Oro per Howe! A Goteborg lungo tutto azzurro



Andrew Howe non ha tradito le attese. E’ sua la trentatreesima medaglia d’oro italiana agli Europei di atletica. Una finale strana, quella del lungo, resa più difficile dalla pioggia caduta prima della gara che ha reso più dura la pedana. Il portacolori dell’Aeronautica è stato padrone della gara sin dall’inizio, piazzando subito un 8,12 che nel secondo turno ha arrotondato a 8,20. Gli altri si sono affannati ad avvicinarlo, l’ucraino Lukashevych si portava a 8,12 ma mai l’azzurro temeva di perdere il titolo, nuova tappa nella sua carriera. E’ il terzo oro importante per Howe dopo la doppietta ai Mondiali Juniores 2004. Purtroppo le condizioni del tempo non hanno permesso l’attacco al record italiano, ma se la forma resta questa le occasioni per superare l’8,43 di Evangelisti non mancheranno. Argento all’inglese Rutheford che all’ultimo piazzava l’8,13 che gli permetteva di sopravanzare Lukashevich. Si sperava, e molto, nella marcia 20 km, ma la speranza si è andata spegnendo come una fiammella, vedendo Brugnetti, partito ponendosi subito alle spalle dello spagnolo Fernandez, che pian piano scivolava indietro fino a sparire letteralmente dal cuore della sfida. L’iberico andava via indisturbato confermandosi il numero uno continentale quattro anni dopo la vittoria di Monaco, precedendo in 1h19:19 il russo Borchin (1h20:20) e il sorprendente portoghese Vieira (1h20:09) al primato nazionale. Il giovane azzurro Rubino era autore di una prova coraggiosa, non lontano dal gruppo inseguitore di Fernandez e chiudeva 8. in 1h22:34, prologo di un grande futuro. Brugnetti decideva di bere l’amaro calice fino in fondo e chiudeva ultimo, 17. in 1h27:42.. Grande prova per Andrea Barberi nei 400. In semifinale l’atleta delle FF.GG. chiudeva in 45.30, a soli 4 centesimi dal record di Zuliani che dura da 25 anni, e con il terzo posto non solo guadagnava una piazza in finale, ma lasciava anche la sensazione di poter recitare un ruolo non da comprimario, anche perché solamente i due francesi Raquil e Dihone sembrano irraggiungibili, gli altri viaggiano tutti sui loro personali. Nella stessa semifinale ottavo posto per Licciardello in 46.21. Ma la giornata per i colori italiani non si è esaurita in questo: nell’alto splendida prova di Elena Meuti che saltando 1,92 si è migliorata di 3 cm ed è entrata in pompa magna in finale. A farle compagnia Antonietta Di Martino, che h valicato l’asticella al terzo tentativo: abbiamo 5 altisti in finale tra uomini e donne, se c’è un settore che funziona è proprio questo. Nel martello femminile Clarissa Claretti è un’altra delle atlete che si sono messe in evidenza, centrando l’obiettivo dell’ingresso nelle prime 8. Per lei una gara in crescita con l’ultimo lancio che le ha permesso di sfiorare il muro dei 70 metri. Il suo 69,78 le è valso il 7. posto nella gara vinta dalla primatista mondiale, la russa Lysenko con 76,67, a meno di un metro dal suo record. Argento all’altra russa Khanafeyeva (74,50) e bronzo alla polacca Skolimowska (72,58). La finale dei 100 metri incorona il favorito della vigilia, il portoghese di origine nigeriana Francis Obikwelu, che come nelle prove precedenti è partito piano per poi recuperare e vincere in scioltezza scendendo sotto i 10 netti (9.99). Alle sue spalle argento al russo Yepishin (10.10) che avevamo imparato a conoscere ad alti livelli ai Mondiali Indoor di Mosca, bronzo allo sloveno Osovnikar (10.14) esempio di grinta nelle grandi manifestazioni. Fuori dal podio francesi e inglesi, e questa è una notizia. Rapidamente il resto: eliminata negli 800 Elisa Cusma, settima in 2:01.17, travolta in una volata generale. Nell’eptathlon scontato successo per l’imbattibile Carolina Kluft, idolo della Svezia padrona di casa, con 6.740 punti, davanti all’olandese Ruckstuhl (6.423) e alla tedesca Schwarzkopf (6.420) passata sul podio grazie agli 800 finali, con la nostra Trevisan 24. con 6.493 punti. I 10000 maschili sono stati tecnicamente ben poca cosa (la crisi europea del settore è allarmante): titolo a sorpresa al tedesco Fitschen capace di superare gli spagnoli Martinez e De La Ossa partendo da dietro e chiudendo in 28:10.44. Per l’azzurro Meucci buon 10. posto in 28:44, a pochi secondi dal suo personale. Si chiude una giornata positiva al di là dell’exploit di Howe: Helsinki 2005 con le sue tristezze per ora è lontana anni luce. Gabriele Gentili Nella foto piccola: Andrew Howe con la medaglia d'oro. Nella foto grande: l'arrivo dei 100 metri con al centro il portoghese Obikwelu (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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