Mondiali Mosca Galvan 45.39

11 Agosto 2013

Promozione alla semifinale dei 400 per il vicentino, eliminate Magnani e Rosa. Nel pomeriggio sei azzurri in gara (diretta Rai Sport 1)

La sessione mattutina della seconda giornata, ai campionati del Mondo di Mosca, si chiude per i colori italiani con una promozione e due bocciature. A centrare il passaggio del turno è Matteo Galvan, terzo nella batteria dei 400 metri in 45.39, primato personale e settima prestazione italiana di sempre. Per il vicentino, il crono vale l'accesso alla semifinale di domani sera. Eliminate, al contrario, Chiara Rosa nelle qualificazioni del getto del peso (17,18) e Margherita Magnani nelle batterie dei 1500 metri (4:11.15). Nel pomeriggio di oggi (diretta su Rai Sport 1), altri sei italiani in gara: Matteo Giupponi, Giorgio Rubino e Federico Tontodonati (ore 15) nei 20km di marcia; Giordano Benedetti (17.35) nelle semifinali degli 800; Chiara Bazzoni e Libania Grenot (18.05) nelle semifinali dei 400.

LA CRONACA DELLE GARE

400m uomini
Ottima prova di Matteo Galvan, che toglie 20 centesimi secchi al personale terminando al terzo posto la sua batteria in 45.39 (vittoria al brasiliano Henriques, col personale di 45.13). Il vicentino, che aveva già mostrato agli Assoluti di  Milano di aver ormai sviluppato una vera e propria familiarità con la distanza, è ancora una volta molto bravo ad amministrarsi, rimontando nel rettilineo conclusivo e costringendo lo statunitense Arman Hall (personale di 44.82) al quinto posto e quindi all’attesa per il ripescaggio con i tempi. La differenza sta tutta lì: il duecentista (in origine) Galvan ha imparato ad attendere, a non eccedere nel primo rettilineo, distribuendo in maniera eccellente le energie a disposizione. Davvero bravo. L’azzurro scala anche posizioni nella lista italiana di sempre (guidata da Andrea Barberi, 45.19), passando al decimo al settimo posto, e portandosi a ridosso di almeno altri tre uomini importanti della storia della specialità nel nostro Paese (Nuti ed Attene, 45.35; Vistalli, 45.38). Nelle batterie, lo statunitesne LaShawn Merrit è l'unico a correre al di sotto dei 45 secondi (44.92), ma è Kirani James, il campione di Grenada, a dare il senso dell'ampiezza del margine: il suo 45.00 vale davvero di meno. Lo vedremo probabilmente già nelle semifinali di domani.

Peso donne
E’ una eliminazione dolorosa, quella di Chiara Rosa. Non che l’azzurra quest’anno avesse dimostrato una vena particolare, ma certo, il 22esimo posto finale (con un miglior lancio di 17,18) non rende giustizia al valore della padovana, atleta di caratura internazionale. In pedana però c’è poco da dire: l’azzurra, reduce dai problemi alla schiena patiti nel corso dell’anno, non riesce praticamente mai a mettere nella rotazione la giusta velocità, tanto che il lancio risulta affidato quasi del tutto alla potenza esplosiva del braccio. Peccato davvero, perché sarebbe basta anche una Chiara Rosa a mezzo servizio per passare il turno (il dodicesimo posto della bielorussa Kopets vale 17,87). In testa, Valerie Adams non perde un colpo: il suo 19,89 è il miglior risultato della mattinata.

1500m donne
Il primo turno è fatale a Margherita Magnani, che termina subito l’esperienza nel Mondiale. La romagnola è ottava nella seconda batteria in 4:11.15, mancando di non molto l’aggancio alla sesta posizione che le avrebbe garantito la qualificazione diretta alla semifinale. Gara condotta per tre giri dalla russa Sharbina (2:16.05 agli 800 metri, 3:20.85 ai 1200), con l’azzurra a faticare nelle retrovie. Nel rettilineo opposto a quello d’arrivo, l’italiana, staccatasi tra i 900 ed i 1100 metri, reagisce bene, anche recuperando diverse posizioni dalla curva in avanti, senza riuscire però a completare felicemente la rimonta. L’australiana Buckman (4:06.99) chiude al comando, la sesta posizione è della Belete (BRN, 4:09.27). Impossibile il ripescaggio con i tempi, anche perché, come ovvio, nella terza e ultima batteria corrono conoscendo già i limiti da superare per l’ammissione. Nel round, spicca la svedese d’origine etiope Abeba Aregawi, che pur non facendo registrare il miglior crono (appannaggio dell’etiope Dibaba, 4:06.78), impressiona per l’estrema facilità con cui si aggiudica la prima batteria in 4:07.66.

m.s.

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