Zurigo: Folorunso quinta con grinta

01 Settembre 2016

Prima finale della IAAF Diamond League 2016: la 19enne delle Fiamme Oro abbatte la prima barriera, ma chiude comunque in 55.69 nei 400hs. Trost si ferma a 1,90 nell'alto. 

di Alessio Giovannini

Un quinto posto e, ancora una volta, tanta determinazione per Ayomide Folorunso che stasera ha fatto il suo debutto al prestigioso Weltklasse di Zurigo, prima finale della IAAF Diamond League 2016. L'ancora 19enne delle Fiamme Oro ha così chiuso i 400hs in 55.69, non lontana dal personale, malgrado un avvio segnato dall'impatto contro il primo ostacolo a cui ha saputo reagire con grande grinta sul blasonato anello rosso del Letzigrund. Nell'alto vinto dalla regina di questa stagione, la spagnola Ruth Beitia (1,96), l'azzurra Alessia Trost esce di scena in nona posizione con 1,90 e tre "X" a 1,93. Assegnati i primi 16 Diamond Trophy ad altrettanti vincitori delle Diamond Race che intascano anche un assegno da 40.000 dollari. Collezione completa per l'astista Renaud Lavillenie che stasera "pareggia" a quota 5,90 con lo statunitense Sam Kendricks, ma il francese si aggiudica per la settima volta di fila - nessuno come lui - il successo finale nel circuito. Tra gli acuti del meeting il 22,20 nel peso del neozelandese Tom Walsh (primato dell'Oceania) e il 17,80 (+0.1) nel triplo dell'olimpionico statunitense Christian Taylor. E se nei 100 metri Asafa Powell sfreccia in 9.94 (+0.4) centrando il 98esimo sub-10 secondi della sua carriera, non delude l'attesa sfida sui 200 femminili dove la campionessa olimpica Elaine Thompson rimonta e beffa di un centesimo, 21.85 a 21.86 (+0.2), l'iridata Dafne Schippers. Ultimo appuntamento della "Lega dei Diamanti" sarà la finale del 9 settembre a Bruxelles.

AYO CON CARATTERE - Ayomide Folorunso ha già fatto il suo esordio in Diamond League al Golden Gala di Roma, ma Zurigo è il suo primo grande meeting internazionale all'estero sui 400hs. Come in batteria alle Olimpiadi, l'ancora 19enne delle Fiamme Oro corre in prima corsia, ma per l'azzurra questo non sembra essere un problema. Semmai stasera per lei (componente anche della staffetta 4x400 azzurra che ha riscritto il record italiano a Rio) c'è una piccola complicazione in più come la prima barriera abbattuta: Ayo non demorde e continua imperterrita la sua gara. Reagisce con carattere, chiude forte e nel finale aggancia anche il quinto posto in 55.69 (a 19 centesimi dal PB) lasciandosi alle spalle la svizzera Léa Sprunger (55.71, sesta) e la polacca Joanna Linkiewicz (56.24, ottava) ovvero il bronzo e l'argento degli Europei di Amsterdam dove proprio la Folorunso era finita quarta. Vittoria in 53.97 alla 21enne statunitense Shamier Little, che torna alla ribalta: argento mondiale nella scorsa stagione, quest’anno non era più scesa sotto i 55 secondi dopo il 53.51 corso nel mese di giugno. Alle sue spalle la danese Sara Petersen, campionessa europea e argento a Rio, cerca la rimonta nel rettilineo finale ma deve accontentarsi del secondo posto in 54.22.

INFINITA BEITIA, TROST 1,90 - Il 2016 è davvero l'anno di Ruth Beitia. Argento ai Mondiali Indoor, oro agli Europei e alle Olimpiadi, la 37enne spagnola mette il sigillo alla stagione con la vittoria in Diamond League. A Zurigo è l'unica a superare 1,96 dopo una progressione netta, poi fa posizionare l'asticella a 2,02: saltarlo significherebbe eguagliare PB e primato nazionale. Tutto il pubblico fa il tifo, ma anche senza record per lei è comunque un bel finale. L'azzurra Alessia Trost è nona con 1,90 (quota superata all'ultima prova a disposizione) e tre errori a 1,93. La 23enne pordenonese delle Fiamme Gialle scende così al quinto posto finale nella classifica a punti del circuito.

UN CENTESIMO TRA THOMPSON E SCHIPPERS - La sfida ad alta velocità sui 200 femminili non delude le attese: l’iridata olandese Dafne Schippers azzecca un’ottima partenza e si porta subito in testa, ma è inesorabile la rimonta della campionessa olimpica Elaine Thompson che recupera centimetro su centimetro e proprio sul filo di lana arriva davanti in 21.85 (+0.2), record della Diamond League. Un centesimo in meno della Schippers, che coglie lo stagionale con 21.86 ed era già sicura del successo in classifica, poi terza Allyson Felix in 22.02. Nei 400 maschili LaShawn Merritt resiste al tentativo di rientro del grenadino Bralon Taplin, che lo impegna fino alla fine, ma lo statunitense vince in 44.64 contro 44.70 e si aggiudica il premio di specialità. 

TRIPLO TAYLOR 17,80, WALSH ANCORA SUPER NEL PESO 22,20  - Alla sua prima uscita agonistica dopo il secondo oro olimpico in carriera, nel triplo Christian Taylor vola ancora lontano e atterra a 17,80 (+0.1), record del meeting, pur senza avversari in grado di impensierirlo con Troy Doris (Guyana) secondo a 17,01. E lo statunitense può celebrare la sua quinta Diamond Race consecutiva. Terzo successo di fila nel dopo-Rio per il pesista neozelandese Tom Walsh, capace di migliorare ancora una volta il suo record dell’Oceania con 22,20 (venti centimetri in più rispetto a Parigi). Il 24enne iridato indoor, che ha lavorato anche come operaio edile, conquista il trofeo con il diamante grazie alla vittoria sul campione olimpico Crouser (22,00) e sull’oro mondiale Kovacs (21,20).

1500 PALPITANTI, 800 IN FOTOCOPIA - Finale avvincente anche nei 1500, con la statunitense Shannon Rowbury che trova un varco all’interno e vince in un notevole 3:57.78. Qui ad essere superata negli ultimi metri è la britannica Laura Muir (3:57.85), ma la 23enne scozzese può consolarsi con i 40.000 dollari del montepremi per la Diamond Race visto che riesce a scavalcare in classifica l’olimpionica Kipyegon, crollata nel rettilineo conclusivo e solo settima in 4:01.86. Stesso podio di Rio sugli 800 metri: Caster Semenya corre sempre davanti alle avversarie e ribadisce la propria superiorità con 1:56.44, sulla burundese Niyonsaba (1:56.76) e la keniana Wambui (1:57.04), poi ancora brillante la polacca Jozwik, quinta alle Olimpiadi e oggi quarta in 1:58.21 sulla statunitense Grace (personal best con 1:58.28). Per la sudafricana anche il primo posto nella classifica a punti. Gara insolita sui 5000 metri, non per questo meno interessante: protagonista lo statunitense Evan Jager, argento olimpico dei 3000 siepi, in fuga dietro alla lepre Hillary Maiyo per tentare il colpaccio. Ma all’ultima curva c’è il sorpasso dell’etiope Hagos Gebrhiwet (sempre piazzato nelle grandi manifestazioni: argento ai Mondiali nel 2013, bronzo nel 2015 e terzo anche a Rio), che conquista la gara in 13:14.82 e anche il Diamond Trophy. Sul traguardo secondo l’argento olimpico Chelimo (13:16.51), finisce terzo il coraggioso Jager in 13:16.86.

JEBET PER IL DIAMANTE, POWELL FA 98 - Questa sera contava vincere e Ruth Jebet centra in pieno il suo obiettivo. La non ancora ventenne keniana con passaporto del Bahrein, neoprimatista mondiale dei 3000 siepi (8:52.78 sabato scorso a Parigi), chiude in 9:07.00 e sigilla la leadership in classifica, davanti all’iridata keniana Kiyeng (9:10.15) e alla statunitense Coburn (9:17.42), di nuovo lo stesso podio di Rio. Un altro crono sotto i 10 secondi, il 98° in carriera per Asafa Powell che sfreccia in 9.94 (+0.4) e conquista la sua seconda Diamond League sui 100 metri (dopo quella del 2011), per avere la meglio del sudafricano Simbine e dell’ivoriano Meité, entrambi a 9.99.

HARRISON REGINA SENZA MEDAGLIA - Meno straripante del solito Kendra Harrison, ma la primatista mondiale dei 100 ostacoli è ancora la numero uno in questa stagione, almeno nei meeting della Diamond League, e si impone in 12.63 (+0.4). Quest’anno ha sempre vinto, eccetto che ai Trials dove si è piazzata sesta, mancando così la qualificazione olimpica. La britannica Tiffany Ofili regola le altre per il secondo posto in 12.70 su Dawn Harper-Nelson (12.73), quarta Jasmin Stowers con 12.78 dopo un rapido avvio. Mai dare per vinto Kerron Clement sui 400 ostacoli. Fino all’ultima barriera in tanti sembrano contendersi il successo, ma poi con 48.72 sbuca lo statunitense che a Rio ha vinto la sua seconda Olimpiade (otto anni dopo la prima) e qui anche la Diamond Race. Non basta la standing ovation dello stadio Letzigrund per spingere l’elvetico Hussein nelle posizioni di vertice, quinto in 49.21 preceduto anche dal portoricano Culson (48.79), dal sudafricano Van Zyl (48.80) e dall’estone Magi (48.90). Si ferma quasi subito il keniano Tumuti, argento olimpico.

LAVILLENIE: L'ENPLEIN CON UN PAREGGIO - Pari e patta sulla pedana dell’asta, con il primo posto ex aequo per Sam Kendricks e Renaud Lavillenie che superano 5,90 alla seconda prova e poi falliscono i tentativi a 6,01. Per il francese c’è quindi la soddisfazione di battere l’olimpionico Thiago Braz, terzo con 5,84, oltre che di festeggiare la settima vittoria consecutiva in Diamond League (unico atleta della storia). Successo all’ultimo turno per Brittney Reese nel lungo con 6,95 (-0.2) per due centimetri davanti alla serba Ivana Spanovic, che era in testa fin dall’inizio (6,93/0.0) ed è però irraggiungibile in testa al ranking, mentre l’olimpionica Bartoletta conferma di essere in calo di condizione: per il terzo meeting di fila non si qualifica per i salti conclusivi, che spettano alle prime quattro, e finisce sesta con 6,51.

IMBATTIBILE PERKOVIC - Non ha rivali nel disco Sandra Perkovic: la doppia olimpionica croata mantiene l’imbattibilità stagionale con 68,44 e un vantaggio di quattro metri e mezzo nei confronti della francese Mélina Robert-Michon (63,91), argento a Rio, e anche stavolta come alle Olimpiadi è terza l’iridata cubana Caballero (62,80). La Perkovic si aggiudica la Diamond League per la quinta volta. Anche nel giavellotto l’atleta più in forma del momento, il ceco Jakub Vadlejch, riesce nella doppia impresa: vittoria nel meeting con 87,28 e nella classifica finale, superando l’olimpionico Rohler (86,56). Chiusura con la 4x100 del tradizionale Zurich Trophy, vinta dal quartetto giamaicano con Christania Williams, Elaine Thompson, Simone Facey e Veronica Campbell-Brown in 41.65, mentre vengono squalificate le statunitensi per un secondo cambio non riuscito, a causa di un problema fisico occorso ad Allyson Felix. Nell’asta femminile, disputata all’interno della stazione ferroviaria (e quindi indoor) 24 ore prima del resto del programma, la britannica Holly Bradshaw ha vinto con il suo record stagionale (4,76), per sorprendere la statunitense Morris (stessa misura, ma con un errore alla precedente quota di 4,71) e la greca Stefanidi (4,71), rispettivamente argento e oro a Rio de Janeiro.

VINCITORI DIAMOND RACE 2016
UOMINI DONNE
100m: Asafa Powell (JAM)
400m: LaShawn Merritt (USA)
5000m: Hagos Gebrhiwet (ETH)
400hs: Kerron Clement (USA)
Asta: Renaud Lavillenie (FRA)
Triplo: Christian Taylor (USA)
Peso: Tom Walsh (NZL)
Giavellotto: Jakub Vadlejch (CZE)
200m: Dafne Schippers (NED)
800m: Caster Semenya (RSA)
1500m: Laura Muir (GBR)
3000 siepi: Ruth Jebet (BRN)
100hs: Kendra Harrison (USA)
Alto: Ruth Beitia (ESP)
Lungo: Ivana Spanovic (SRB)
Disco: Sandra Perkovic (CRO)

 

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- RISULTATI/Results

Elaine Thompson e Dafne Schippers (foto Colombo/FIDAL)


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