Parigi, Duplantis scala la Torre Eiffel

28 Agosto 2021

Lo svedese supera i 6,01 nella tappa francese della Wanda Diamond League e attacca i 6,19 del record del mondo. La Thompson-Herah corre i 100 in 10.72, gli USA Kerley e Bednarek i 200 in 19.79 (Desalu settimo in 20.41).
Spettacolo nella tappa parigina della Wanda Diamond League. Allo stadio di Charlety lo svedese Armand Duplantis sale a 6,01 nell'asta, prima di provare (senza riuscire) il record del mondo a quota 6,19. Ancora uno sprint strepitoso per la giamaicana Elaine Thompson-Herah: i suoi 100 metri si chiudono in 10.72 (+1.3), nel nuovo attacco al record del mondo di Florence Griffith-Joyner. La burundiana Francine Niyonsaba sigla il quinto crono all-time nei 3000 metri (8:19.08; Nadia Battocletti è tredicesima in 8:58.12), mentre nei 200 metri gli statunitensi Fred Kerley e Kenneth Bednarek fanno registrare un eccellente 19.79 (+1.6, stesso crono per entrambi, classifica nell'ordine sulla base dei millesimi di secondo); nella loro scia, e malgrado la corsa nell'impossibile prima corsia, Fausto Desalu è settimo in 20.41. Elena Vallortigara sale a 1,92 nell'alto e si piazza al settimo posto (successo dell'australiana McDermott, 1,98); stessa classifica per Tobia Bocchi nel triplo (16,53, +0.2), e per Osama Zoghlami nei 3000 siepi (8:17.24), a precedere Ahmed Abdelwahed (ottavo in 8:19.14).

LA CRONACA DELLE GARE

Desalu lotta e chiude in 20.41, Kerley e Bednarek sfrecciano in 19.79

Fausto Desalu è settimo nei 200 metri, con un 20.41 (vento +1.6) che è gran risultato, considerata l'impossibile prima corsia nella quale è stato ottenuto. L'oro olimpico della staffetta 4x100 metri si batte bene, soprattutto nella curva, cercando di recuperare centimetri agli avversari; nel finale paga un po', come ovvio, ma coglie comunque un buon risultato cronometrico (e si colloca al nono posto nella classifica della Diamond League). Davanti è lotta spalla a spalla tra gli statunitensi Fred Kerley (l'argento olimpico dei 100 di Tokyo) e Kenneth Bednarek (l'argento a cinque cerchi dei 200): i due finiscono nell'ordine, entrambi accreditati di un eccellente 19.79.

Niyonsaba stellare, Battocletti generosa

Poca gloria per Nadia Battocletti in un 3000 metri di livello stellare. La trentina, con notevole generosità, prova a seguire il ritmo furioso impostato per la burundiana Francine Niyonsaba, ma finisce per rimanere sola nel cuore della prova, finendo al tredicesimo posto in 8:58.12 (non lontana dal personale realizzato quest'anno, 8:54.91). Niyonsaba è scatenata: il suo 8:19.08 (miglior tempo mondiale dell'anno) vale la quinta posizione nella lista iridata di sempre della distanza. Una prestazione sensazionale (passaggi da 2:48 e 5:34), che apre uno score tutto da raccontare: in tre finiscono sotto gli 8:30 (con Niyonsaba, l'etiope Ejgayehu Taye, 8:19.52, sesta prestazione mondiale di sempre, e la keniana Margaret Kipkemboi, 8:21.53), sei delle prime sette firmano il primato personale (tra loro la norvegese Grovdal, settima in 8:33.47).

Ancora un super-crono per Elaine Thompson nei 100 metri: 10.72

A dirla tutta, quello che fa sorridere è il volto corrucciato, nel post gara, di Elaine Thompson-Herah. L'autrice della tripletta olimpica ai Giochi di Tokyo (oro nei 100, 200 e nella staffetta 4x100 metri, cinque anni dopo la doppietta di Rio - nella staffetta, in Brasile, fu "solo" seconda...) vince in 10.72 (+1.3), tempo sensazionale, che però non soddisfa la giamaicana, reduce dal 10.54 di Eugene e dal 10.64 di Losanna. La caccia al record del mondo (il discusso 10.49 di Florence Griffith, datato 1988), fatto tremare dalla Thompson-Herah nella tappa statunitense della Wanda Diamond League, sembra ancora aperta, e in assenza di Shelly-Ann Fraser-Pryce (che a Losanna aveva vinto in 10.60), tutto quello che accade alle spalle perde quasi significato. L'altra giamaicana Shericka Jackson è seconda in 10.97, con la britannica Dina Asher-Smith che completa il podio in 11.06.

Mondo Duplantis dà spettacolo: 6,01 e tre tentativi (falliti) ai 6,19 del record del mondo

Quando va in pedana lui, lo spettacolo è (quasi sempre) garantito. Armand Duplantis ruba la scena allo stadio Charlety di Parigi salendo ancora una volta oltre i 6 metri nell'asta. Il 6,01 finale è la misura della vittoria, soffiata all'avversario che non t'aspetti, ovvero il filippino Ernest Obiena, capace di siglare il record nazionale con un superlativo 5,91, prima di concedersi anche l'ebbrezza di due tentativi a 5,96 e addirittura uno a 6,01. E per un momento, ovvero dopo l'errore a 5,91, Duplantis si trova anche a dover inseguire il rivale; il tempo di un sospiro e arrivano, in successione, i salti riusciti al primo tentativo a 5,96 e poi a 6,01. Terza piazza per lo statunitense Chris Nielsen, 5,81. Poi, i tre tentativi di Duplantis a 6,19, assistito in pedana da consiglieri d'eccezione come Sam Kendricks e Renaud Lavillenie.

Dominio Kenya nei 3000 siepi, ma gli italiani non finiscono lontani

Azzurri tra i protagonisti in un 3000 siepi di altissima qualità. Il Kenya fa tripletta, con Benjamin Kigen, ben lanciato da Ala Zoghlami (nell'inedito ruolo di lepre: 2:43, 5:26) che firma il mondiale stagionale in 8:07.12 e precede i connazionali Abraham Kibiwot (8:09.35) e Leonard Bett (8:10.21), ma nella loro scia fanno bene sia Osama Zoghlami (settimo in 8:17.24) sia Ahmed Abdelwahed (ottavo in 8:19.14). Una brutta caduta sulla prima barriera mette fuori gioco il campione olimpico di Tokyo, il marocchino Soufiane El Bakkali; su di lui, rischia di cadere anche l'azzurro Abdelwahed, bravo poi a recuperare e a conquistare i punti utili per la qualificazione alla finale di Zurigo.

Vallortigara sale a 1,92, Tobia Bocchi 16,53


Settimo posto per Elena Vallortigara nell'alto. La veneta supera l'1,92 alla prima prova, dopo aver faticato a 1,89 (ok al terzo tentativo), ma deve arrendersi tre centimetri più su, con la barra posta a 1,95. Il successo è dell'australiana Nicola McDermott, l'argento di Tokyo, il cui 1,98 alla prima prova basta per superare la medesima misura (ma superata al terzo salto) della russa Mariya Lasitskene, l'oro dei Giochi. Nel triplo uomini, Tobia Bocchi è settimo con 16,53 (+0.2), miglior misura di una serie contraddistinta da un 16,30, un 15,60, e due nulli. Vince Fabrice Zango grazie ad un 16,97 (+1.7) realizzato nel salto di finale, anche se la miglior misura della gara la firma l'algerino Mohamed Triki (17,16, +1.7). Inversione finale anche nel giavellotto maschile: Johannes Vetter centra gli 87,20 al terzo lancio, ma è beffato dal grenadino Anderson Peters, 85,98 di miglior misura, ma più efficace nel sesto e decisivo lancio (84,84 contro 80,23).

La dominicana Marileidy Paulino fa ancora centro nei 400 metri: il sui 50.12 chiude la partita nell'atteso confronto tra la statunitense Allyson Felix (terza in 50.47) e l'olandese Femke Bol (quarta in 50.59); prima di loro, anche Sada Williams (Barbados), 50.30. Vince anche Sandra Perkovic nel disco: il suo lancio migliore è misurato a 66,08, e per una volta la classifica rispecchia anche i valori espressi in pedana, visto che nel sesto e ultimo lancio - quello della cosiddetta "finale" - è ancora Perkovic la migliore, con 65,68 (la cubana Perez è seconda con 65,31). Bel successo negli 800 metri del keniano Wyclife Kinyamal, 1:43.94, mentre brillano nei 100hs la giamaicana Danielle Williams, prima in 12.50 (+1.7) e l'olandese Nadine Visser, seconda con record nazionale olandese portato a 12.58. Gran gara anche sulle barriere alte al maschile: il giamaicano Hansle Parchment legittima l'oro olimpico con il successo in 13.03 (+0.7), cinque centesimi meglio dello statunitense Devon Allen (13.08).

m.s.
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