Ostrava: Bolt umano, Abate OK

25 Maggio 2012

Lo sprinter giamaicano apre il tour europeo con 10.04, l'ostacolista ligure si conferma con 13.38 ventoso (+2.2)

A rovinare (in parte) l'ennesima bella serata di Emanuele Abate, ci si è messo un refolo di vento oltre il limite dei due metri. L’ostacolista delle Fiamme Oro, costretto in seconda serie nei 110hs del Golden Spike di Ostrava, ha chiuso la sua prova al secondo posto, in un eccellente 13.38 ventoso (+2.2, successo per lo statunitense Akins, 13.31), a soli sei centesimi dal recente primato italiano, e a tre dal vecchio limite di Andrea Giaconi. Nell’altra serie ancora USA, con Dexter Faulk che si impone in 13.13 (e il british Andrew Pozzi a prendersi lo scettro continentale con 13.36). “E’ incredibile che abbia fatto questo tempo – racconta Abate – in realtà ho sbagliato tutto, dal primo ostacolo in avanti, prendendone pieno un altro in mezzo. Quando ho visto il crono non ci volevo credere…”. Meno gloria per Marzia Caravelli: impegnata nei 100hs, la friulana del Cus Cagliari non ha completato la gara, con ogni probabilità a causa di un contatto che le ha fatto perdere il ritmo a metà rettilineo. Non particolarmente brillante nemmeno Libania Grenot (Fiamme Gialle), settima al termine del primo 400 metri sul suolo europeo dell’anno. Piazzata in un’ottima terza corsia, con davanti a sé il miglior riferimento possibile, ovvero la statunitense Sanya Richards, l’azzurra ha corso cercando soprattutto una distribuzione efficace, finendo però senza energie nel rettilineo conclusivo, fino al 52.16 finale (settimo posto, vittoria a alla Richards in 50.65).

Il protagonista più atteso della serata era senza dubbio Usain Bolt. Il giamaicano è parso in difficoltà, vincendo con un normale (per lui) 10.04 (-0.8), crono lontano dal 9.82 (primato mondiale stagionale) centrato, all’inizio di maggio, nella sua Jamaica, a Kingston. Privo della consueta efficacia in fase di accelerazione, il primatista del mondo è uscito, di forza, solo nel finale, rimontando un Kim Collins che si era avvantaggiato, come suo solito, nella fase centrale della prova. Per certi versi, crono a parte, un replay del debutto europeo 2011, quando Bolt aveva aperto il tour europeo all’Olimpico di Roma, battendo in extremis Asafa Powell. Giovedì prossimo, nella capitale, Bolt si presenterà dopo aver rotto il ghiaccio, e probabilmente desideroso di mostrare le sue (reali) condizioni di forma. Prosegue la campagna di avvicinamento ai Giochi di un pimpante Renaud Lavillenie: l’astista francese supera i 5,90, prima di provare anche l’ebbrezza (senza esito) dell’attacco ai 6 metri. Sempre lesta Veronica Campbell: per lei, vittoria di routine nei 200 metri, in 22.38 (-0.3). In assenza di sua maestà Rudisha, non sbaglia un colpo il polacco Adam Kszczot, vincitore degli 800 in 1:44.90. Pubblico in estasi per la doppia vittoria dei beniamini di casa nel giavellotto: Spotakova a 67,78, e Vesely a 85,67.

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