15 medaglie dalle strade di Pechino

19 Agosto 2015

Cast stellare per la maratona maschile dei Mondiali con Kiprotich a caccia del tris di successi dopo Londra e Mosca. Nel tacco-punta, la Cina ha l'occasione per un bottino d'oro.

di Marco Buccellato

Maratona, stavolta, più nobile che mai. I kenyani scottati dall'ugandese Kiprotich a Londra e a Mosca portano la First Class in Cina: chi detiene il record del mondo (Kimetto), chi lo ha detenuto (Kipsang) e chi ha conquistato Parigi (Korir). L'Etiopia ripresenta l'argento di Mosca Desisa e un paio di novità che hanno fatto saltare il banco a Dubai (Lemi) e a Tokyo (Negesse). La storia della maratona mondiale dice che il tricolore è il quarto vessillo più presente sul podio, con quattro presenze. Kenyani sette, etiopi sei, spagnoli cinque, poi ci siamo noi. L'azzurro di Cina è il campione d'Europa Daniele Meucci, spintosi ai suoi limiti cronometrici sotto la tempesta d'acqua di Otsu, e il veterano Pertile. Nei primi venti posti delle graduatorie mondiali della maratona femminile c'è una sola kenyana, brutto segnale in prospettiva pechinese, e la più quotata in gara sarà l'iridata uscente Kiplagat, 36 anni, undicesima quest'anno a Londra e iscritta come "title defender". L'Africa dei 42 km è soprattutto etiope, da quando la stagione ha preso il via. L'altra Dibaba (Mare) è la favorita, candidata al primo successo etiope nella storia iridata dal 1983.

La marcia di Pechino ha la Russia, capace di prendersi otto dei nove ori disponibili nelle ultime tre edizioni del mondiale, con una quota ridotta al minimo (dal solo Yargunkin, tra gli iscritti figurano anche i nomi dell'iridato Ivanov e della Vasilyeva). I cinesi annusano così nell'aria casalinga un'occasione unica e hanno ragione, essendo presenti sui podi che contano da Londra 2012. La prateria che ha aperto opportunità insperate comprende quindi, nella gara femminile, le speranze di Hong Liu, neoprimatista mondiale dei 20 km, della nouvelle vague europea di Drahotova e Olyanovska, e dell'azzurre Giorgi e Rigaudo. Grande Oriente anche sui 20 km maschili: in gara un campione olimpico (Chen Ding) e un recordman mondiale (Suzuki), e marciatori di gran pedigree quali lo spagnolo Lopez. Sui 50 km partita aperta con lo slovacco Toth, i giapponesi e veterani del tacco-punta come Tallent e Garcia.

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