Kinder+Sport Cup, la prima giornata

08 Ottobre 2016

La cronaca gara per gara della prima giornata dei Campionati Italiani Cadetti di Cles. Adu e Izzo campioni degli ostacoli, il gigante Musci domina il peso.

Al giro di boa dei Tricolori cadetti di Cles, ancora nulla di deciso nell’assegnazione della “Kinder+Sport Cup” – il prestigioso trofeo destinato alla miglior rappresentativa regionale – anche perché quasi tutte le regioni hanno trovato gloria nelle classifiche individuali: in testa la Lombardia, che ha festeggiato finora cinque titoli (due maschili e tre femminili). In evidenza i due nuovi campioni degli ostacoli, Fabio Izzo (13.18/+1.6 per il bergamasco di Urgnano) e Joan Adu, bresciana di Castenedolo di origini ghanesi (11.54/+1.1). Con quasi tre metri di distacco sul secondo, il primatista italiano del peso Carmelo Musci domina in pedana con 19.40. Le condizioni ambientali, con umidità e freddo crescenti, non favoriscono le volate degli sprinter: la figlia d’arte piemontese Rebecca Menchini (10.08/-0.9) e il siciliano Raffaele Di Maggio (9.18/-1.4, dopo il 9.15 in batteria) svettano sul rettilineo. Il piemontese classe 2002 Davide Favro, con 14.20 (+1.0) nel triplo, diventa il miglior cadetto di sempre al primo anno. Sulla pedana femminile, sei salti sopra i 12 metri incoronano per la seconda volta consecutiva la mantovana Alice Rodiani (12.30/-0.2). Conferma sulla pedana dell’alto, dopo il titolo 2015, per la veronese di origini nigeriane Rebecca Pavan (1.72).  Dominio solitario sui 2000 metri: il frascatano Francesco Guerra (5:40.22) e la bresciana di Breno Elisa Ducoli (6:30.69) onorano il pronostico come capofila stagionali sulla distanza più lunga della categoria. Nell’asta ennesimo titolo per un allievo del tecnico romano Emanuel Margesin: Ivan De Angelis vince con 4.40 e poi tenta invano il nuovo limite italiano a 4.57. Stavolta la marcia non parla pugliese: al titolo arrivano per distacco il livornese Davide Finocchietti (22:25.41) e la 14enne abruzzese Angela Di Fabio (14:23.45). Due “quasi sorprese” sulle pedane del lungo: l’infortunio del favorito Luca Ciavone lascia via libera al moldavo di Concesio Ion Soltan, comunque bravo ad eguagliare il PB a 6.79 (-0.1), mentre tra le cadette Veronica Crida si migliora con 5.54 (-0.2) e nega il bis di Sulmona alla veneta Veronica Zanon. Nelle altre prove dei lanci in programma, dove cadono alcuni dei favoriti, si dividono il successo l’emiliano di origini camerunensi Simon Zeudjo (45.03 nel disco), la figlia d’arte Ludovica Montanaro (13.09 nel peso per la ragazza di Chieti), il martellista di Bastia Umbra Federico Mencarelli (55.47) e la marchigiana Sara Zuccaro nella prova femminile (54.54). L’ultimo titolo di giornata, in tarda serata, va alla discobola vicentina Diletta Fortuna (figlia dell’ex azzurro Diego): in testa dal primo turno, il lancio vincente della veneta è il sesto (36.72). La rassegna – organizzata con il supporto di Kinder e Noberasco - riprende domani dalle 8.45 in DIRETTA STREAMING su fidal.idealweb.tv.

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di Raul Leoni

LA CRONACA GARA PER GARA

Disco F – Quando le discobole entrano in pedana, tutte le altre gare sono finiste da tempo: a parte il rigore del meteo, non è l’ambiente giusto per ottenere grandi risultati. Ma le ragazze si dimostrano davvero brave e onorano l’impegno: Diletta Fortuna, figlia dell’ex azzurro Diego, prende la testa al primo turno con 33.23 e la tiene in pugno fino all’ultimo, incrementando con la quinta (36.29) e La sesta spallata (36.72).

Alto F – Come la triplista Alice Rodiani, anche Rebecca Pavan si conferma con il secondo titolo consecutivo: la ragazza adottata in Nigeria da famiglia veronese non si cura del freddo e della pedana scivolosa, arrivando a provare addirittura il nuovo PB a 1.76 (senza esito) dopo aver deciso la gara con il secondo salto vincente a quota 1.72. Il Veneto festeggia anche per il secondo posto di Ilaria Varago, una trevigiana di Col San Martino salita a 1.68 dal PB di 1.65 in partenza. Considerato che questa ex pattinatrice non ha neppure una pista per allenarsi e certca ospitalità in vari impianti della Marca, bisogna solo farle i complimenti.

Giavellotto F (pentathlon) – La veneta Anna Roncato, seconda un anno fa a Sulmona, prende la testa della classifica al termine della prima giornata: sfruttate al meglio le sue doti giavellottista (36.35, totale a 2584 punti) per effettuare un doppio sorpasso ai danni delle lombarde Mirea Nebuloni (2512) e Cecilia Sportoletti (2509).

Triplo F – Sei salti sopra i 12 metri per la campionessa in carica Alice Rodiani: top a 12.30 (-0.2) e tanto vale alla mantovana il secondo titolo cadette della carriera dopo quello di Sulmona. Continuano i successi giovanili delle ragazze allenate da Roberta Benedini. La veneta Lucrezia Sartori, seguita a Bassano da Elena Bonotto e terza di una dinastia di sorelle atlete (la mediana Rebecca è stata anche azzurra giovanile dei 400hs), occupa il secondo posto con il nuovo PB a 11.58 (+0.8).

2000m F – Come nella gara maschile, si assiste ad un’esibizione in solitario: Elisa Ducoli ha fatto il salto di qualità un anno e mezzo fa, quando ha incontrato il tecnico Martino Favalli (papà di Sophia, anche lei impegnata a Cles, domani sui 1000 metri). La bresciana di Breno, che si allena a Rezzato, piomba al traguardo in 6:30.69, praticamente intoccata: poi la “francesina” Alessia Zarbo, figlia di un agrigentino accasatosi ad Antibes. Per lei 6:35.45, ma c’è da dire che Alessia – brava a rintuzzare sul rettilineo l’attacco di Linda Fossa (6:35.45 contro 6:36.28) – ha lasciato da pochi mesi il triathlon per dedicarsi definitivamente al mezzofondo.  

Peso F – La neocampionessa italiana, Ludovica Montanaro, avrebbe potuto puntare anche al disco: la scelta alla fine è ricaduta sul peso, anche d’accordo con papà Lucio (già lanciatore delle Fiamme Gialle), con il quale si allena sul campo di Chieti. E’ bastato il primo lancio a 13.09 per mettersi al riparo della possibile concorrenza.

2000m M – Mandata in archivio una prima serie nella quale almeno in due (Mauro Giuliano 5:54.17 e Riccardo Pigheddu 5:54.25) corrono in tempi da annotare, Francesco Guerra non solo vince per KO: ma induce anche i rivali a controllarsi eccessivamente, in vista di un posto sul podio che invece non arriva. Fatto sta che il frascatano allenato da Giorgia Di Paola – frenato un anno fa a Sulmona dai postumi di una microfrattura – giunge solitario in 5:40.22: alle sue spalle il più vicino risulta Lorenzo Rancati, ma il 5:57.59 del piemontese non è sufficiente per una medaglia che resta in mano ai primi due della serie peggiore. 

Disco M – Come il livornese Marcuccio nel martello, un altro capofila stagionale dei lanci incorre nei terribili tre nulli: che condannano nel disco il veneto Luca Marchiori.

Dopo il bronzo di Sulmona 2015, resta sul podio Simon Zeudjio: e il ragazzo emiliano (di origini camerunensi) passa dal bronzo all’oro con grande merito, perché fare 45.03 con queste condizioni ambientali di umidità e freddo è tutt’altro che banale.

Marcia 5000m M – Non è decisamente una bella giornata per la scuola di Mottola fondata da Tommaso Gentile: dopo Ida Mastrangelo, un altro portacolori della Don Milani – Carmine Greco – viene fermato dalla giuria in Pit Lane quando viaggiava in seconda posizione, all’inseguimento di Davide Finocchietti. Vero appassionato di questa disciplina (seguendo in allenamento l’azzurro giovanile Gianluca Picchiottino), il giovane livornese si allena con l’ex cinquantista Massimo Passoni: non sostiene grandi carichi di lavoro (40/45 chilometri settimanali), ma prova a curare con attenzione la tecnica. Qui domina la scena (22:25.41), arrivando non lontano da quel personale che costituisce la seconda prestazione cadetti di sempre alle spalle di Michele Didoni. Sul podio lo accompagnano due lombardi, Gabriele Gamba (23:30.13) e Daniele Breda (23:41.92), mentre un deluso Greco chiude quarto (23:56.83, nonostante lo stop obbligato).

80m F (finali) – E’ il momento del Piemonte: dopo il triplo maschile di Favro arriva anche l’oro nello sprint cadette con Rebecca Menchini: la figlia d’arte – papà Marco è stato anche velocista azzurro – ripete al centesimo il tempo della batteria (10.08) e le condizioni ambientali sono anche peggiori di quelle registrate in mattinata. Come detto in sede di commento del primo turno, la capolista stagionale Dalia Kaddari è stata relegata nella finale B, ma non si presenta sui blocchi. Onore quindi al gruppo della Biotekna Marcon che piazza sul podio – dopo Federico Guglielmi in campo maschile – un’altra ragazza del 2002, Elisa Visentin (10.21). Al bronzo la guatemalteca in maglia della Lombardia Tisiye Zuniga (10.27).  

Triplo M – Atterrare sulla sabbia a 14.20 nel corso del primo anno cadetti è impresa mai riuscita prima a nessun saltatore italiano: ci riesce a Cles, quando già scendono le prime gocce del pomeriggio, Davide Favro, aiutato da un vento di +1.0. Nato a Ivrea il 1* maggio 2002, Davide vive a Santhià e si allena a Chivasso con l’ex triplista Marco Airale: onore ai battuti, tra i quali emerge con un bel 13.76 (-0.6) il vicentino Michele Bertoldo, seguito a Piovene Rocchette dall’ex azzurra delle multiple Silvia Dalla Piana.

Alto F (pentathlon) – La lombarda classe 2002 Cecilia Sportoletti – sorella minore dell’azzurra giovanile Giulia – rinverdisce i fasti familiari nelle prove multiple: almeno per ora, grazie al pregevole 1.65  nell’alto, è in testa alla classifica con 1771 punti, precedendo la migliore degli ostacoli e sua corregionale Mirea Nebuloni (1736).

80m M (finali) – Anche sul rettilineo, come sulla pedana del peso, pronostico ampiamente rispettato: vola al titolo Raffaele Di Maggio, anche se il palermitano allenato da Orazio Scarpa viene frenato dal vento (-1,4) e deve accontentarsi di un 9.18 che dice poco sul suo talento di giovane sprinter. Appaiati dal cronometro a 9.24, vanno sul podio Matteo Perugini, “etrusco” di Tarquinia, e la rivelazione di questa fredda giornata trentina, Federico Guglielmi.

Peso M – Quasi tre metri di distacco sul secondo classificato (19.40 contro i 16.51 del lombardo Gabriele Castagna): i numeri dicono molto sul potenziale di Carmelo Musci, pugliese di Bisceglie che stazza già 110kg su 1m92. Un passato nel volley e nel rugby, poi la decisione di dedicarsi ai lanci dopo aver partecipato agli Studenteschi un anno e mezzo fa: nome assolutamente da annotare, tenuto conto che quest’anno ha portato il primato italiano a 20.67 e avrebbe già ottenuto il minimo per i Mondiali allievi di Nairobi 2017 lanciando a 18.12 l’attrezzo degli “under 18”. 

Marcia 3000m F – Alla prima partecipazione tricolore, Angela Di Fabio accende le polveri di una finale molto più vivace di quanto non ci potesse aspettare: atleticamente cresciuta a Chieti con Nicola Piro, ma di stanza a Cepagatti, la piccola abruzzese (classe 2002) costringe ka campionessa in carica Ida Mastrangelo in Pit Lane e si presenta in solitario sull’ultimo rettilineo (PB a 14:23.45, ingresso trionfale nella top-10 di categoria). Sotto i 15 minuti (14:57.36) ci va anche Alice Leonardi, catanese di Aci Sant’Antonio che si allena a Zafferana Etnea con il papà Salvatore e ancora non ha deciso se il suo futuro sarà nella marcia o nel mezzofondo.

Martello F – Finale emozionante e spettacolare, anche se i 60 metri dell’eccellenza di categoria sono ancora abbastanza lontani: con quattro lanci sopra i 50 metri e due nulli, Sara Zuccaro (54.54) legittima pienamente il suo primo titolo italiano. La ragazza di Fabriano, allenata da Giuseppe Gagliardi, l’ha convinta all’inizio della scorsa stagione ad impugnare il martello: scelta indovinata e, dal bronzo di Sulmona arrivato con pochi mesi di militanza in pedana, si è arrivati fin qui. Molto diversa la storia dell’argento, Paola Castaldi: con il papà Gian Mario - ex martellista e innamorato di questo attrezzo – ha cominciato a lanciare un martellino di gomma da un chilo fin dall’età di 6 anni, poi ha approfittato delle riunioni ticinesi per presentarsi in pedana dalla categoria esordienti. E qui la lanciatrice di Legnano, che si allena a Busto Arsizio, è riuscita a riscrivere il suo personale (51.12).

100hs M (finali) – Nella ghiotta anteprima, la finale dei secondi esprime due ragazzi da -14” (il formiano Andrea Di Marco 13.95 e il lombardo Pietro Sfenopo 13.96), per una serie di rimpianti. Poi la lotta per il titolo: e qui succede quello che non ti aspetti, una gara senza storia con un Fabio Izzo ispiratissimo e primissimo (13.18/+1.6, settimo nelle liste all time). L’ex calciatore di Urgnano con il suo ritmo fosennato mette in crisi il co-favorito Giuseppe Filpi, che alla fine è costretto al ritiro: sul podio vanno Francesco Cavina e Francesco Tesio, ma a distanza stratosferica dal vincitore (13.82 e 13.90). 

80hs F (finali) – Prima finale del pomeriggio e Joan Adu, che domani compie 15 anni, tiene fede al suo proposito di farsi un regalo anticipato: la ragazza allenata a Castenedolo da Erminio Rozzini (già tecnico, tra gli altri, del triplista azzurro Dario Badinelli), è un’autentica pallottola in corsa verso il traguardo, dove piomba in 11.54 (+1.1). Ancora ghanese di cittadinanza, Joan resta a 9/100 dalla miglior prestazione italiana appartenente alla neocampionessa europea allieve Desola Oki (11.45 nel 2014). Nettamente battuta Giulia Guarriello, che si ferma a 11.89 peggiorando il tempo della mattinata e rischia anche l’argento sull’attacco di Elena Carraro (11.95).

80hs (pentathlon) – Caccia al titolo, ma anche ai 4000 punti: si parte dallo score di 962 ottenuto dalla lombarda Mirea Nebuloni, grazie al suo 12.23 (+0.2).

Lungo M – Il favorito Luca Ciavone, il ragazzo di Isernia che Antonio Izzi e Daniela Sellitto hanno portato alle soglie dei fatidici sette metri, è anche lo sfortunato interprete di questa gara: con il 6.65 (-0.6) del primo salto resta in testa fino al penultimo turno, ma da semplice spettatore (confinato in tribuna da un problema muscolare insorto nel secondo tentativo). Alla distanza esce allo scoperto la novità di giornata: Ion Soltan, un bresciano di Concesio arrivato con la famiglia in Lombardia da un villaggio vicino Chisinau, ha ancora la cittadinanza moldava. Qui però indossa la maglia tricolore, con 6.79 (-0.1), gran bel risultato per l’outsider seguito da Giorgio Federici.

 

300m M (batterie) – Una delle prove più incerte, in partenza come al termine del primo turno: per ora in pole position c’è lo spezzino di Follo Alto Alessandro La Mantia (36.16), seguito dall’ex ostacolista Carolina Leporati. Ma l’esito della finale di domani è ancora tutto da scrivere.

300 F (batterie) – In testa all’elenco cronometrico ci sono alla pari, 40.74, la pugliese Francesca De Mitri – già protagonista un anno fa a Sulmona – e la prima delle liste cadette dell’anno, Chiara Gherardi: la romana della Garbatella è cresciuta molto quest’anno e ora mira a rompere il muro dei 40” che finora le è stato precluso (40.10 di PB). Dietro di lei, in batteria, sotto gli occhi di papà Stefano, Alessia Baldini ha corso in 41.51, quarto tempo tra le finaliste.

300hs M (batterie) – Come nella gara femminile, anche qui il protagonista assoluto è un ragazzo al primo anno cadetti: ma c’è da dire che Lorenzo Benati (figlio dell’ex mezzofondista delle Fiamme Gialle Mario) è già un bell’atleta con una struttura invidiabile (1m91 per 68 kg). Nel primo turno il romano della Balduina dà ben più di un secondo a tutti gli altri e ora si presenta da favorito nella finale di domani dall’alto del suo 39.62, davvero pregevole in questa sede.

300hs F (batterie) – Dopo la “tegola” Kaddari, altro momento sfortunato per le ragazze sarde: nettamente in testa, Beatrice Porcu cade sull’ultima barriera e deve abbandonare le ambizioni di vittoria. E così i migliori tempi del turno arrivano dalla stessa batteria, la seconda, dove la capolista stagionale Arianna Capobianco (45.42) trova una fiera avversaria in Larissa Iapichino: in tribuna ci sono i genitori, Fiona May e Gianni Iapichino, un pezzo di storia dell’atletica azzurra. Ma in questa sede le ascendenze familiari sono solo un dettaglio, perché la ragazza fiorentina – 14 anni compiuti il 18 luglio – strapazza il suo PB sulla distanza con 45.28 (miglior prestazione delle batterie). Domani vedremo cosa ne uscirà, in una finale tutta da vivere.

Giavellotto M (esathlon) – Si conclude la prima giornata delle multiple e il miglior lancio in pedana è di Fabio Facchineri (49.35), ma con 46.02 Alessandro Sion allunga nettamente: 2454 punti sono una bella dote per il primatista italiano, mentre il pavese Facchineri si insedia al secondo posto (2290).

Asta M – Non piove, ma le condizioni ambientali sono quelle dell’autunno in montagna: non propriamente favorevoli per grandissime misure. E però il primatista italiano indoor Ivan De Angelis – nonostante un principio di crampi - eguaglia il suo PB all’aperto con 4.40 e poi prova invano la quota del record nazionale di “Gino” Colella, fallendo 4.57 per tre volte. E’ l’ennesimo titolo giovanile di un allievo del tecnico gialloverde Emanuel Margesin: ma, a proposito della famiglia Colella, il tecnico del secondo classificato – il salernitano Simone Di Cerbo (4.10) – è il foggiano Davide Colella.

80m M (batterie) – Raffaele Di Maggio, favorito sulla distanza, non ha alcuna intenzione di farsi sorprendere come l’altra isolana Kaddari nella prova femminile: il palermitano di Torretta fa 9.15 (+0.3), top cronometrico del primo turno. Nel gruppo a ridosso ci sono anche due ragazzi del 2002: Enrico Sancin (9.31) è diventato in stagione il miglior quattordicenne di sempre di scuola italiana (pensare che nella sua carriera sui campi di calcio lo avevano schierato in porta, ritenendolo un po’ lento …) e un nome nuovo come Federico Guglielmi, veneto di Favaro Veneto che si allena a Marcon ed è stato capace di 9.19 (+0.3), secondo solo al capolista siciliano Di Maggio.

Alto M (esathlon) – Saltando 1.80, il quattordicenne torinese Alessandro Sion balza in testa alla classifica dopo due gare con 1658 punti. Poi il figlio d’arte di Saronno Alessandro Arrius, 1625, e l’altro lombardo Stefano Cordella (1617).

Lungo F – La campionessa in carica, Veronica Zanon (qui terza a 5.40), perde il trono della specialità a vantaggio di un’outsider di lusso: la novità tricolore è una biellese di Camburzano (era il paese della marciatrice azzurra Betty Perrone …) e si chiama Veronica Crida, miglioratasi nel penultimo turno a 5.54 (-0.2). Poi la ligure Chiara Smeraldo (5.41): papà Paolo è stato un valido velocista in gioventù.

80m F (batterie) – Non ci sarà oggi pomeriggio l’atteso duello tra la figlia d’arte Rebecca Menchini e la “miss” di Quartu Sant’Elena Dalia Kaddari: se la ragazza piemontese ha siglato un tranquillo 10.08 (+0.7), miglior tempo del primo turno, la rivale sarda - capolista stagionale – ha compiuto un errore di valutazione facendosi soffiare la vittoria in batteria dall’altoatesina Ira Harrasser e risultando troppo lenta (10.44) per un ripescaggio. E così saranno altre le pretendenti al podio dello sprint giovane in rosa: Tisiye Zuniga (10.25/+0.7), la guatemalteca scoperta a Treviglio da Paolo Brambilla, o Noemi Cavalleri (10.26/+0.6), varesina di Cassano Magnago adottata in fasce da famiglia lombarda. Nelle serie extra riservate alle staffettiste si esalta la romana Alessia Cappabianca, ragazzina di bella struttura al primo anno di categoria, che si rende protagonista di un miglioramento super a 10.28 (+0.4).

Martello M – Il primo titolo della rassegna tricolore va a Federico Mencarelli (55.47), perugino di Bastia Umbra strappato al rugby e allenato da Claudio Lazzari: e anche il fratello maggiore Michele, era stato su un podio di categoria, terzo tra gli juniores. L’oscar dei fratelli d’arte va in ogni caso al quarto di giornata Ronaldo Mancinelli, quarto in classifica e quarto di una serie di martellisti di scuola ascolana (capostipite Paolo, vincitore a Isernia 2001). Ma si consumano anche i soliti  piccoli grandi drammi, che qui coinvolgono l’ultimo esponente della gloriosa scuola livornese: il ragazzo italo-colombiano Jean Carlos Marcuccio – capolista stagionale - fa tre nulli e fallisce l’accesso in finale. Le sorti della Toscana le sostiene Federico Moruzzi, secondo con 55.10: al bronzo, grazie all’ultimo lancio da 54.70, ci va il romano Christian Kappler (anche papà Gian Claudio era stato un valido specialista in gioventù).

80hs F (batterie) – Festival degli ostacoli nella mattinata d’esordio, ora è il turno delle ragazze: qui le previsioni della vigilia sembrano trovare conferma, perché prima Joan Adu (11.80/-0.2) e poi Giulia Guarriello (11.71/-0.3) sono superiori alla concorrenza ben più di una spanna. Sono due lombarde, ma vestono maglie diverse: la ragazza ghanese, arrivata nel 2012 con la famiglia a Castenedolo, è rimasta alla corte di Erminio Rozzini, mentre la mantovana di Moglia ha passato il Po e ora si allena a Reggiolo per difendere i colori dell’Emilia Romagna.

100hs M (batterie) – Si continua con le barriere, ora batterie della prova singola: manca un vero e proprio favorito e il primo turno serve anche a marcare il territorio. Il miglior tempo è di Fabio Izzo (13.61/-0.4), bergamasco di Urgnano che cerca di togliere la leadership stagionale al salernitano di Nova Velia Giuseppe Filpi (molto tranquillo in una mattinata abbastanza fredda, 13.68//-0.3). Per il ruolo di terzo incomodo si schierano in finale altri tre da -14”: il piemontese Francesco Tesio (13.87), il ravennate Francesco Cavina (13.92) e il veneto Cosmin Cocu (13.93), padovano di Cittadella nato a Galati, in Romania.  

100hs M (esathlon) – Il detentore della MPN Alessandro Sion – torinese classe 2002 - mette in gioco le sue recentissime credenziali: in partenza manca però quello che poteva essere il suo avversario più pericoloso, il marchigiano Alessandro Caccini, infortunatosi ai Regionali. Detto questo, siamo ancora all’inizio: e così il primo leader provvisorio della classifica è l’umbro Michele Cascianelli (14.33/-0.5, 831 punti).


(foto Montesano/FIDAL)


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