ALLIEVI, GALVAN E GOTTARDO OSSERVATI SPECIALI



UN PO’ DI STORIA Si torna nel Lazio, a Rieti, nel prossimo fine settimana (da venerdì 23 a domenica 25), per la 40^ edizione dei Campionati Italiani allievi/e, quest’anno appartenenti alle classi 1988/89. Anche la prima edizione della rassegna nazionale della categoria venne disputata in questa regione, a Roma, l’8 e 9 ottobre 1966: allora i protagonisti, in campo maschile, furono atleti come Domenico Fontanella, che vinse lungo e triplo, o il discobolo Franco Sorato (poi primatista juniores della specialità) o ancora il 16enne piemontese Giacomo Marietta, uno che – con i suoi risultati del tempo – potrebbe competere ancora oggi per la vittoria nelle gare di mezzofondo. In campo femminile furoreggiò la velocista romana Michela Poggipollini, dominatrice degli 80 e dei 150 metri (il programma tecnico era ovviamente diverso da quello odierno), mentre sugli ostacoli primeggiò Antonella Battaglia, mamma di uno dei talenti rivelatisi nella categoria durante le ultime stagioni, la sprinter Giulia Arcioni. Non mancarono le sorprese, come negli ostacoli maschili, dove il viareggino Marzio Lunghi infilò Marco Acerbi, compianto protagonista azzurro degli anni ’70. L’evento rappresentava una linea di discontinuità con il passato, 40 anni fa, allorchè si discuteva se fosse giusto per atleti così giovani misurarsi in un clima agonistico molto acceso come un campionato nazionale: vinse l’impostazione innovativa, e si scomodò persino l’Avv. Onesti, storico presidente del CONI, per benedire in un lungo telegramma di congratulazioni (pubblicato sulla rivista federale) la decisione di far partire la manifestazione e il suo successo tecnico e di partecipazione. Oggi questi argomenti sono superati e la categoria - che a livello internazionale viene denominata “under 18” o “youth” - celebra eventi planetari come i Campionati Mondiali, la cui quarta edizione si è disputata nel luglio scorso a Marrakech. UNA STAGIONE PIENA DI EVENTI Questa edizione dei Campionati Italiani, attesa dalle gloriose piste e pedane del “Raul Guidobaldi”, arriva la termine di un’annata estremamente impegnativa. Soprattutto nel cuore della stagione, tra giugno e luglio, gli atleti di questa fascia di età sono stati coinvolti in numerose manifestazioni internazionali di grande spessore tecnico: in primo luogo, ovviamente, i Mondiali in Marocco – ai quali abbiamo accennato – ma in precedenza anche la Coppa Jean Humbert in Portogallo e poi l’EYOF, il Festival Olimpico della Gioventù Europea ospitato quest’anno da Lignano Sabbiadoro. E, in una stagione nella quale si è vivacemente discusso dei risultati degli azzurri a livello assoluto, si può dire che i giovanissimi non abbiano affatto deluso. Con l’avvertenza che la maggior parte dei ragazzi più promettenti avevano – probabilmente con una scelta razionale – finalizzato la preparazione soprattutto sulla manifestazione europea da disputarsi in casa, lasciando energie residuali per la rassegna iridata in Marocco. Non è stato così, naturalmente, per la rivelazione dell’anno, Matteo Galvan: il vicentino è stato capace di imporsi a Lignano e poi di guadagnare uno storico bronzo rivaleggiando con il gotha dello sprint anche a Marrakech. Un’impresa sottolineata da tre nuovi primati personali ottenuti sui 200 metri, partendo dal 21.49 di Abano Terme: 21.22 in batteria, 21.17 in semifinale e quindi 21.14 per il podio (secondo di sempre per la categoria, alle spalle del “fenomeno” Howe). Sempre ai Mondiali, un piazzamento eccellente è arrivato da un altro veneto, Leonardo Gottardo, capace del quinto posto in una grandissima finale del giavellotto con il nuovo limite nazionale della categoria a 74.80 (attrezzo da 700 grammi). Per il resto ci sono stati i piazzamenti da finale dei marciatori bergamaschi Matteo Giupponi e Sabrina Trevisan e qualche altra prestazione di buon livello, come quelle della martellista abruzzese Azzurra Di Ventura e e del triplista emiliano Lorenzo Franzoni. Ma, in generale, molti dei ragazzi che avrebbero potuto dire la loro addirittura in una finale mondiale, in realtà avevano già dato il meglio in occasione dell’EYOF di Lignano: in riva all’Adriatico si erano già espressi ai vertici Galvan e Gottardo, vincendo anche in quell’occasione, ma un terzo oro era arrivato da Riccardo Cecolin nell’alto, con un 2.14 che – se ripetuto a Marrakech – avrebbe avuto ben altro sapore. E un argento lo aveva conquistato il triplista chivassese Fabio Buscella, uno che avrebbe potuto affiancare con la misura ottenuta a Lignano il collega Franzoni nella finale mondiale. Per non parlare delle due friulane Claudia Maniero e Giulia Cargnelli, che a Lignano erano state quarte, sfiorando il podio: l’ostacolista, poi, in Marocco non è nemmeno andata, mentre l’astista Cargnelli, pur presentatasi con credenziali da finale, non è riuscita a passare le qualificazioni. A RIETI PER CHIUDERE BENE Ci sarà da stringere i denti, per molti: una maglia tricolore è sempre un bel premio e pochi rinunceranno a competere. In vista di Rieti, quindi, hanno già affilato le armi molti dei favoriti, al rientro dalle vacanze, come pure gli outsider in crescita in questo finale di stagione. Come detto, possono essere soprattutto i Tricolori di Matteo Galvan e di Leonardo Gottardo. L’ex calciatore di Bolzano Vicentino, reduce dal mare della Croazia dopo la sbornia post-Mondiale, ha già effettuato alcuni test agonistici interessanti: 10.97 a Riese e 10.99 a Rossano sui 100 (sicuramente non la distanza più congeniale per lui), poi 21.91 controvento al primo 200 dopo il bronzo iridato, la scorsa settimana ad Arzignano. A Rieti Matteo doppierà, e dovrà disimpegnarsi con attenzione tra avversari decisi a fargli la festa. Sembra invece superato il progetto di provare per la prima volta il giro di pista: l’esibizione, viste le caratteristiche del ragazzo, sarebbe stata molto interessante, ma lui e il suo tecnico Umberto Pegoraro non sono riusciti a trovare una gara che facesse al caso loro. Gottardo, dal canto suo, ha dimostrato di essere in forma mondiale già nei Regionali di categoria, a Rossano Veneto, dove ha lanciato il suo giavellotto a 73.57: c’è da credere che il portacolori della Vis Abano possa provare a incrementare a Rieti il suo primato italiano. Un pensierino al record di categoria potrebbe farlo anche Giulia Cargnelli che - da ultimo a Gorizia due settimane fa, saltando 3.90 – per tutta la stagione ha provato a migliorare il 3.95 che fruttò lo scorso anno la finale dei Mondiali juniores alla bergamasca Elena Scarpellini. Tra coloro che nel 2005 sono arrivati al limite nazionale “under 18” c’è pure la giovanissima siepista milanese della Pro Patria Paola Prina, che ad Alessandria il 18 luglio ha corso i 2000 siepi in 7:10.47. Detto di alcuni dei protagonisti attesi, da aggiungere a quelli già sopra menzionati – azzurri negli eventi internazionali – c’è da evidenziare l’incertezza che regna in alcune specialità: e, più di ogni altra cosa, è positivo che si tratti di incertezza frutto di rivalità a livelli dignitosi e non di livellamenti verso il basso. A parte il già nominato Cecolin, ad esempio, l’alto maschile vanta almeno altri 5 o 6 elementi in grado di misurarsi a quote superiori ai 2 metri, mentre nel lungo sono 5 gli atleti che nella stagione hanno superato i 7 metri. E nel triplo, oltre ai ricordati Franzoni e Buscella, già protagonisti nelle manifestazioni di cartello, è già approdato oltre i 15 metri anche Daniele Greco, il 16enne pugliese che lo scorso anno dominò tra i cadetti: e avere 3 allievi oltre quel limite nella stessa stagione non è certo per noi situazione usuale. Insomma, non ci sarà l’Howe della situazione, ma la profondità della lista fa ben sperare. Anche il mezzofondo, che sembra la croce del nostro movimento da un po’ di tempo in qua, a questi livelli ha comunque proposto elementi interessanti: certo, per quanto si è visto sulla scena internazionale, i nostri ragazzi mancano di duttilità tattica in rapporto ai rivali stranieri – e non parliamo certo di modelli difficilmente comparabili come i talenti africani, bensì dei colleghi europei della porta accanto. Ragazzi come Giovanni Bellino (1:51.8 sugli 800 in stagione) e Giovanni Boccoli (coraggiossimo interprete dei 1500 sia a Lignano, sia a Marrakech, dove ha migliorato in batteria il suo personale con 3:54.95) vantano sicuramente prestazioni valide, ma poi hanno dimostrato di non saper gestire tatticamente le situazioni quando la gara si fa calda. E dietro di loro ci sono altri ragazzi in grado di correre su ritmi non disprezzabili: come pure avviene in campo femminile con le varie Porcelluzzi (la pugliese ha corso gli 800 alla Coppa Humbert in 2:10.80) o Epis (capolista di 1500 e 3000) o Allegretta, punta di diamante delle cadette lo scorso anno. Peccato non aver potuto ancora schierare in azzurro, e sembrava possibile proprio ai Mondiali, un ragazzo del quale si dice un gran bene come Raphael Tahary, “Mohamed” per gli amici, un lombardo di origini tunisine che si è trovato alle prese con le solite pastoie burocratiche quando si è trattato di definire la cittadinanza: eppure il ragazzo della Pro Patria è quest’anno il capolista della categoria sia sui 3000 che sulle siepi. Sugli ostacoli alti si sono distinti due elementi veneti che sembrano avere buone qualità: l’altissimo vicentino Stefano Tedesco in campo maschile (due volte 14.08 e poi un 14.09 per lui in stagione) e la ragazza dell’Assindustria Padova Desirée Barbini, capace di migliorare il personale proprio all’EYOF con 13.99. Meglio le barriere intermedie delle ragazze, con la già nominata Claudia Maniero (miglioratasi a 60.42 nella finale di Lignano dove è stata quarta) e anche la marchigiana Erica Marziani, appena 16enne, ma già capace di correre in 62.08. Nella velocità, a parte Galvan, c’è una certa vivacità in campo maschile, ma i risultati tecnici più interessanti paiono quelli delle ragazze: con un pizzico di fortuna, ma anche di esperienza, in più avrebbero ottenuto maggiori soddisfazioni nelle gare titolate sia la romana Jessica Paoletta (che correrà in casa, difendendo i colori della Cariri: 11.91 di personale e 12.06 nella recente uscita di Coppa dei Campioni per club a Tuzla) che la catanese Lia Iuvara (due volte 11.7 manuale, anche se aiutata dal vento). Da non sottovalutare altri nomi, come le venete Angela Marcato e Marinella Maggiolo, ed anche la lombarda Roberta Colombo, che lo scorso anno ad Abano Terme sorprese tutte le rivali per vincere tra le cadette. Tra i duelli che si attendono più appassionanti, quello del disco femminile: protagoniste annunciate, la giovanissima friulana Tamara Apostolico (classe ’89, sesta a Lignano e un personale da 44.50) e la più esperta Ambra Julita, piemontese figlia d’arte che ha raggiunto una grande continuità di rendimento in questa stagione. Sempre parlando di lanci femminili, ci sono tre martelliste da più di 50 metri in stagione, con la finalista mondiale Di Ventura, l’italo-albanese di stanza nell’Astigiano Jeta Sokoli e la versiliese Micaela Mariani, allieva del campione azzurro Nicola Vizzoni come il tricolore juniores Lorenzo Rocchi. Interessante il rientro nella seconda parte della stagione della ebolitana Adriano Capodanno nel giavellotto: lo scorso anno la campana aveva dominato tra le cadette, ma questo inverno – di rientro dai campionati di Vigna di Valle – aveva subito un grave incidente, costretta così a rinunciare a gran parte degli appuntamenti dell’anno. A Rieti circoleranno mine vaganti, gli specialisti delle multiple che hanno carte da giocare nelle specialità singole: l’emiliana Serena Capponcelli (capolista dell’alto in assenza dell’infortunata Monica Cuperlo) o l’eclettico siciliano Fabrizio Brugnone (forte su ostacoli, alto e lungo). Qualche brivido, per concludere, potrebbero riservarlo anche le due gare del giro di pista: protagonisti attesi, il “Toro di Salerno” Giuseppe Aita, ex calciatore muscolatissimo e rivelazione della stagione con la finale ottenuta a Lignano (personale di 48.65), e la lombarda Elena Bonfanti, anche lei dignitosa all’EYOF (56.14 di personale, ottenuto nella finale B). Raul Leoni File allegati:
- IL DISPOSITIVO DELLA MANIFESTAZIONE



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