Azzurro opaco, ma Carabelli ha fatto sognare



Per 350 metri abbiamo sognato la medaglia nei 400 ostacoli. Non è arrivata, ma Gianni Carabelli, almeno per il coraggio, ha dimostrato di essere all’altezza del grande passato italiano nella specialità. Gli sono mancati gli ultimi 50 metri, colpa di una preparazione contrassegnata quest’anno da troppi problemi fisici che gli hanno tolto smalto. La gara è stata appassionante, con il greco Iakovakis subito davanti e dietro Carabelli che ingoiava avversari a cominciare dal britannico Rhys Williams, per presentarsi sul rettilineo conclusivo in seconda posizione, poi l’acido lattico s’impadroniva dei suoi muscoli e gli altri rinvenivano. Alla fine 49.60, sesto posto e la consapevolezza che il Carabelli dello scorso anno sarebbe andato sicuramente sul podio. Intanto l’oro era di Iakovakis in 48.46 a conferma di una stagione magica, argento al talentuoso polacco Plawgo, che nelle categorie giovanili spadroneggiava (oro ai Mondiali Juniores 2000 e agli Europei U23 2003) con 48.71, bronzo a Rhys Williams (la pazienza paga…) in 49.12, un centesimo meglio del francese Keita bronzo olimpico 2004. Carabelli a parte, è stato quello odierno un pomeriggio di transizione per la squadra italiana. Nei 200 Alessandro Cavallaro è andato fuori in semifinale, ultimo in 21.19. Il siciliano è uscito male dalla curva, perdendo le frequenze e poi non è riuscito a produrre il suo recupero sul rettilineo. In finale grande prova del nigeriano-portoghese Francis Obikwelu autore del record nazionale con 20.01 davanti al padrone di casa Wissman, sorpresa relativa visto l’argento iridato indoor nel 2004, con 20.38 e bronzo al britannico Devonish in 20.54. Obikwelu fa doppietta 100-200, è il primo a riuscirci dall’impresa di Mennea a Praga ’78. Delusione poi per l’eliminazione nel triplo di Schembri (16,34) ma soprattutto di Donato, che non è andato al di là di 16,66 quando per tutta la stagione aveva viaggiato sui 17 metri ed oltre. La qualificazione ha detto che in finale si gareggerà per l’argento, con l’oro ipotecato dal fenomenale svedese Olsson capace subito di piazzare un 17,51 che la dice lunga sulle sue ambizioni (qui 11 anni fa Edwards stabilì il record mondiale con 18,29, il vero obiettivo dello scandinavo). Nel decathlon si è disimpegnato piuttosto bene Frullani, in lotta per entrare fra i primi 10 e magari centrare quegli 8.000 punti raggiungibili però solo con una seconda giornata quasi impeccabile. Nelle finali odierne la Russia ha confermato la sua potenza in campo femminile. Nei 400 il titolo è andato alla rivelazione della stagione, la bulgara Stambolova che in 49.85 ha avuto ragione delle russe Veshkurova (50.15) e Zaytseva (50.28). La doppietta mancata sul giro di pista è arrivata dagli 800, con la Kotlyarova, bronzo nel 2002 sui 400, autrice di un clamoroso recupero sul rettilineo conclusivo nei confronti della fuggitiva Klyuka. I giudici hanno impiegato molto tempo per ufficializzare il risultato perché la Kotlyarova si è fatta largo nel gruppo forse con qualche spallata di troppo, ma alla fine c’è stata benevolenza nei suoi confronti. Ottimo il tempo, 1:57.38 con la connazionale staccata di appena 10 centesimi e il bronzo andato alla britannica Lyne (quella penalizzata dalla Kotlyarova…) in 1:58.45. Sorpresa poi nel disco, con la Pishchalnikova che nell’occasione principale si è migliorata fino a 65,55 beffando la favorita tedesca Dietzsch, iridata in carica (64,35), con bronzo per la finora deludente Romania grazie alla Grasu (63,58). La Russia domina così il medagliere, ma questa una sorpresa non lo è proprio… Gabriele Gentili Nella foto: il portoghese Obikwelu, al secondo oro nella rassegna continentale (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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