Brugnetti: "Scelta giusta passare alla 20 km"



Dopo l’arrivo vittorioso nella 20 km di marcia è il pianto a fare compagnia a Ivano Brugnetti, un pianto che lava cinque anni di sofferenze e di difficoltà, nei quali sembrava scomparso l'iridato di Siviglia ’99: “Solo io e il mio allenatore La Torre sappiamo cosa abbiamo passato – afferma il 27enne lombardo dopo il traguardo – Fisicamente non era cambiato nulla, in allenamento andavo bene, poi appena scendevo in gara nei 50 km, arrivavo al 30. o 25. e crollavo. La scelta giusta è stata passare ai 20 km quest’anno, sono riuscito a tradurre in gara quello che producevo in allenamento”. Nelle interviste del dopo gara, Brugnetti ha voluto fare una dedica particolare: “Vorrei dedicare questo oro a tutti coloro che mi sono stati vicino, ma soprattutto a una persona, la madre della mia ragazza: lei è stata e sta molto peggio di me, vorrei che questo oro le desse una gran forza per andare avanti”. “Mi aspettavo una medaglia, l’avevo detto alla vigilia – riprende il marciatore di Sesto San Giovanni – ma certamente non l’oro. Sapevo di essere migliorato, i test lo dicevano, mi sentivo all’altezza del meglio mondiale. Ma questa medaglia è qualcosa di speciale, è il frutto di scelte giuste”. La prima mattina di gare olimpiche per l’atletica non è vissuta solamente, in chiave italiana, sull’alloro di Brugnetti. La spedizione azzurra ha ritrovato anche il suo capitano, Nicola Vizzoni, argento a Sydney 2000, che riassaporando l’Olimpiade ritrova anche l’antico fulgore. Con un lancio di 76,84 l’azzurro ha colto la nona posizione: “Ho cancellato due anni di difficoltà, ora ci sono, ho colto il mio primo obiettivo. Domenica spero di progredire un altro po’ per entrare fra i primi otto e poter così lanciare sei volte, poi si vedrà”. Male invece è andato Fabrizio Donato, che nel salto triplo non è andato oltre i 16,45 metri: “Oggi non ha funzionato proprio nulla e non capisco il perché, visto che in allenamento avevo avuto riscontri molto positivi, validi per la finale. Ogni tanto guardavo in tribuna il mio allenatore Roberto Pericoli e lo vedevo allibito, evidentemente saltavo proprio male. Sono molto deluso”. Nel pomeriggio toccherà ai saltatori Alessandro Talotti e Nicola Ciotti, che nell’alto dovranno valicare l’asticella a 2,28 per entrare in finale. Nelle altre qualificazioni del mattino, nel triplo in finale tutti i favoriti, con lo svedese Olsson arrivato a 17,68, un’ipoteca sul titolo. Nel martello, Vizzoni a parte non sono mancate le sorprese: fuori tutti i tre russi, fuori il campione uscente, il polacco Ziolkowski, fuori anche il finlandese Karjalainen. Nei 100 femminili, nessuna eliminazione di rilievo, il miglior tempo è della bielorussa Nesterenko, 10.94. Nella foto: Il neocampione olimpico dei 20 km di marcia Ivano Brugnetti (Foto Omega/Fidal) File allegati:
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