Roma, una maratona azzurrissima



Era successo solo una volta, prima d’ora. Era il 1998, quando Stefano Baldini e Franca Fiacconi servirono una bella doppietta azzurra. Oggi, all’ombra di un Colosseo illuminato dal sole primaverile, Ruggero Pertile ed Ornella Ferrara hanno inscenato una splendida replica di quell’impresa, consegnando agli annali della Maratona di Roma il secondo “doppio tricolore” nella storia della corsa della capitale, proprio nel giorno del suo compleanno. Aveva fatto le cose in grande, Roma, per festeggiare la decima edizione della sua Maratona: un record assoluto di partenti (9124, il maggior numero di pettorali mai distribuiti in Italia), un percorso incredibilmente affascinante, intriso dei profumi della storia, reso tecnicamente ancora più valido grazie all’eliminazione di parecchie curve, perfino una temperatura che, alle 9,20, era di 10 gradi, con sole e assenza di vento. Tutto studiato, fin nei minimi particolari. Una maratona, del resto, non si improvvisa. Ben lo sa, Massimo Magnani, il tecnico che si era presentato all’appuntamento a braccetto dei suoi allievi, Ruggero Pertile e Migidio Bourifa, indicati, fin dal giorno dell’iscrizione, come i due fari della corsa maschile. Hanno trascorso mesi interi, Bourifa e Pertile, ad allenarsi duramente, sulle strade intorno a Mazara del Vallo, nel tepore dell’inverno siciliano, ospiti di Francesco Ingargiola, anche lui alla partenza della Maratona di Roma con belle speranze, poi vanificate, purtroppo, dopo una buona prima parte. Bourifa e Pertile, si diceva: correvano con il favore del pronostico, ma anche contro il cronometro. L’obiettivo, dichiarato, era un tempo inferiore a 2h09': per realizzarlo, però, ci voleva una gara impostata da subito su ritmi vorticosi. Per questa missione la scelta era caduta sull’esperienza di Angelo Carosi e sulla freschezza di Simion Mutai, 21enne keniano: a loro era stato affidato il delicato compito di dettare il tempo nella prima parte di corsa. Il ritmo richiesto era di 3’02”-3’03” al km: Carosi, fin dai primi passi, indossava i panni del metronomo umano, conducendo il gruppo al passaggio in 30’19” ai 10 km, dove transitavano in 16, con tutti i migliori iscritti nel gruppo. Al 15° km il portacolori della Forestale esauriva il suo compito, lasciando l’eredità di lepre a Mutai, dopo aver pilotato la gara sul tempo al passaggio di 45’41”. All’approssimarsi di metà corsa il gruppo cominciava a sfaldarsi: il primo a cedere, sotto l’incessante cadenza di Mutai, era Francesco Ingargiola, che accusava un ritardo di 9” al giro di boa della mezza maratona. Davanti, invece, procedeva tranquilla l’azione di Pertile; più nervosa, invece, quasi rabbiosa , quella di Bourifa, che pareva mordere il freno alle spalle dell’apripista africano. Il bergamasco di Casablanca, anzi, passava per primo ai 25 km, con Pertile subito dietro, mentre perduravano le difficoltà di Ingargiola. In Piazza del Popolo, sotto lo striscione rosso del 30° km terminava l’azione di Simion Mutai: la corsa entrava nel vivo, con Pertile e Bourifa nella morsa dei corridori degli altipiani. Al 33° km, all’attacco della salita del Colle Aventino, rimanevano in cinque: oltre ai due azzurri i keniani Kemboi e Ngeno e l’etiope Bekele. Al km 33, 700 si decideva la Maratona di Roma. Bourifa provava l’allungo, ma era solo il tentativo di mascherare la crisi incombente: Pertile, tranquillo, recuperava in discesa e poi, deciso, sferrava l’attacco conclusivo. Il gruppo degli africani si sfaldava: Bourifa provava a replicare ma il serbatoio delle sue energie era ormai vuoto. La grande sagoma della Piramide Cestia offriva la sua ombra al passaggio di Ruggero Pertile, ormai solo in testa alla gara. Si manteneva fluida, l’azione del padovano, che mostrava una padronanza dei propri mezzi quasi disarmante. Gli ultimi chilometri filavano via veloci, con i piedi del veneto che accarezzavano leggeri i sampietrini intorno al Colosseo. Al traguardo Ruggero Pertile fissava il cronometro sul tempo finale di 2h10’43”: non centrava l’obiettivo di scendere sotto le 2h09’, ma stabiliva il proprio limite personale, abbassandolo di 25”. Dietro di lui, ad un minuto esatto, giungeva Migidio Bourifa, sconfitto ma non abbattuto, che cercava subito l’amico per l’abbraccio (“Se avessi potuto scegliere da chi perdere oggi – confidava il bergamasco – avrei scelto Ruggero. Sono molto contento per lui”). Lui, il padovano che domava Roma all’esordio nella Maratona del Tevere, faticava, invece, a trattenere le lacrime: “Una grandissima soddisfazione – ammetteva – Vincere a Roma è una sensazione straordinaria. Peccato per il tempo, però: oggi pensavo davvero di scendere sotto le 2h09’, ma negli ultimi dieci chilometri ho cominciato ad accusare i crampi, dovuti più che altro a fattori di origine nervosa. Devo imparare – confessava, prima di essere travolto dall’abbraccio dei cinquanta tifosi personali che lo hanno accompagnato da Villanova di Camposampiero – a dosare meglio le energie psicofisiche e soprattutto a rilassarmi nei giorni precedenti le gare”. Poco più di un quarto d’ora dopo l’arrivo di Ruggero Pertile, Roma festeggiava la doppietta azzurra: il rettilineo dei Fori Imperiali, infatti, si snodava sotto il passo lieve di Ornella Ferrara. La milanese, scortata dal marito-allenatore Corrado Bado, si imponeva col tempo di 2h27’49”, stabilendo, al pari di Pertile, il proprio primato personale. “Una felicità immensa – dichiarava Ornella, subito dopo il traguardo – che voglio condividere con Corrado, con i nostri bambini, Riccardo e Aurora, con i miei suoceri, Franca e Sergio, che ci sostituiscono con i piccoli quando noi non ci siamo, e con tutti i tifosi che non mi hanno mai lasciata sola, nemmeno per un metro”. Alle spalle della Ferrara, Bruna Genovese precedeva una Rosalba Console ancora a corto di preparazione dopo lo stop forzato di dicembre, mentre il quarto posto di Marcella Mancini regalava l’ultimo tocco d’azzurro ad una giornata trionfale. Valerio Iafrate X MARATONA DELLA CITTA’ DI ROMA ORDINI D’ARRIVO Uomini: 1) Ruggero Pertile (ITA) 2h 10’13”, 2) Migidio Bourifa (ITA) 2h11’13”, 3) Samuel Kemboi (KEN) 2h11’45”, 4)Habtamu Bekele (ETH) 2h12’04”, 5) John Ngeno (KEN) 2h12’16”, 6) Phillemon Rotich (KEN) 2h13’06”, 7) Abebe Halefom (ETH) 2h13’55”, 8) Javier Caballero (SPA) 2h15’37”, 9) Paul Kanda (KEN) 2h17’20”, 10) Mulli Samson (KEN) 2h17’32”. Donne: 1) Ornella Ferrara (ITA), 2h27’49”, 2) Bruna Genovese (ITA) 2h29’04”, 3) Rosalba Console (ITA) 2h32’15”, 4) Marcella Mancini (ITA) 2h34’00”, 5) Kotu Mereset (ETH) 2h34’16”. v.i. Nella foto, Ruggero Pertile (FIDAL/archivio)


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