Valla, la donna che non conosceva ostacoli

24 Marzo 2020

LÒRIGA STORY - Trebisonda, detta Ondina: la prima atleta italiana campionessa olimpica. Il nome ispirato a un vicolo di Bologna, i Giochi del Führer, l’oro degli 80hs al fotofinish

I miei ricordi - Avendo conosciuto personalmente gli olimpionici dell'atletica italiana ve li ricordo, con particolari talora inediti delle loro carriere. Vanni Lòriga

Quando conobbi personalmente Ondina Valla, la prima delle tre olimpioniche dell’atletica italiana, di lei sapevo molto. Quasi tutto, ma non tutto. Avevo visto decine di volte il film Olympia della grandissima regista tedesca Helene Bertha Amalie "Leni" Riefenstahl. Ma di tutto questo tratterò più avanti.

La vera storia di Trebisonda

Partiamo invece da Trebisonda, il suo vero nome di iscrizione all'anagrafe. È evidente che si riferisce alla città della Turchia che era insostituibile punto di riferimento per i naviganti dei tempi andati. Si diceva, di chi si smarriva, che avesse "perso la Trebisonda", cioè la giusta direzione. Ma come mai venne in mente a Gaetano Valla di imporre così inconsueto nome alla figlia, prima femmina dopo quattro maschi? Tutto nasce dal fatto che ogni giorno Gaetano, insieme ai fratelli Walter ed Augusto, per raggiungere da via della Ferriera in Santa Viola (a Bologna, dove abitavano e dove nacque anche Ondina) il loro negozio di fabbro vicino alle Due Torri, sfioravano proprio vicolo Trebisonda. Per anni chiuso al traffico, recentemente è stato riaperto. Una lapide racconta la sua storia che aveva affascinato papà Gaetano.

Sapevo anche quando e come Trebisonda avesse cominciato a praticare l'atletica. Il mitico dirigente della Virtus e presidente del Comitato Emiliano della FIDAL capitano Francesco Vittorio Costa nel 1927 organizza una selezione nelle scuole elementari di Bologna e nella "De Amicis" scova una bimba di 11 anni (nata il 20 maggio 1916) che salta in alto 101 centimetri. Si chiama, ovviamente, Trebisonda Valla e la sua carriera è folgorante.

Debutto a 12 anni con corse veloci sotto le tribune dello Stadio Littoriale. A quei tempi a Bologna si facevano le indoor... Dal 23 giugno 1927 al 4 ottobre 1952 disputa oltre 300 gare, stabilisce 28 primati italiani, veste la maglia azzurra per 18 volte dal 1930 al 1940, vince 16 titoli nazionali. Gareggia per società bolognesi sino al 1940 e poi si trasferisce a Roma (Parioli, poi Bruno Mussolini). Ovviamente dove fa anche l'allenatrice.

La finale ce la racconta lei


E siamo finalmente arrivati ai giorni di Berlino. La finale si corre  il 6 agosto ed è possibile rivederla su Internet cliccando Ondina Valla la prima campionessa olimpica italiana. Il docufilm Olympia (che fu premiato alla Mostra del Cinema di Venezia) della già ricordata Leni Riefenstahl (che nel 1972 seguì come fotografa i Giochi di Monaco di Baviera) racconta tutto. Claudia Testoni, bolognese come la Valla e futura campionessa d'Europa con record mondiali, è la più rapida in partenza ma Ondina recupera in progressione e si getta sul filo anticipando la spalla destra. Ma sono in quattro a tagliare quasi contemporaneamente il traguardo, tutte accreditate dello stesso tempo di 11.7. Necessario ricorrere al fotofinish.

“Le batterie le passiamo di slancio - scrive la stessa Ondina in uno speciale edito dalla Gazzetta - e la Testoni vince la sua, io sono seconda nella mia, senza affannarmi, ed andiamo alle semifinali. Qui a me va splendidamente perché filo via con un un ritmo facile, vincendo in 11.6 eguagliando il record del mondo”. Nello stesso giorno Oberweger vince il bronzo nel disco ed in Casa Italia si esagera un po’ nei festeggiamenti. “Sarà per quello - continua la Valla - sarà stata la fatica di due prove in un giorno, forse per altri motivi, il fatto è che il giorno della finale avevo dolori alle gambe e non riuscivo neanche a camminare. Fu per questo, credo, che in partenza fui più lenta di tutte... ma ai 50 metri ero alla stessa linea delle altre, che precedevo al traguardo. Sapevo di aver vinto ma per averne la conferma dovetti attendere il responso fotografico della Zeiss Kamera”.

Ci volle una trentina di minuti per conoscere il responso ufficiale: Valla 11.748, Steuer 11.800, Taylor e Testoni 11.818. Avrebbero potuto assegnare due medaglie di bronzo a pari  merito ma i giudici tedeschi sono notoriamente inflessibili e a Claudia fu assegnato il quarto posto. Chiesi alla signora Ondina Valla quanto avesse trepidato in quella mezza ora di attesa e la risposta fu lapidaria: “Ero tranquillissima perché sapevo di essere arrivata prima ed inoltre ero certa che il fotofinish non poteva deludermi: avevo più seno delle altre!!!".

Il Vaticano le vieta Los Angeles 1932


Ondina era stata prescelta, unica donna, per partecipare ai Giochi della X Olimpiade di Los Angeles. Resta invece a casa per l’opposizione del Vaticano. Lo stesso Pio XI, Achille Ratti, detto il Papa Alpinista e amante dello sport, durante la Benedizione della domenica definisce “sconveniente” la presenza di una donna sola su una nave che imbarcava 102 esuberanti atleti.

Ondina
Trebisonda divenne Ondina per decisione di Marina Zanetti che aveva l’incarico di DT del settore femminile della Fidal. Unica donna a ricoprire un tale incarico era di carattere assai determinato. Per evitare i continui strafalcioni, talora volontari, della stampa, decise l'uso ufficiale del nome Ondina, che peraltro venne pronunciato in famiglia Valla soltanto dopo i Giochi berlinesi. La torinese Zanetti era stata discreta ostacolista e campionessa italiana di pallacanestro.

Ostello della Gioventù
Recentemente è stato intitolato ad Ondina. Ricordo che inizialmente la costruzione era adibita a foresteria per i Maestri che frequentavano l’Accademia di scherma. Non tutti sanno che la Valla nei mesi invernali tirava di fioretto...

Lanciatrice abruzzese
Nel 1950 Ondina Valla si tesserò per la società di atletica pescarese Aterno, lanciando peso e disco. In quel periodo viveva a L’Aquila dove il marito Mario Guglielmo De Lucchi esercitava la professione medica. Lo aveva conosciuto nel 1943 quando si affidò alle sue cure di traumatologo al Rizzoli di Bologna. Si sposarono l’anno successivo.

“L’ostacolista”
È la statua a lei dedicata, realizzata dal fratello scultore Rito. Potrei continuare all'infinito e Trebisonda lo meriterebbe. Perché era la donna che non conosce ostacoli!

TREBISONDA “ONDINA” VALLA
Nata a Bologna il 20 maggio 1916 e scomparsa a L’Aquila il 16 ottobre 2000
Presenze in Nazionale: 18
Campionessa olimpica degli 80 ostacoli a Berlino 1936
La scheda su fidal.it

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Foro Italico: l'intitolazione a Ondina Valla dell'Ostello della Gioventù


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