Arese: "La mia vita come una favola"



Tranquillo, sorridente, perfettamente a suo agio. Franco Arese ha tagliato un nuovo traguardo, ha centrato un altro record. Sempre in atletica, certo, ma stavolta fuori dall'anello rosso della pista. E' il nuovo presidente della FIDAL, l'undicesimo della storia dell'Ente dal 1926. Dopo la proclamazione, solo un gesto di esultanza, le braccia alte come a tagliare il traguardo, spezzare con il petto il filo di lana, sorriso a tutta. Per poi tornare a sedersi, e parlare con pacatezza, infarcendo spesso il discorso di aneddoti della sua carriera di atleta. Con una riflessione posta in apertura: "La mia storia, se ci pensate bene, è come una favola: partito da atleta, ed arrivato fino alla presidenza della Federazione. In tempi come i nostri, contrassegnati da ritmi vertiginosi, una strada percorsa per intero è un fatto da non sottovalutare". E' stata un'assemblea contrassegnata dal fair-play, non crede? Sì, ma è un po' l'obiettivo che mi ero posto fin da quando ho cominciato a costruire la mia candidatura. Ho sempre voluto riunire l'atletica, rimettere insieme un movimento, cosciente del fatto che governare con il 51% dei consensi non serve a nulla. Ho lavorato sempre con la massima discrezione, rispettando scadenze importanti come quella dell'Olimpiade, perché era giusto che l'atletica la vivesse con serenità. Oggi credo che questo modo di operare sia stato premiato: non si vedeva un'Assemblea del genere da anni. La squadra che è venuta fuori dalle urne è di suo pieno gradimento? Direi proprio di sì. Mi spiace per Biasi, che è uscito per pochi voti, ma sono le incognite di un'elezione. Come ha trovato la dichiarazione fatta da Di Giorgio dopo l'Assemblea, tendente all'unità dell'atletica? Mi è piaciuta, devo dirlo. Non conoscevo bene Di Giorgio, ma devo ammettere che è una persona di valore. E' andato fino in fondo, seguendo il suo carattere friulano, ed ha perso come si dovrebbe sempre fare nello sport, accettando il responso del campo. Cosa pensa oggi di Gianni Gola? Abbiamo parlato a lungo, ieri sera. Io lo rispetto. Credo sia una persona seria, fatta certamente a suo modo, ma assolutamente onesta. Il modo di fare, a volte, può creare disorientamento nell'interlocutore. Ma è comunque una persona positiva. A quando i nomi dei Commissari tecnici? No, è troppo presto, per questa come per altre cose. Io non metto mai il carro davanti ai buoi, credo ci sia bisogno di tempo per ragionare e capire. Faremo un Consiglio federale già in dicembre, probabilmente nel prossimo weekend. Per il resto, dai Ct alle altre figure chiave, ne riparleremo a fine anno. Lunedì però annunceremo i due vicepresidenti. Chi le ha fatto la prima telefonata? Mio figlio Enrico, che ha sedici anni. Poi ho sentito il resto della famiglia, da mia moglie Vera ai miei altri due figli Edoardo (che ha 19 anni) ed Emanuele (21). Quanto tempo dedicherà alla FIDAL da presidente? Tutto il necessario. Del resto, ho un aeroporto vicino casa, a Cuneo, che ha tre collegamenti giornalieri con Roma. Posso arrivare in Federazione quando voglio, anche perché intendo esplorare a fondo questo mondo romano dello sport. Mi incuriosisce. Marco Sicari
Nella foto in alto, Arese al momento della proclamazione risponde al saluto dell'Assemblea. In basso, il nuovo Consiglio federale (Petrucci/FIDAL)



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