Internazionale: l'Africa delle stelle a Bruxelles



L’eccezionale edizione del meeting di Rieti ha concluso una settimana di atletica internazionale in maniera straordinaria. Trovare qualcosa di altrettanto scintillante nell’attività all’estero è impresa improbabile, fatto salvo per il Memorial Van Damme di Bruxelles, disputato due giorni prima. Da questo partiamo per il nostro consueto giro del mondo. Golden League: Bruxelles Asafa Powell ha salvato le penne per il rotto della cuffia, garantendosi la sua fetta di jackpot del Grand Prix IAAF. Leonard Scott ha anticipato la partenza sui 100 metri ma è stato graziato dallo starter, che dopo il "pronti" ha lanciato il via senza praticamente aspettare. Il giamaicano primatista del mondo si è superato, riuscendo a rimediare ad una situazione difficile. E' stato un lampo: pur rimanendo sui blocchi ha chiuso in 9"99. La sensazione è che possa fare meglio di quanto fatto finora, con le condizioni giuste. Tyson Gay: al momento è l'unico che ha saputo raggiungere almeno l'ombra di Powell, inseguendolo a Zurigo in occasione del record del mondo. A Bruxelles ha centrato il terzo sub-20 della stagione, correndo i 200 metri in 19"79: Sono cifre che eravamo abituati ad associare a Michael Johnson. La corsa di Gay è assai più frenetica del grande Mike, ma redditizia e lineare, quasi subito in assetto per l'accelerazione. Dietro di lui Carter, anche lui per la terza votla sotto i venti secondi, in 19"97. Mezzofondo in primo piano Da sempre il Van Damme offre tempi eccezionali, soprattutto nei diecimila metri. Lo scorso anno Kenenisa Bekele realizzò proprio a Bruxelles il primato del mondo. Quest'anno ha migliorato ancora, dopo Zurigo, il mondiale stagionale dei 5000 in 12'48"09, dando 60 metri a Kipchoge, ma la vera manna c'è stata, come appunto da tradizione, sui diecimila. Micah Kogo, ventenne (pare) del Kenya, ed il diciassettenne etiope Ibrahim Gashu Jellan sono tornati nella mischia dopo l'exploit di Hengelo, a fine maggio. Kogo, col suo 26'35"63, si è portato al sesto posto nelle graduatorie di ogni tempo, mentre l'etiope (al secondo diecimila importante della carriera), è arrivato quarto in 27'02"81. Tra i due, ecco l'altra Africa, sempre più imponente nel numero e nella qualità espressa negli ultimi anni. Eritrea, Uganda, ma presto toccherà anche alla Tanzania portare in pista elementi di valore pari a quelli che già presentano nella maratona. L'eritreo Tadesse, bronzo olimpico, si è esaltato in 26'37"25. Boniface Kiprop, ugandese di 21 anni quarto sia a Sydney che a Helsinki, ha mancato di pochissimo il suo primato nazionale finendo in 26'41"95. Altri otto atleti hanno corso sotto i 28 minuti, compresi due marocchini ben conosciuti fino a ieri solo per le corse su strada, e non per il cimento in pista, Aissa Dghoughi e Ayad Lamdassem. Kenyani da record C'è stato pure il modo di produrre un primato, quello della staffetta 4 x 800, che i britannici Elliott, Cook, Cram e Coe detenevano da ventiquattro anni: i kenyani, con Joseph Mutua, William Yiampoy, Ismael Kombich e Wilfred Bungei, sono stati capaci di correre in 7'02"43. Primati di area anche per l'America (statunitensi secondi in 7'02"82) e per l'Asia (Qatar quarto dopo il Benelux in 7'06"66. Il Van Damme delle dame Un tripudio per le fresche campionesse d'Europa Gevaert e Hellebaut, quello riservatogli dal competente pubblico di casa. La sprinter ha vinto contro avversarie un po' spompate in 22"68, mentre la saltatrice ha supearto la Veneva e la Bergqvist con la stessa misura (1,98) e per il minor numero di errori. C'era Antonietta Di Martino, quinta con 1,92. Anche Tirunesh Dibaba, come Wariner (44"29) e la Richards (50"02), ha messo a segno il quinto successo che contava, quello per il jackpot: l'etiope non ha rischiato trascinandosi l'olimpionica Defar nella sua ombra e l'ha regolata di tre secondi in 14'30"63. Lysenko superstar Non tutti gli italiani erano impegnati a Rieti: Marco Lingua ed Ester Balassini hanno gareggiato a Banska Bystrica. Da dimenticare l'esibizione dell'atleta delle Fiamme Gialle: tre nulli ed un lancio valido a 70,90 buono per il nono posto. Vittoria al campione europeo Tikhon con 78,97 su Pars, Karjalainen, Ziolkowski e Devyatovskiy. Per la Balassiniun sesto posto dignitoso con 69,87, davanti a gente come la primatista del mondo Lysenko (75,07), l'ex-primatista Khanafeyeva (72,95), l'ex-iridata Moreno (72,79) e l'ex-olimpionica Skolimowska (71,31). La pedana del salto triplo ha proposto Randy Lewis di Grenada, che ha avvicinato il già suo record nazionale con la misura di 17,31. Prestazione a parte desta sensazione il fatto che il caraibico abbia preceduto Marian Oprea, stella romena, che solo all'ultimo salto ha quasi messo in discussione la vittoria di Lewis raggiungendo i 17,26. Nel salto in alto buon 2,31 del russo Andrey Tereshin; il peso è andato al solito Cantwell con 21,19. Nel resto del programma buone risultanze dalle due serie dei 110 ostacoli (Herring 13"32 ed Oliver 13"35) e prima uscita stagionale di Merlene Ottey sui 200 metri (la 46enne ex-giamaicana ha chiuso quarta), corsi con vento regolare in 23"82. Legnante bene anche in Germania Assunta Legnante ha partecipato domenica al meeting tedesco di bad Kostritz, imperniato sulle specialità dei lanci ed a gare giovanili. La gara del peso femminile è stata quella di maggior spessore tecnico grazie alla presenza, oltre che dell'azzurra, della neozelandese Valerie Vili-Adams, che ha infilato una serie davvero notevole: 19,40 19,92 19,30 20,20 19,80 19,42. Il 20,20 eguaglia il primato dell'Oceania realizzato dall'atleta di origine aborigena in gennaio. La Legnante, seconda, ha ottenuto 18,23, ma anche 18,02 e 17,26, oltre che tre lanci nulli. La Legnante aveva già affrontato la Vili-Adams a Linz, la scorsa settimana, finendo settima con 18,22. Vittoria, manco a dirlo, della neozelandese con 19,83. A Bad Kostritz era presente anche Paolo Capponi: per lui 18,49 ed il secondo posto dietro il campione d'Europa Bartels, 20,12 all'ultimo lancio. Altro da Bad Kostritz: 65,17 della giavellottista ceka Spotakova (e clamorosa sconfitta della Nerius, seconda con 63,84), e grandi progressi per il martellista Rautenkranz, portatosi a 76,21. Maratone A Bruxelles vince il 36enne kenyano Stephen Louro in 2h11'26". Eì il secondo successo stagionale per il maturo specialista africano, già vincitore della maratona cinese di Xiamen in marzo. A Sapporo vince Kaori Yoshida (al debutto) in 2h32'53"; le prestazioni sono state condizionate dal gran caldo, ma la Yoshida ha ottenuto il risultato di entrare nel gruppo delle probabili candidate per la selezione ai mondiali di Osaka del prossimo anno. Le altre maratone che determineranno le scelte del selezionatore sono quelle di Tokyo, Osaka e nagoya, oltre alla maratona dei giochi Asiatici. Distrutte dalla temperatura due nomi di un certo spessore, rispettivamente nona ed undicesima: Anastasia Ndereba in 2h45'52" e Masako Chiba in 2h48'58". Non è andata meglio, cronometricamente parlando, agli uomini. Il successo è andato a Tomonori Watanabe in 2h17'51". Illustri affaticati i kenyani John Kagwe (ottavo)in 2h23'24" e Eric Wainaina (tredicesimo) in 2h24'57". Decanation L'originale manifestazione parigina (dieci gare con Francia, Spagna, Germania, Polonia, Russia, Ucraina e Stati Uniti) ha coronato col successo gli Stati Uniti, che lo scorso anno avevano preso un po' sottogamba l'impegno. Successi come quello dell'iridata Madison nel lungo (solo 6,60, ma miglior risultato della stagione), di Hoffa nel peso con 21,29 e di DeeDee Trotter sui 400 in 50"85 sono stati determinanti per i 104 punti e mezzo della classifica finale. Un'ottima Germania ha totalizzato cento punti, poi polacchi e francesi. La squadra russa, che aveva lasciato altrove le prime linee, è finita quinta. Tra i migliori risultati il 73,97 della tedesca Heidler nel martello, il 13"29 di Allen Johnson (che ha gareggiato fuori classifica), il 79,25 di Ziolkowski. C'era anche Christine Arron, in ripresa, seconda in 11"33 battuta dall'americana Glenn. Salti senza latitudini Il Medio Oriente manda in orbita un secondo lunghista, dopo il ben conosciuto Al-Khuwailidi (8,48 quest'anno). Un altro saudita, Ahmad Fayez Marzouk, già a 8,29 ventoso in occasione dell'exploit appena citato del connazionale, si è portato ad 8,39 (con vento contrario) in un meeting di secondo piano in Germania. Il dopo Goteborg degli svedesi Al solito evento di enorme richiamo per il pubblico finlandese e trasmesso in diretta televisiva, l'incontro annuale tra le nazionali di Svezia e Finlandia di Helsinki ha visto il trionfo dei padroni di casa, trascinati dal fresco campione d'Europa delle siepi Keskisalo, che ha dato due vittorie (anche i 1500 metri) alla sua nazionale. Tra i risultati di interesse la vittoria di Thornblad su Holm (2,30), e quella della Huhtaniemi-Tarviainen nel giavellotto (63,56). Asia Si sono conclusi i Giochi del Sud-Est asiatico a Colombo, nello Sri Lanka. Molte vittorie per gl atleti indiani, nessuna nota particolare, eccezion fatta per la discreta vena di Susanthika Jayasinghe, 11”33 e 22”99 nello sprint. Fatti e misfatti Subito i misfatti, dal fronte dei controlli antidoping: le pagine dei media sono riempite dai casi Gatlin e Jones, ma nella rete sono comparsi molti altri nomi negli ultimi tempi. Riassumiamo in breve: il mezzofondista sudafricano Isaiah Nkuna è stato squalificato a vita. La prospettiva del "life ban" appare molto probabile anche per il velocista ungherese Gabor Dobos, testato positivamente al testosterone, e già in purgatorio nel 2000. Due anni di sospensione sono stati comminati al celebre duo Kederis-Thanou (torneranno con l'anno nuovo), all'altro sudafricano Sepeng (tornerà in maggio), al notissimo velocista americano John Capel (sconterà la squalifica fino al marzo del 2008). La giavellottista statunitense Serene Ross, campionessa USA nel 2002, si è ritirata dall'attività futura dopo aver accettato una sospensione di due anni. Sono stati provvisoriamente sospesi in seguito ad un test positivo il velocista ghanese Zakari (un altro atleta, come Marion Jones, allenato da Steve Riddick), i francesi Gezzar (un siepista da 8'15") e Latifa Essarokh, scesa quest'anno sotto i 4 minuti sui 1500 metri. Ora qualche notizia: altri atleti hanno o stanno per cambiare nazionalità. La triplista serbomontenegrina (che ora sarebbe solamente serba per via della divisione in due entità), ora è slovena, avendo sposato il quattrocentista Sestak. Un altro quattrocentista, il ben più conosciuto giamaicano Brandon Simpson (in gara a Rieti domenica scorsa), sarà ufficialmente un atleta del Bahrein dal prossimo 29 settembre. L'olandese Lieja Koeman, sposata col discobolo canadese Jason Tunks, gareggerà con la divisa del canada tra poco meno di un anno. Kimberli Barrett, buona specialista giamaicana del peso, è invece già portoricana, da due settimane. Resurrezione Thomas Nyariki è tornato alle gare: il grande specialista kenyano del mezzofondo campione del mondo dei 5000 nel 1997 ed ora 35enne, ha corso e vinto la dieci chilometri di Port Elizabeth, nel Maine. Nel 2003 Nyariki è stato investito a Nairobi da un auto con dei criminali a bordo, con la conseguenza della perdita di un occhio. Di lui parleremo ancora tra poco. Le maratone che verranno Juan Carlos de la Ossa debutterà sulla distanza della maratona a Berlino, tra meno di un mese, e si troverà di fronte nientemeno che Haile Gebrselassie e Sammy Korir. A Chicago (22 ottobre) hanno aderito Felix Limo, vincitore dell'ultima edizione, Daniel Njenga, Constantina Dita, Lyudmila Petrova, Galina Bogomolova e l'australiana Benita Johnson. Per New York alcuni nomi già certi: Catherine Ndereba, Deena Kastor-Drossin e Jelena Prokopcuka sono i più prestigiosi in campo femminile. In campo maschile è stato invitato Stefano Baldini, ma si attendono conferme. Baldini è annunciato al via anche nella Great North Run inglese del primo ottobre, assieme a Paul Tergat, Hendrick Ramaala e Jaouad Gharib. Mezza New York Due atlete appena citate, la Ndereba e la Johnson, sono state le protagoniste della prima edizione della mezza maratona di New York. Ha vinto l'africana, con cronometraggio identico per entrambe in 1h09'43". La mezza maratona maschile è stata vinta da Thomas Nyariki, del quale abbiamo detto delle drammatiche vicissitudini. Nyariki è giunto primo al traguardo (con vista sulla Statua della Libertà) in 1h01'22". Secondo Meb Keflezighi (1h01'28"), terzo Abdiraham in 1h01'34". Stagione finita per tre campionissimi, tutti alle prese con infortuni: Christian Olsson, Carolina Kluft ed il decatleta Bryan Clay. Ancora ferma Veronica Campbell, non pienamente recuperata dall'infortunio patito in giugno a Gateshead. Idem Ivet Lalova, la formidabile velocista bulgara. Appena rientrata dopo molti mesi di stop la fortissima triplista algerina Rahouli. Lieto evento: Margaret Simpson, migliore eptatleta d'Africa, ha dato alla luce un neonato. Per finire, ha annunciato il ritiro il martellista tedesco Holger Klose (82,22 nel 1998). Oggi subito il via alla nuova settimana dell'atletica internazionale: l'appuntamento è a Dubnica, in Slovacchia, con un nuovo confronto Lysenko-Moreno. Dopodomani Grand Prix a Zagabria, prima del doppio appuntamento tedesco: antipasto venerdì a Koenigs Wusterhausen, apoteosi finale a Berlino, Golden League, domenica. Nelle prossime ore, nella sezione statistiche del sito, nuovi aggiornamenti con le liste mondiali stagionali complete e quelle all-time. Marco Buccellato


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