Madrid: trionfa Fortunato, Stano quarto

30 Aprile 2023

Vittoria del campione italiano che si migliora in 38:56 nella 10 km di marcia. Esordio ok per l’olimpionico e iridato con il personale di 39:06. Al rientro in gara Palmisano 13esima, Trapletti decima

di Luca Cassai

Bella giornata per la marcia azzurra a Madrid nella 10 chilometri su strada. A trionfare è Francesco Fortunato che conquista il successo in 38:56 con il record personale migliorato di dieci secondi. Quinto l’anno scorso nella capitale spagnola oltre che nella 20 km agli Europei, il portacolori delle Fiamme Gialle attacca negli ultimi due chilometri per cogliere una vittoria di prestigio e si conferma particolarmente a suo agio in questa distanza che l’ha visto quattro volte campione italiano. Sorride anche Massimo Stano (Fiamme Oro), quarto all’esordio stagionale con il suo primato di 39:06 dopo aver marciato nel gruppo di testa. Un segnale promettente in vista dei prossimi impegni nella 20 chilometri per il campione olimpico, padrone nella scorsa estate anche sulla 35 km dei Mondiali. Sul podio salgono il brasiliano Caio Bonfim (39:03) e l’ecuadoriano David Hurtado (39:06). Al femminile la nota lieta è per il ritorno di Antonella Palmisano (Fiamme Gialle), finalmente di nuovo in gara a quasi 21 mesi dall’oro ai Giochi di Tokyo. La regina a cinque cerchi si piazza 13esima in 45:05 preceduta dall’altra azzurra Valentina Trapletti (Esercito), decima in 44:53, mentre il successo va alla cinese Yang Jiayu (43:20), primatista mondiale della 20 km, davanti alla connazionale Wu Quanming (43:33) e alla messicana Alegna Gonzalez (43:35), poi 24esima la non ancora ventenne Alexandrina Mihai (Atl. Brescia 1950) in 47:47.

ABBRACCIO AZZURRO - La sfida maschile si decide nel finale con l’allungo di Fortunato, autore di parziali decisamente veloci nei due chilometri conclusivi in 3:48 e 3:45. Splendida prova del 28enne andriese che aveva già iniziato nel modo giusto la stagione, con i titoli italiani di 5000 indoor e 20 km su strada, ma ora esulta in una gara internazionale. Dopo il traguardo Stano si inginocchia di fronte al vincitore per celebrarlo e allora Fortunato risponde con l’inchino giapponese, come aveva fatto l’olimpionico in occasione dell’impresa di Sapporo, prima dell’abbraccio tra i due amici. Nonostante le insidie del percorso in saliscendi, notevole il crono finale (migliore prestazione mondiale dell’anno) davanti ad avversari di rango tra cui lo spagnolo Diego Garcia Carrera, bronzo europeo e ideatore della manifestazione sulla Gran Via nel pieno centro della città, nono in 39:50 e lo svedese Perseus Karlstrom, vicecampione continentale e vincitore l’anno scorso, decimo in 40:04. Sesto con 39:11 il tedesco Christopher Linke, argento europeo della 35 km, che aveva cercato la fuga al settimo chilometro e poi chiude dietro al 21enne spagnolo Paul McGrath, 39:09 per il quinto posto.

LA GIOIA DI FORTUNATO: “MI SENTO IN CRESCITA” - “È il mio primo successo in una gara di questo livello e sento una grande felicità -  racconta Francesco Fortunato - per aver battuto avversari tra i più quotati al mondo. Mi aspettavo un crono simile, ma non di vincere anche se speravo nel podio. Quando mi sono trovato davanti, ho preso coraggio per decidere di provarci. Credevo che qualcuno mi seguisse, però nessuno è riuscito a tenere il mio passo e mi sono lasciato andare con ancora più fiducia. Mi porto a casa la consapevolezza che ogni gara va vissuta al massimo”. “In confronto all’anno scorso mi sento più forte, come vedo dai riscontri in allenamento con il mio coach Riccardo Pisani, e la condizione c’è a tre settimane dagli Europei a squadre. Non ho dubbi che lì Stano potrà far vedere quello che vale. Sono contento della nostra amicizia e per me resta il migliore”.

STANO: “SODDISFATTO DELL’ESORDIO” - “Per tutta la gara ho avuto sensazioni molto buone”, commenta Massimo Stano che l’anno scorso a Madrid non era andato oltre il tredicesimo posto in 40:21. “Stavolta l’ho approcciata meglio, conoscendo il percorso, e ho sempre ricucito gli strappi nel gruppo. Ho aspettato il finale per cambiare ritmo e invece è stato Fortunato a fare l’azione risolutiva. Non ho risposto subito, ho provato a rientrare ma non riuscivo ad accelerare ulteriormente perché devo ancora smaltire i lavori svolti in allenamento. Rimane un po’ di amaro in bocca, ma sono comunque soddisfatto per una gara regolare, con due metà quasi identiche in 19:31 e 19:35, nella quale avrei potuto continuare con quel passo ed è un buon segno. Mi aspetto molto di più dalla 20 km in maglia azzurra a Podebrady, il 21 maggio. Alla vigilia ho detto a Fortunato che doveva partire per vincere, anche prima degli Europei di Monaco gli ho dato qualche consiglio e poi mi ha battuto... ma era meglio se non lo facevo!”, scherza il campione olimpico che è stato ottavo alla rassegna continentale. “È importante avere un atleta come lui, che sta raggiungendo la piena maturità agonistica, anche per la squadra”.

PALMISANO: “CHE LIBERAZIONE! ORA VADO AVANTI” - Non c’è storia nella gara femminile che si trasforma subito in un assolo della cinese Yang Jiayu. Alla prima vera uscita dopo la meravigliosa vittoria olimpica (era il 6 agosto del 2021) per Antonella Palmisano contava soprattutto rientrare e lasciarsi alle spalle i tanti ostacoli che ha dovuto affrontare, dall’operazione di settembre all’anca sinistra fino ai problemi del mese scorso alla gamba. “All’arrivo ho provato un senso di liberazione. Non ho neanche avvertito fastidi fisici e quindi non mi sono neppure servite le soluzioni a cui avevo pensato per gestirli. Posso essere contenta, malgrado la posizione in classifica non sia certo quella a cui ero abituata, ma per ora devo saperla accettare. Mi è solo da stimolo per le prossime gare. Credo di valere già un crono migliore su un tracciato pianeggiante, diverso da questo che ho trovato anche più duro di quanto pensassi: un conto è ascoltarlo da chi lo dice, un altro è farlo... Le gambe lo hanno sentito, ma ero qui solo per cercare sensazioni diverse, per riassaggiare la competizione, per iniziare a vedere un po’ di luce. Questo risultato, ottenuto senza aver lavorato tanto e senza aver dato il massimo, mi fa ben sperare. Adesso so che posso allenarmi senza paura e che agli Europei a squadre posso puntare al minimo per i Mondiali di Budapest (1h29:20 nella 20 km) dove voglio arrivare in condizione. Sarà bello anche ricominciare a gestire le gare: di solito non avevo problemi, ma la scorsa notte ho dormito poco, mi sono sentita come una ragazzina alle prime armi... Mi è stato utile anche per questo. Ero a un bivio, ora so che posso andare avanti”. La migliore delle azzurre a Madrid è Valentina Trapletti: “Non credevo fosse così tosto il percorso, ma a compensarlo c’era il clima di festa, tanto pubblico e un contesto molto motivante. Avevo bisogno di un lavoro muscolare, di 10 chilometri tirati come questi, in preparazione per Podebrady. Un test per vedere a che punto mi trovo e per mettermi in gioco a livello internazionale”.

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