Aouani loves NY: ‘Central Park come San Siro’

08 Novembre 2023

La prima volta a New York travolto dal calore dei runners italiani: “Sul volo da Malpensa il 90% andava alla maratona”. La nuova vita al Tuscany Camp e la missione Giochi Olimpici: “Siamo in tanti a contenderci i tre posti, devo meritarmelo”

“Central Park è una bolgia, è come stare allo stadio di San Siro. Il mio aereo da Malpensa era pieno al 90% di podisti italiani che andavano a gareggiare. Per noi New York ha una tradizione e un’importanza unica nel suo genere”. Domenica scorsa Iliass Aouani ha vissuto per la prima volta l’esperienza della maratona più famosa al mondo e ha respirato il clima di un evento che va molto oltre lo sport. “L’atmosfera non l’ho percepita soltanto nel giorno della gara ma anche nei giorni precedenti, andando a provare gli ultimi sette chilometri del percorso. La medaglia da finisher, per molti, è il sogno della vita. Infortuni e cambi tecnici avevano messo in dubbio la mia partecipazione. La condizione non era ottimale. Però ho seguito i consigli dello storico organizzatore David Monti con cui ho cenato la sera prima della gara: mi aveva detto di non esagerare fino agli 8-10 km dalla fine. E così ho fatto, con una gara di rimonta, da cacciatore: l’idea di poter andare a prendere qualcuno mi ha aggiunto energie”. Senza i crampi avvertiti dal 35esimo chilometro in poi, avrebbe potuto classificarsi meglio del comunque prestigioso settimo posto ottenuto. “A quel punto ho pensato che non l’avrei finita - aggiunge il milanese delle Fiamme Azzurre - mi sono fermato, sono ripartito e ho adeguato la mia corsa. Mi resta un po’ di rammarico perché valevo la quinta posizione. Ma quel che conta è l’anno prossimo…”. 

La stagione prossima, il 2024, vuol dire Roma e Parigi. “Le Olimpiadi dovrò meritarmele nella maratona che farò in primavera - le parole del primatista italiano, 2h07:16 quest’anno a Barcellona - C’è fermento e siamo in tanti a contenderci i tre posti per Parigi. Una volta guadagnati i Giochi, faremo le valutazioni su Roma. Correre una mezza agli Europei, in preparazione di Parigi, avrebbe una sua logica. Escludo invece i 10.000 metri, preferisco concentrarmi sulla strada”. È stata una stagione di cambiamenti per Aouani, che da Ferrara, dove lo allenava Massimo Magnani, si è trasferito al Tuscany Camp di San Rocco a Pilli (Siena) per entrare nel gruppo di Giuseppe Giambrone: “È stato in grado di tirar su qualcosa che probabilmente in Europa non esiste. C’è tutto ciò di cui un corridore ha bisogno ed è perfetto per chi vuole allenarsi senza distrazioni. La mia necessità era avere ‘sparring’ di un certo valore e di stare in un ambiente con tanti stimoli: qui c’è un gruppo di atleti élite da Uganda, Burundi, Ruanda, ma anche a livello italiano la presenza di Yohanes Chiappinelli è significativa”. 

E il cross? Tra un mese c’è l’Europeo di Bruxelles, domenica 10 dicembre. “Sono stato sfortunato lo scorso anno a causa del Covid, l’ho preso pochi giorni prima di Venaria Reale e ancora mi dispiace. Per Bruxelles bisogna valutare la condizione dopo la maratona, la concorrenza è agguerrita ma sarebbe un obiettivo interessante. Adoro il cross”. 

Con Marco Sicari, direttore della comunicazione FIDAL, si parla anche della candidatura di Roma per i Mondiali del 2027, al termine della visita della commissione di valutazione di World Athletics di lunedì e martedì. “Siamo in una fase iniziale di quella che potremmo definire ‘una maratona’, ci sarà tempo entro gennaio per completare il dossier di candidatura. Le strutture, l’attrattiva, i servizi, sono quelli di una grande capitale europea e la percezione è che ci sia un’apertura di credito verso questa candidatura”. Aouani li sogna già: “I Mondiali a Roma sarebbero un fattore di enorme stimolo per noi atleti, una grandissima opportunità che in carriera mi auguro di sperimentare”.

GUARDA LA PUNTATA CON ILIASS AOUANI


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