Non c'è gloria per Fiona May, è sesta



Troppo lunghi, per Fiona. I salti delle avversarie, s'intende. Sesto posto per l'anglo-fiorentina nella finale del salto in lungo ai Mondiali di Budapest, chiusi con un 6,64 che non è troppo distante dal suo miglior risultato annuale (6,69), ma che non basta per avvicinare il podio. L'oro è finito alla russa Tatyana Lebedeva, che ha interpretato nel migliore dei modi un copione che è sembrato scritto apposta per lei. Il 6,98 che le ha regalato l'oro, oltre ad essere la miglior prestazione mondiale dell'anno, allunga fino a quota 130.000 dollari il montepremi complessivo portato a casa. La russa dunque chiude il bilancio della sua presenza ai Mondiali con due medaglie d'oro, e il record del Mondo del triplo. Nella gara di oggi, argento per la connazionale Kotova (6,93) e bronzo alla eptathleta svedese Carolina Kluft, planata a 6,92 prima dinfortunarsi ed essere costretta, al quinto salto, a chiudere la gara. Fiona è arrabbiata con sé stessa: "Ho sbagliato tutto, a cominciare dalla rincorsa. Ero sempre lontana dallo stacco, non ho rischiato come avrei dovuto, non sono stata aggressiva, cattiva in pedana. In effetti, tecnicamente parlando, non penso di essere così lontana dalle altre come il risultato ha dimostrato, ma ho mancato proprio della giusta carica di aggressività". In quasi tutte le rincorse, l'azzurra è sembrata incapace di centrare uno stacco al limite, quello che di solito regala prestazioni di livello superiore. In qualche caso, medaglie. "Sì, avrei dovuto rischiare di più. A questo punto, l'unica cosa che posso fare, in funzione della stagione estiva, è lavorare, lavorare duro. La Lebedeva? E' la logica conclusione di quanto visto ieri. Non mi aspettavo nulla di meno, in questo momento non sbaglia nulla, è bravissima. Complimenti, se li merita davvero". m.s.
Nelle foto, Fiona May (Omega/FIDAL)




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