Jesolo: Barontini-Romani, 800 da sogno

18 Giugno 2016

Ai Tricolore allievi i due mezzofondisti corrono in 1:48.76 e 1:49.02, entrambi sotto la precedente MPI oltre che 1° e 2° crono europeo under 18 del 2016. Record anche per la 4x100 della Futura Roma e Sydney Giampietro.

di Raul Leoni

Cadono tre limiti di categoria in una intensa giornata centrale della rassegna tricolore U18: 800 e 4x100 di club in campo maschile, peso tra le ragazze, mentre un quarto – ancora la staffetta veloce per società femminile – viene mancato di poco. Nella finale degli 800 un’impresa da ricordare: in due vanno sotto il vecchio record di Mario Scapini (1:49.61 nel 2006), il marchigiano Simone Barontini e il napoletano Andrea Romani, che arrivano a contendersi la vittoria sul piede di 1:48.76 e 1:49.02 (migliori tempi europei dell’anno per questa fascia di età). Poi la pesista Sydney Giampietro – già campionessa nel disco (46.21) – fa doppietta sulla pedana del peso ribadendo la sua leadership continentale (17.84 all’ultimo lancio, quattro centimetri in più del precedente ottenuto al “Brixia Meeting” del 15 maggio). Infine le volate delle staffette di club: il 41.90 firmato dal quartetto della E.Servizi Futura Roma (Romolo Tokong, Davide Campana, Mattia Di Panfilo, Mario Marchei) toglie dall’albo d’oro dopo 27 anni il 42.10 della Pont Donnas guidata al titolo italiano da Carlo Occhiena nel lontano 1989. Nella prova femminile la formazione dell’Atletica Vicentina (Moillet Kouakou, Margherita Zuecco, Francesca Todescato, Chiara Bergamin) corre in 47.00, a 7/100 dal primato detenuto dalle milanesi dell’Italgest edizione 2008. In mattinata si era consumato uno dei duelli più attesi della tre-giorni di Jesolo, quello sulla pedana del giavellotto tra Sara Zabarino e Carolina Visca: il grande progresso della piemontese (54.82)  respinge la favorita romana (54.21). Altro esito a sorpresa nei lanci, Alessandro Pace migliora il suo PB nel peso di un metro e mezzo (18.50) e interrompe la serie di successi tricolori ad opera del reatino Andrea Proietti (17.65). Due grandi finali dei 400hs hanno dato l’avvio al vivace pomeriggio del “Picchi”: successi col personale per il napoletano Alessandro Sibilio (52.78) e la veronese Anna Polinari (1:00.19), mentre il vento contrario ha mortificato la vena dei velocisti nelle finali dei 200. Sulla pedana dell’asta, due titoli usciti da duelli spettacolari: Francesco Masci (4.75) su Andrea Marin (4.70) al maschile e in campo femminile la neo-azzurra Maria Roberta Gherca (3.85) - italiana da un giorno – precede Rebecca De Martin. Nei 3000 allievi vince il marocchino Abdelhakim Elliasmine (8:31.72), ma il foggiano Antonio Catallo centra il minimo per Tbilisi (8:33.91 PB): obiettivo non raggiunto dalla trentina Nadia Battocletti dopo una gara quasi solitaria (9:59.02 PB).

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LE GARE DELLA SECONDA GIORNATA - POMERIGGIO (QUI la mattina)

ALLIEVI

800m (finale) – All’inferno le gare tattiche, faccia contro il vento e si va: così Simone Barontini costruisce una delle più belle imprese della nostra atletica recente, non solo del settore giovanile. E’ il modo di correre del marchigiano della Sef Stamura Ancona, allenato da Fabrizio Dubbini: così aveva messo in carniere un paio di titoli sui 1000m indoor nell’impianto di casa al coperto. Cancellato l’1:49.61 di Mario Scapini – e parliamo di un ex campione europeo juniores, sui 1500 a Hengelo 2007 – il vincitore mette da parte ogni cautela e brucia il primo giro in 54.22, poi resiste al ritorno di Andrea Romani: 1:48.76, e anche il napoletano, altro talento del vivaio azzurro, scende sotto il vecchio limite italiano (1:49.02). Gran gara anche tra i piazzati, ma oggi c’è spazio solo per chi l’impresa l’ha fatta davvero: i due ragazzi italiani si piazzano per ora in testa alle liste europee dell’anno e mettono in ambasce la coppia britannica  formata da Mills e Lonsdale (1:49.06 e 1:49.07) che già pregustava una comoda doppietta a Tbilisi.

Ora le medaglie dovranno sudarsele.

Peso (finale) – Secondo argento di giornata dopo quello del martello per Andrea Proietti: ma questo secondo posto (17.65) è davvero amaro per il reatino, abituato a dominare le finali di categoria nel peso. Invece domina un discobolo romano, Alessandro Pace: partendo da un personale di 17.07 risalente alla passata stagione, il portacolori delle Fiamme Gialle Simoni esplode al quinto turno con un 18.50 “da paura”. E domani proverà a fare un altro scherzo a Marco Balloni, il favorito del disco sua specialità d’elezione.

3000m (finale) – La grande giornata degli allievi accomuna un ragazzo marocchino che parla con cadenza bergamasca ma non può ancora vestire l’azzurro – Abdelhakim Elliasmine – e un ex calciatore di Troia, Foggia – Antonio Catallo –che invece coltivava il sogno di esordire in nazionale agli Europei di Tbilisi. Antonio avrebbe potuto conquistarsi il posto nelle siepi, dove vanta 5:53.8, e invece ha scelto la strada più difficile: quella di tentare il minimo sui 3000, gomito a gomito con Elliasmine. Una storia a lieto fine: maglia tricolore al bergamasco-marocchino (8:31.72), minimo continentale (8:33.91) all’allievo dell’ex mezzofondista foggiano Carmine Ricci. E sul podio va un altro ragazzo pugliese, Vincenzo Grieco (8:48.68): è stato proprio lui a convincere Antonio a passare in pista, battendolo nel cross studentesco regionale di Lecce, nel 2013.

4x100m (finale) – Era il 4 giugno 1989 quando Carlo Occhiena, uno dei più grandi talenti giovanili dell’atletica italiana, portava alla vittoria il quartetto veloce della Pont Donnas nei Campionati Italiani di Viareggio, successo storico nelle vicende del sodalizio valdostano. Ora quattro ragazzi in maglia gialla, quelli della E.Servizi Futura Roma, riescono a far meglio dopo 27 anni: 41.90 per la formazione composta dala ragazzo di origini filippine Romolo Tokong, Davide Campana, Mattia Di Panfilo e Mario Marchei, fresco campione nazionale dei 200 dopo l’argento nei 100. Sotto il muretto dei 43” vanno anche l’Atletica Trento dei medagliati nello sprint Lorenzo Paissan e Lorenzo Ianes (42.46) e anche i veronesi di Insieme New Foods, testimone preso in seconda frazione dal finalista dei 200 Matteo Merzi e poi portato al traguardo dall’argento dei 400hs Giacomo Bertoncelli (42.98).

Disco (qualificazione) – Forse uno dei turni eliminatori dai contenuti più impalpabili: anche perché i ragazzi più forti sono consapevoli che tutto si deciderà nella finale di domattina. Il miglior lancio di giornata arriva dall’unico viaggio in pedana di Marco Balloni: 46.41 per l’ascolano allenato da Armando De Vincentis.  

Giavellotto (finale) – Resta Amar Kasibovic l’unico allievo italiano oltre i 60 metri: 62.20 nell’ultimo turno è la misura che nobilita il primo titolo di specialità vinto dal vicentino di origini bosniache, uno specialista soprattutto delle prove multiple prima di trovare la sua vera strada su questa pedana in virtù di una struttura fisica davvero promettente. Poi trova spazio il campione cadetti in carica Simone Bonfanti (58.25), mentre si perde nelle posizioni a ridosso del podio il trevigiano Riccardo Favretto, che si era distinto in qualificazione.

Triplo (qualificazione) – Parte la corsa alla doppietta per il campione del lungo Andrea Dallavalle: d’altronde è questa la specialità di famiglia – il fratello Lorenzo è stato finalista ai Mondiali juniores di Eugene 2014 – e il piacentino manda a referto un 14.57 (+1.1) di ordinaria amministrazione, per lui. In ogni caso è importante vedere sette specialisti oltre i 14 metri già in questo turno eliminatorio: e il 14.29 (+1.2) di Ernesto Pascone, il reggino che da cadetto vantava 2.00 nell’alto.

Alto (qualificazione) – Basta salire a 1.89 per decidere i 12 promossi e quindi ogni ulteriore questione viene rinviata alla finale di domani: non manca nessuno, in particolare il favorito Andrea Motta, il campione cadetti di Sulmona Francesco Ruzza e il campione studentesco Lorenzo Naidon. In pedana non c’è invece Giacomo Belli, toscano di scuola livornese accreditato di 2.08.

200m (finale) – Torna a farsi sentire il vento contrario (-2.5) e il cronometro si appesantisce: e la finale si rivela più incerta di quanto si potesse prevedere, perché Mario Marchei accusa forse più di David Zobbio l’ostacolo offerto dall’anemometro.  Più lento il vincitore (22.08) rispetto alla batteria dellla mattina, dove era stato l’unico sotto i 22”: poi Zobbio 22.28 e il trentino Lorenzo Ianes, 22.47.

400hs (finale) – Sui blocchi c’è Alessandro Sibilio, uno dei personaggi da copertina di questi campionati: ma il ragazzo allenato da Giampaolo Ciappa non è uno che ami bruciare le tappe, a dispetto dello sfolgorante miglioramento sul piano firmato agli Studenteschi. E così l’impressione, al termine di una gara dominata in 52.78, è che questa sia una semplice tappa di passaggio per il napoletano di Posillipo: gara lineare, controllata, probabilmente ancora qualcosa da limare nella tecnica di passaggio dell’ostacolo. In ogni caso una buona base di partenza in vista degli Europei.

In una finale non facile da gestire, mette a segno un miglioramento super (54.89) Giacomo Bertoncelli, veronese che si allena nell’impianto di Bussolengo.

ALLIEVE

3000m (finale) – Per la prima volta sotto i 10 minuti, Nadia Battocletti è soddisfatta fino ad un certo punto: 9:59.02, fatto praticamente da sola, non è un tempo sufficiente a centrare il minimo per gli Europei. Il papà Giuliano, grande ex azzurro, è incerto se farla riprovare: la trentina potrebbe tentare ancora a Ferrara il 30 giugno, ma ci sono pure le scorie di un infortunio che ne ha rallentato la preparazione per quasi un mese e mezzo. Si vedrà: per ora c’è comunque da festeggiare la maglia tricolore, conquistata rintuzzando un attacco in progressione di Daba Mbengue (10:07.31), una ragazza senegalese arrivata nel Bergamasco con la famiglia una decina di anni fa. Molto brava anche Camilla Bossi, sedicenne canturina in progresso (10:08.69).

Triplo (qualificazione) – Questa è una delle pochissime gare del programma a non aver ancora espresso prestazioni valide per il minimo europeo: ovviamente si spera che i tempi siano maturi per vedere misure pari o superiori al 12.25 che viene richiesto per il viaggio a Tbilisi. Oggi ci va relativamente vicina Camilla Vigato, sia pure con vento a favore (12.11/+2.3): appuntamento alla finale di domattina.

4x100m (finale) – Manca poco che cada il quarto limite di categoria in questa lunga e intensa giornata di Jesolo: il quartetto dell’Atletica Vicentina formato da Moillet Kouakou – equiparata ivoriana – Margherita Zuecco, Francesca Todescato e Chiara Bergamin segna sul display 47.00, ad appena 7/100 dal miglior tempo di sempre per club fissato dall’allora Italgest Milano a 46.93 nel 2008. Quelle che sono forse le eredi delle attuali detentrici, la Bracco Atletica, si fanno onore con 47.85, poi le ragazze dell’Atletica Lecco-Colombo (48.41).  

Peso (finale) – Cade un altro primato italiano U18, l’ennesimo che porta la firma di Sydney Giampietro: e questo nonostante la milanese scoperta da Luigi Cochetti si sia presentata in pedana con le scorie di quattro gare (tra peso e disco) in un giorno e mezzo. All’ultimo turno arriva il 17.84 che riscrive la lista, quattro centimetri in più della misura ottenuta al Brixia Meeting lo scorso 15 maggio. E’ l’ulteriore conferma della leadership europea per l’azzurra, la seconda prestazione mondiale dell’anno dopo il 18.31 della statunitense Alyssa Wilson. Va in archivio una finale di buon livello, dove l’altoatesina Sofia Steinkasser si fregia del secondo posto con il PB a 14.36.

Marcia 5000m (finale) – Un esito non completamente atteso e che in vista di una possibile partecipazione azzurra degli Europei lascia una situazione in parte impregiudicata: intanto il titolo lo vince una biondina romena Lavinia Lacatus, arrivata a Limbiate da Baia Mare e allenata da Michele Castaldo (qui fa il PB a 24:47.84). Poi non ci sono le gemelline Mirabello, come forse era logico aspettarsi, bensì due sedicenni pugliesi: espressione di due nobili scuole, quella brindisina di Vito Vasta per Alessia Mastronicola (25:00.86) e quella tarantina di Mottola creata da Tommaso Gentile nel caso di Alessandra Lentini (25:26.23).

Asta (finale) – Oggi Maria Roberta Gherca vince “da italiana”: la ragazzina romena arrivata con la famiglia a Velletri da Iasi raggiunge il traguardo della cittadinanza – almeno dal punto di vista amministrativo – ed è probabile che sia questione di giorni per la “eligibility” della Iaaf. Detto questo, l’allieva di Gabriele Ruggiero viene a capo di un lunghissimo duello con Rebecca De Martin e di una competizione che si trasforma nel finale in una specie di confronto interregionale tra atlete laziali e friulane: protagoniste anche Martina Turco e Martina Molinaro, che chiudono rispettivamente a 3.75 e 3.70. La quota che decide il titolo è quella a 3.85: tre errori per De Martin, Gherca va oltre al secondo tentativo. L’ultimo atto della gara è l’assalto della vincitrice a 4.00: se ne potrà riparlare, forse già a Tbilisi.

800m (finale) – Decisamente Martina Tozzi ha in testa solo la vittoria, con il corollario di una maglia per Tbilisi: a premiare la romana del vivaio gialloverde è una progressione importante dopo un passaggio su ritmi molto comodi (1:09.1). Certo, di fronte all’esaltante gara maschile, il 2:12.96 della ragazza allenata da Andrea Ceccarelli sembra passare in secondo piano: eppure questo gruppo, dalla vincitrice in giù, merita la giusta attenzione per le qualità messe in mostra nella stagione.

200m (finale) – Contro un vento da -2.6, al traguardo c’è Valeria Simonelli 24.83 in queste condizioni sarebbe quasi un’impresa per la romana, che meriterebbe pure la convocazione automatica per Tblisi. Poi arriva la notizia della squalifica della vincitrice per invasione di corsia: ricorso respinto e così vengono riscritte le gerarchie, in qualche misura consacrate già nelle batterie in apertura di riunione: titolo all’ivoriana della Vicentina Moillet Kouakou (25.00), poi la friulana Aurora Berton (25.13) e la novità stagionale Sara Ronchini (25.17). Ma per onorare al meglio il cronometro si dovranno aspettare altre occasioni.

400hs (finale) – Finale dai contenuti tecnici complessivi anche più rilevanti rispetto alla prova maschile: anche qui un buon miglioramento (60.19) che porta la veneta Anna Polinari alle soglie dei primi 10 risultati all time e ad una ormai virtuale maglia azzurra agli Europei. Ma è soprattutto il contorno che consolida questa gara tricolore: quattro sotto in 62”, con la novità Alice Boasso a 61.43 (e la ragazza di Fossano ha anche ottenuto in stagione lo standard continentale dell’eptathlon a Lana, 4857 punti). Poi una serie di specialiste che già si erano distinte da cadette sui 300hs e che poi hanno saputo interpretare al meglio la distanza canonica, con Isabel Vikoler (61.68), Marisabel Nespoli (61.71) e Martina Spezzaferro (62.89). 


Simone Barontini e Andrea Romani (foto Modica/FIDAL)


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