Mondiali, le dieci meraviglie di Bolt

27 Agosto 2015

Con l'oro di Pechino sui 200 metri Bolt conquista il decimo titolo mondiale, la dodicesima medaglia iridata, e il quarto successo consecutivo. Il velocista più forte di tutti i tempi.

di Marco Buccellato

Il quarto titolo mondiale consecutivo di Usain Bolt sui 200 metri, già un record difficilmente eguagliabile, coincide con il decimo oro iridato conquistato dal campionissimo giamaicano, nell'arco di quattro edizioni dei campionati, da Berlino 2009 a oggi, e porta a dodici le sue medaglie complessive, considerati i due argenti di Osaka su 200 e in staffetta. Dopo la vittoria sui 100 metri, servitagli a lasciare Carl Lewis a quota otto medaglie d'oro e a dieci medaglie complessive, Usain ora ha preso il largo, e ha allungato anche nel record di medaglie conquistate nella storia iridata dei 200 metri. Quella di oggi è la quinta, si apre con l'argento di Osaka e poi in serie i quattro capolavori.

Aggiungiamo nel conto personale di Bolt le Olimpiadi, per lui un terreno di caccia mai inferiore alla medaglia d'oro, e arriviamo alla cifra spaventosa di diciotto medaglie, due argenti e sedici ori, dal 2007 al 2015, spalmate su sette eventi globali. Nel 2007, però, era ancora il Bolt della prima fase, quello che faceva seguito ai successi conseguiti da junior, e addirittura in quota allievi (a sedici anni vinse il titolo mondiale juniores, 200 obviously). Dal 2009 in poi, non è mai sceso dal gradino più alto del podio. Mai.

Ancora una volta, la performance di Usain Bolt si colloca nel top assoluto sulla distanza, in decima posizione, ma è soprattutto il suo crono più veloce negli ultimi tre anni (in realtà due per aver disertato la distanza nel 2014) e la sua quinta miglior prestazione di sempre sui 200 metri. Diciamo allora che un Bolt così non si vedeva dalla finale Olimpica di Londra, quando vinse in 19.32. Nelle liste all-time dei 200 metri, oltre al record mondiale, vanta cinque delle migliori dieci prestazioni e dieci delle migliori venti. Metà della storia cronometrica di vertice è sua. La finale di oggi ha prodotto record e grandi performances anche sotto il profilo squisitamente "timing": il 19.55 di Bolt è il terzo tempo nella storia dei campionati del mondo, il 19.74 di Justin Gatlin la sesta. Il panamense Edwards ha realizzato il miglior tempo di sempre per un quarto classificato (19.87) e il giamaicano Ashmeade per l'ottava posizione (mai nessuno ha corso più veloce di lui, 20.33).

Medagliere: esordio mondiale del Sud Africa, che dopo l'ubriacatura di ieri sui 400 metri ha visto Anaso Jobodwana, sesto due anni fa a Mosca, migliorare il record nazionale fino a 19.97, succedendo proprio al Wayde Van Niekerk che era stato la causa della sbornia, dorata e di felicità, sui 400. Altre note, stavolta in chiave europea: il 20.02 del britannico nativo di Antigua & Barbuda Zharnel Hughes è la terza prestazione europea all-time under 23. Gli apparteneva già, l'ha ulteriormente migliorata. Hughes e il turco Guliyev, fialista anche a Berlino sotto la bandiera natìa dell'Azerbaijan, hanno contribuito in maniera decisamente brillante a confermare la tradizione del vecchio continente ai campionati del mondo, che ha visto sempre presente almeno un atleta europeo nella finale dei 200 maschili.

Ecco in rapida sintesi, per concludere, la progressione di Usain Bolt relativa ai 200 metri ai campionati del mondo e alle Olimpiadi, in un'unica soluzione di continuità:

2008 Pechino, Olimpiadi 19.30 (record del mondo)
2009 Berlino, mondiali 19.19 (record del mondo)
2011 Daegu, mondiali 19.40    
2012 Londra, Olimpiadi 19.32    
2013 Mosca, mondiali 19.66    
2015 Pechino, mondiali 19.55   

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