segnalati il 21.45 di Ryan Whiting nel getto del peso, il 48.32 di Jehue Gordon nei 400hs, il 67,04 dell’inarrestabile Sandra Perkovic nel disco (anche stavolta, oltre due metri di margine sulla seconda, la statunitesne Lewis, 64,82), e il 14,49 (+1.1) della colombiana Caterine Ibarguen nel triplo. Bastano 65 centimetri a Tero Pitkamaki per superare il campione del mondo Vitezsav Vesely nel giavellotto (87,32 contro 86,67). Quasi ordinaria amministrazione, nei 1500m, per la svedese Abeba Aregawi: il suo 4:05.41 è quanto basta per imporsi su un lotto di avversarie di prim’ordine.

Marco Sicari

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