Barcellona, Vizzoni coglie l'argento nel martello



Una giornata straordinaria allo Stadio Olimpico di Barcellona, contraddistinta da una serie di accessi in finale per la squadra azzurra, si chiude con un magnifico risultato: l'argento di Nicola Vizzoni nel lancio del martello. Il campione toscano sfodera una gara esemplare, e dopo un'altalena tra terzo e quarto posto, trova, nell'ultimo tentativo a disposizione, il lancio della medaglia, con 79,02. Oro allo slovacco Charfreitag, con 80,02, bronzo all'ungherese Pars, 79,06. Tra i risultati di grande rilievo ottenuti in giornata, la doppia-doppia dello sprint, con due qualificati alla finale dei 100 metri (Di Gregorio, con il personale di 10.17, poi settimo nel turno conclusivo, e Collio, ritirato per un lieve infortunio), e due qualificate alla finale dei 400 donne (Grenot e Milani, le medaglie si assegneranno venerdì). Finale anche per Christian Obrist nei 1500 metri (in programma sempre venerdì). Di rilievo, malgrado il mancato accesso alla finale, anche le prestazioni di Andrea Barberi (45.63) e Marco Vistalli (45.38) nei 400 metri piani.

LA CRONACA DELLA GIORNATA 

Martello uomini - La gioia negli occhi di Nicola Vizzoni è la gioia del capitano, dell'uomo esempio della squadra italiana. La sua gioia è il frutto di una serata bellissima, che regala a questo campione di Pietrasanta, protagonista di mille battaglie sportive, la medaglia d'argento europea nel lancio del martello. La misura del secondo posto arriva in chiusura, all'ultimo lancio di una gara emozionante, e riporta le cifre 79,12. L'oro va allo slovacco Charfreitag con 80,02, il bronzo all'ungherese Pars, con 79,06. La cronaca della gara è ricca di colpi di scena. Vizzoni parte discretamente, con un 75,72 di assaggio. Sale poi nel secondo turno a 77,29, misura che gli consegna il quarto posto parziale. Il polacco Ziolkowski, l'uomo che lo beffò a Sydney 2000, soffiandogli l'oro olimpico, è avanti 20 centimetri. Il Vizzo ha gli occhi giusti. Va in pedana per il terzo turno, e guadagna il bronzo, sparando un eccellente 78,03. Guida Charfreitag con 80,02, davanti a Pars, 79,06. La situazione non cambia al quarto lancio, con Vizzoni che piazza ancora un buon 77,66. Il toscano nel quinto e penultimo turno sfiora i 78 metri, segnando 77,95, sempre inseguito da Ziolkowski, che fa esattamente 40 centimetri in meno. Finché non si arriva all'ultimo turno di lanci. Il bielorusso Sviatokha, , fino a qul momento fermo a 76,74, fa 78,20, e soffia il bronzo a Vizzoni. L'italiano, a questo punto va in pedana per l'ultimo lancio da quarto (Ziolkowski fa solo 75,45): e qui il campione tira fuori tutto quello che ha dentro, gli anni di fatiche, di impegno, di lavoro, e tira fuori il lancio meraviglia. Il martello di Nicola vola lontano, lontanissimo, oltre i 79 metri, 79,12 per la precisione, a cogliere addirittura l'argento. E' il secondo della carriera, dopo quello a cinque cerchi di dieci anni fa. Oggi Vizzoni (maglia Fiamme Gialle da sempre, allenato da Riccardo Ceccarini) ha 36 anni, ed i suoi 120 kg ed oltre sono una montagna che innalza l'atletica italiana. E' la terza medaglia di questi Europei, dopo soli due giorni di gare, dopo quelle di Schwazer nei 20km di marcia, e di Meucci nei 10000 metri.

100 uomini - La finale dei 100 metri non vede protagonisti gli azzurri. L'oro va al francese Lemaitre con 10.11 (vento -1.0), che precede il connazionale Mark Lewis Francis e il francese Mbandjock, tutti e due fermi a 10.18, così come il portoghese Obikwelu e il britannico Chambers, il grande battuto della gara. Emanuele Di Gregorio è settimo in 10.34, mentre Simone Collio, che avverte il riacutizzarsi del problema muscolare avvertito in semifinale, fa solo pochi metri, e conclude al passo (anche se sul risultato ufficiale appare curiosamente come ritirato). Dal largo di una "particolare" combinazione di corsie (Collio in prima, Di Gregorio in ottava: sfortunaccia) i nostri non riescono a combinare granché. Detto di Collio, Di Gregorio si fa sorprendere dallo sparo (0.223 di reazione), mettendosi di fatto subito fuori dai giochi. Resta comunque la gioia per l'aver piazzato due maglie azzurre tra le otto della gara per le medaglie. Resta però da vedere, in prospettiva staffetta, come Collio uscirà dall'infortunio.

10000 donne - La gara di Federica Dal Ri finisce intorno al settimo chilometro, quando la trentina si accascia al suolo, dolorante. Niente da fare in una gara comunque proibitiva. L'oro va alla turca Abeylegesse, 31:10.23, davanti alla russa Abitova (31:22.83) e alla portoghese Augusto (31:25.77).

1500 uomini - Ancora un passaggio in finale. Lo guadagna Christian Obrist, quinto nella semifinale dei 1500 metri, piazzamento che lo spedisce nell'orbita della corsa per le medaglie, in programma dopodomani (venerdì). La gara dell'azzurro si sviluppa seguendo la classica trama tattica. Ai 400 metri si passa in 1:01, 2.02 agli 800, 2:33 ai 1000. Obrist sceglie di stare in coda, seguendo le tracce dello spagnolo Olmedo. Quando questi sceglie di muoversi, tra i 1000 e i 1100 metri, Obrist è bravissimo a risalire la corrente, piazzandosi in terza posizione. A 300 metri dal traguardo scoppia la bagarre, e quando si attacca il rettilineo conclusivo, l'altoatesino è a un paio di metri dal quarto posto che garantisce l'accesso diretto. Alla fine è quinto, in 3:42.02 (vince il britannico Baddeley, 3:41.46), una posizione che lascia aperta la porta dei ripescaggi. La seconda semifinale è ovviamente più veloce, ma i valori in campo appaiono più modesti. Vince lo spagnolo Estevez in 3:40.86, e sulla base della combinazione delle due classifiche, Obrist guadagna la finale con il miglior tempo dei ripescati.

400hs donne - Manuela Gentili si difende nella seconda semifinale dei 400 ostacoli, ma non va oltre il settimo  posto, ottenuto comunque con un onorevole 56.56. Tutto regolare nella ritmica, ma poche energie complessivamente da spendere, soprattutto negli ultimi 40 metri. Merita però l'apprezzamento per la condotta nel campionato, e nell'intera stagione, che l'ha vista progredire in maniera sensibile. La russa Antyukh conferma il pronostico, fissando il miglior tempo di ingresso alla finale, con 54.28.  

100 metri uomini - Oggi si riscrive la storia dell'atletica italiana. Almeno, quella nell'ambito della rassegna continentale. Due azzurri volano nella finale dei 100 metri. Emanuele Di Gregorio e Simone Collio sono protagonisti dell'impresa, e saranno di nuovo in gara nel giro di un'ora e mezza. La prima delle tre semifinali mette in mostra il gioiello francese, Cristophe Lemaitre, che vince in un eccellente 10.07, ottenuto contro un vento di 1.2 m/s. Ma è Emanuele Di Gregorio a far gridare d'entusiasmo, conquistando l'accesso alla finale con una prova superba. Il siciliano è secondo, con il personale portato a 10.17, tempo che è il frutto di una condotta del tutto priva di sbavature. La partenza è fantastica, migliore di quella del francese, così come l'accelerazione. Quando Lemaitre si distende, Di Gregorio non perde la testa, ma, anzi, sembra quasi sfruttare la scia del rivale, piombando, rabbioso, sul traguardo, a precedere il britannico Mark Lewis Francis (10.21). E' il momento della gioia, i pugni al cielo in un grido liberatorio. La seconda semifinale è la corsa del candidato numero uno al successo, il britannico Dwain Chambers. Che ovviamente non fallisce, correndo in 10.10 (-0.1). Il norvegese Saidi Ndure è secondo con 10.16, ma Simone Collio è lì, terzo, in 10.23. Buona la partenza dell'azzurro, così come tutto quel che viene dietro, compreso il tuffo sul traguardo. Il 10.23 lascia accese le speranze prima dell'ultima semifinale. Nella quale corre il terzo azzurro, Fabio Cerutti. Il via del torinese lascia pensare alla grande impresa, ma poi gli altri risalgono. Vince il francese Mbandjock in 10.19 (-1.0), davanti al portoghese Obikwelu, 10.25. Cerutti è quarto in 10.33. Ma Collio vola in finale, con il settimo tempo; alle spalle di Di Gregorio, quarto. Appuntamento alle 21.45.

400 metri uomini  - La gioia per il volo delle ragazze dei 400 metri, fa (quasi)- il paio con le emozioni suscitate dai colleghi maschi, che non centrano il passaggio alla finale, ma fanno benissimo, migliorandosi in maniera netta. La semifinale di Andrea Barberi, la prima, è terribile, con tutti i migliori. Jonathan Borlee, il belga che studia e si allena negli Stati Uniti, esagera, correndo in 44.71 (record nazionale e miglior prestazione europea dell'anno), con il francese Djhone che finisce secondo in 44.87. Il britannico Rooney, è terzo con 45.00, e con questo tempo sarà costretto ad attendere i tempi di recupero per parlare di finale. Cosa che non potrà comunque fare il romano, perché il polacco Mrciniszyn lo beffa sulle righe, rifilandogli cinque centesimi decisivi. Il verdetto dice 45.58 per il polacco, 45.63 per l'italiano, che fissa lo stagionale e la miglior prestazione italiana dell'anno. Per poco però. Perché Marco Vistalli, annunciato in condizioni di salute imperfette, fa una cosa eccezionale, piazzandosi al quarto posto nella seconda semifinale, in scia all'irlandese Gillick (44.79, davanti al britannico Bingham, 44.88) con il primato personale, 45.38, sesta prestazione italiana di sempre. Partenza non brillantissima, ma duecento metri, dal 100 al 300, di grande sostanza, con un rettilineo finale privo di tentennamenti. Il miglioramento del bergamasco (scuola Atletica Bergamo 1959, come la Milani) è di quasi sei decimi in un colpo solo, e anche in questo caso, come per le donne, apre scenari molto interessanti per il quartetto della 4x400. Che potrà contare anche sulla voglia di Claudio Licciardello.

400 metri donne - Due italiane in finale nei 400 metri ai Campionati Europei, una specie di sogno che prende corpo a Barcellona quando l'ultimo sole del pomeriggio allunga le ombre sulla pista. Libania Grenot e Marta Milani dipingono la tela del giro azzurro, con due gare esemplari per impegno e caparbietà. Marta Milani ha coraggio da vendere, e si vede fin dallo sparo. Passano solo in due, ma c'è la speranza di entrare nei due tempi di recupero, e l'obiettivo è subito chiaro. L'azzurra si lancia all'inseguimento della russa Firova e dell'ucraina Yefremova, che sono lontane da lei, nelle corsie esterne, e trascina alla rincorsa anche la francese Michanol. Il passaggio ai 200 è probabilmente oltre il limite, ma le energie da spendere sembrano essere in quantità. L'attacco al rettilineo finale vede la Milani battagliare con la francese per la terza posizione, ed il tuffo conclusivo premia la bergamasca di un centesimo, 52.36 contro 52.37 (vittoria alla Firova in 51.11). Un centesimo che alla fine sarà determinante. Libania Grenot corre l'ultima delle semifinali, e per una volta sorride alla telecamera che la riprende in presentazione, sicura di sé. E' un segno. La "panterita" aggredisce la curva e disegna 300 metri bellissimi, esce sul rettilineo al fianco della russa Ustaolva, ne ha ancora, la russa vince con 50.96, ma Libania è lì, a soli 7 centesimi, con il secondo tempo tra le ammesse alla finale, lo stagionale di 51.03. Il verdetto è chiaro: ci saranno tre russe in finale, con due italiane, e questo dà anche corpo alle speranze di una staffetta del miglio che può, finalmente, diventare da sogno. Cenno storico, in chiusura. Fino ad oggi due sole altre azzurre erano entrate in una finale europea: Donata Govoni ad Atene 1969, e Patrizia Spuri a Budapest 1998.

m.s.

Nella foto in alto, l'esultanza di Nicola Vizzoni a Barcellona; in quella in basso la quattrocentista Libania Grenot (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI/Results
- LE FOTO della SECONDA GIORNATA/Photos



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