Mondo: Spanovic extended record

12 Settembre 2016

La lunghista serba atterra a 7,10 nel centro di Belgrado. Farah tris consecutivo a Newcastle. Jepchumba vicina al record del mondo sui 10 km

di Marco Buccellato

Annata d'oro e di primati per Ivana Spanovic. Al titolo europeo di Amsterdam, corroborato dal bronzo olimpico di Rio e dall'argento mondiale indoor di Portland, la lunghista di Zrenjanin ha aggiunto in successione il primato nazionale serbo di 7,07 nella finale iridata dell'Oregon, migliorato con 7,08 nella finale olimpica e, ieri, allungato a 7,10 in una gara disputata nella piazza centrale di Belgrado. Eccellente la serie: 7,10/0.3-6,74/-0.2-6,97/-0.3-7,03/0.9-6,80/0.0-6,83/+0.5. Oltre mezzo metro per trovare la seconda classificata, la vicecampionessa europea Sawyers, ferma a 6,58. L'area tecnica dell'evento, riportano le notizie, era certificata e perciò permetterà l'omologazione del 7,10. L'approccio mediatico della Španovic è dirompente: è sulla copertina dell'edizione serba di Cosmopolitan, sulle riviste di moda e in tutte le pubblicazioni sportive nazionali. Come continuità di risultati è da anni la specialista europea più forte. Al suo palmarès vanno aggiunti il titolo europeo indoor 2015, i due bronzi conquistati ai mondiali di Mosca e Pechino, l'argento europeo di Zurigo e il bronzo ai mondiali indoor 2014. L'ultimo gioiello, la vittoria nella classifica di specialità in Diamond League.

Farah tris alla Great North Run

Impresa inedita per il britannico che da Rio è tornato con altre due medaglie d'oro e il salto nella leggenda a fianco di Lasse Viren. Farah si è imposto per il terzo anno consecutivo, impresa senza precedenti, nella mezza maratona di Newcastle-South Shields in 1:00:04, con otto secondi di margine sullo statunitense Dathan Ritzenhein, ex-compagno di allenamenti del britannico, transitato in Inghilterra per testare il motore in vista della New York Marathon. Azione decisiva di Farah nell'ultimo chilometro e mezzo, che ha messo al sicuro il successo prima dell'ultimo tratto di gara.

In un'edizione da record, con ben 178 paesi rappresentati, Farah condivide la prima pagina con Vivian Cheruiyot, oro olimpico dei 5000 metri a Rio, che nel giorno del suo trentatreesimo compleanno ha esordito sulla distanza vincendo una delle grandi classiche del panorama mondiale in 1:07:54, precedendo l'altra keniana Priscah Jeptoo (1:07:55 e già vincitrice nel 2013), partita troppo presto e raggiunta a duecento metri dal traguardo dalla Cheruiyot, molto accorta tatticamente. L'altra grande star, l'etiope Tirunesh Dibaba, ha chiuso terza in 1:08:04.

Jepchumba 30:24 seconda all-time

La seconda parte della stagione internazionale su strada è partita con risultati di grande rilievo: oltre al tris di Farah e al vittorioso esordio della Cheruiyot, il fine settimana ha registrato l'eccezionale 30:24 ottenuto dalla keniana Violah Jepchumba nel Grand Prix di Praga, sui 10 chilometri. La prestazione della Jepchumba è la seconda all-time sulla distanza, a soli tre secondi dal record del mondo (ufficiale) di Paula Radcliffe, ottenuto nel 2003 a Porto Rico. La città boema porta fortuna alla Jepchumba. In aprile aveva vinto la mezza maratona con la miglior prestazione mondiale stagionale di 1:05:51 (terzo risultato all-time), transitando al decimo chilometro in 30:29. Per chi ama ritagliare i numeri, il passaggio della Jepchumba al quinto chilometro nella gara di sabato, 14:46, eguaglia la miglior prestazione mondiale detenuta da Meseret Defar, ottenuta nel 2006 nella classica del circuito statunitense di Carlsbad. La Defar, però, corse la distanza dei cinque chilometri e non vi transitò come passaggio intermedio. Dietro la Jepchumba, a Praga, l'altra keniana 23enne Joyceline Jepkosgei, cronometrata in 31:08. Solo quarta Gladys Cherono, iridata di mezza maratona nel 2014. Nella gara maschile, miglior tempo dell'anno sulla distanza per il keniano Abraham Kapsis Kipyatich, primo in 27:40.

Giochi di città

Mentre da Newcastle si snodava la Great North Run di domenica, la città ospitava i Great North City Games, sabato.

Come ben noto, gare-spettacolo e divertimento portato in mezzo alla gente. Ha fatto un figurone David Rudisha, vincitore sui 500 metri in 57.69. Il miglior tempo del keniano, in gara certificata, è un 59.6 non ufficiale ottenuto di passaggio a Birmingham nello scorso giugno, quando corse e vinse i 600 metri in 1:13.10, seconda prestazione di sempre. Il miglior crono mai registrato in una "vera" gara di 500 metri è il 59.32 del cubano Orestes Rodrigues, ottenuto a L'Avana tre anni fa. L'unico altro atleta capace di scendere sotto i sessanta secondi è il qatarino Haroun, che nel meeting indoor di Stoccolma, nello scorso febbraio, coprì la distanza in 59.83.

Auf Wiedersehen: Heidler, Stahl, Otto

Dopo la giavellottista Christina Obergföll, l'atletica tedesca saluta altri nomi di punta che hanno annunciato il ritiro: il pezzo da novanta è sicuramente Betty Heidler, una delle martelliste più titolate della storia della specialità. Quarta quest'anno alle Olimpiadi di Rio, è stata campionessa del mondo nel 2007 a Osaka, campionessa europea nel 2010 a Barcellona, argento mondiale nel 2009 e nel 2011 e bronzo alle Olimpiadi di Londra. Prima del tornado Wlodarczyk, capace di registrare negli ultimi due anni le nove migliori prestazioni assolute, era lei la primatista del mondo, forte di un 79,42 ottenuto nel santuario tedesco dei lanci, Halle, nel maggio del 2011. Tolse il record proprio alla polacca, che ha poi portato la specialità in una dimensione inesplorata fino a sfiorare, quindici giorni fa, gli 83 metri. La Heidler ha lanciato per l'ultima volta sabato scorso, ottenendo un eccellente 74,00.

Lasciano l'attività anche la giavellottista Linda Stahl, oro europeo 2010 (con due bronzi nel 2012 e nel 2014) e vicecampionessa continentale a Amsterdam, oltre che bronzo olimpico a Londra 2012, e Björn Otto, primatista nazionale di salto con l'asta con 6,01, che ebbe a 35 anni, nel 2012, il suo anno migliore, conquistando tre medaglie d'argento alle Olimpiadi, agli europei all'aperto e ai mondiali indoor. Dopo il bronzo iridato di Mosca, nel 2013, nell'anno in cui vinse anche l'argento agli euroindoor, è stato fermato da numerosi problemi fisici.

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