Internazionale - Bekele sconfitto, Dibaba mondiale



Un primato del mondo e due "world best" sono il bilancio di una settimana spettacolare e piena di avvenimenti, in Europa e negli Stati Uniti soprattutto. Largo spazio all'attività indoor, e precedenza alle presenze italiane oltre confine. Iniziamo subito dalle tante apparizioni all'estero da parte dei nostri atleti negli ultimi giorni. Dell'appuntamento scozzese della nazionale non c'è altro da aggiungere oltre quanto già scritto: a livello statistico va detto che Stefan Holm non è riuscito ad allungare la rincorsa verso i trenta successi consecutivi nel salto in alto, e che la 4x200 russa (Pechenkina e Khabarova tra le frazioniste) ha riportato a casa la migliore prestazione mondiale con 1'32"41. Il precedente limite era detenuto in coabitazione da due selezioni tedesche, il vecchio Eintracht dell'allora Repubblica Federale Tedesca (1988) e l'Olympia Dortmund della Germania unificata (1999), con 1'32"55. La Sparkassen Cup di Stoccarda ha rappresentato il miglior meeting europeo della parte di stagione fin qui vissuta, almeno sul piano dei risultati. Della gara di Simone Collio, che ha trovato nel jet-Mayola un avversario imprendibile (per merito del cubano) fin dal primo appoggio, c'è da dire che l'azzurro ha superato tutti avversari (ad eccezione del finlandese Poyhonen) accreditati di primati personali sui 100 metri migliori del suo, come i nigeriani Aliu e Fasuba ed il sudafricano Nagel (un personale di 6"48 sui 60). In batteria Collio aveva superato lo stesso Mayola, con una reazione allo start di 0,142, ripetuta praticamente al millesimo (0,141) in finale. La rappresentanza italiana contava anche Neuhauserer nella terza serie degli 800 (1'48"50, battuto dal kenyano John Litei) e Stefano Dacastello, dodicesimo nel lungo con 7,25, seguito da un nullo e da 6,78. Da Stoccarda molti altri risultati notevoli: nello sprint le migliori volate europee della stagione sul giro: i tedeschi Unger ed Ernst hanno ottenuto 20"66 e 20"74 in due diverse serie, mentre sugli 800 l'olandese Okken ha trovato il secondo mondiale stagionale della sua stagione in 1'46"27 (nella serie dei migliori Borzakovskiy ha vinto in 1'47"18). Mondiali stagionali anche per l'ucraino Heshko sui 1500 metri (3'37"40), per il britannico McIlroy sui 1000 (2'19"49), per Jawher sui 3000 (7'43"66, poi migliorato nella serata americana dall'irlandese Cragg), per l'ucraino Yeremenko (5,84 nell'asta), e nel settore femminile per la Chizenko sui 1500 in 4'07"68 e per la Adere sui 3000 (8'37"91, stesso destino di Jawher, vedi Boston (di cui parleremo tra pochissimo), dove ad incalzarla è stata la connazionale Defar. In questo panorama di numeri e leaderships, un paio di nomi: il ritorno di Stringfellow nel lungo dopo il grave infortunio che ne ha compromesso la stagione olimpica (sesto con 7,80), ed il fantastico un-due-tre di Anna Rogowska, che dopo il 4,70 di Spala, seguito in settimana dallo straordinario primato polacco a 4,74 ottenuto a Bydgoszcz, ha vinto contro la connazionale Pyrek a parità di misura a 4,60. Altri nostri atleti sono stati impegnati sabato scorso in Francia, dove a Hirson si è tenuto un meeting nazionale del calendario francese, dedicato al salto in alto: vittorie italiane per Andrea Bettinelli con 2,25 e per Raffaella Lamera (1,85). Nella scia di Bettinelli buon 2,20 di Filippo Campioli, battuto con identica misura dall'ucraino Demyanyuk, figlio d'arte (il padre saltava 2,33 all'inizio degli anni '80) nonché buon ostacolista. Intenso fine settimana per Andrea Giaconi: venerdì a Budapest l'ostacolista ha corso in 7"77 la quinta serie dei 60 ostacoli, perdendo dal britannico Allan Scott (7"63, primato europeo stagionale). Domenica replica a Bratislava: primo round chiuso al terzo posto in 7"78 (primo Scott in 7"66, secondo Damien Greaves in 7"74), e turno finale in 7"76, battuto ancora da Scott con 7"67. Nel triplo femminile sesto posto per Silvia Cucchi con 12,63 (tre nulli, 12,21 e 12,27 le altre prove), nella gara vinta da Sarka Kasparkova con 13,67. La Dibaba replica a Boston Un anno fa Tirunesh Dibaba, sull'onda del titolo mondiale all'aperto conseguito a Parigi, stabilì a Boston il limite mondiale junior dei cinquemila indoor, correndo in 14'53"99, battuta da Meseret Defar. Stavolta le due etiopi si sono spartite le gare, correndo su diverse distanze, e Tirunesh ha fatto ancor meglio, portando a 14'32"93 il primato del mondo. La Dibaba vanta all'aperto 14'30"88, che è anche il limite mondiale junior, conseguito nella gara in cui la turca Abeylegesse ottenne il record del mondo assoluto. Il nuovo limite al coperto migliora il 14'39"29 che Berhane Adere ottenne a Stoccarda giusto un anno fa. Dopo aver spadroneggiato nel fango di mezza Europa, il plotone etiope ha ripreso le redini del mezzofondo mondiale anche nell'attività indoor. L'altra stella, la campionessa olimpica dei 5000 Defar, impegnata sui 3000, ha inopinatamente gettato al vento l'opportunità di dare all'Etiopia due records mondiali nella stessa serata, materializzando ostacoli in due atlete doppiate e perdendo decimi preziosi: alla fine della rincorsa il cronometro ha sancito 8'30205, a soli novanta centesimi dal limite della Adere (ancora lei). L'Etiopia ripresentava in pista Kenenisa Bekele, dopo la tragedia vissuta poche settimane fa. Il contagiri del campione olimpico è andato in tilt, calcolando duecento metri in meno sui 3000 previsti, con la conseguenza di non poter impedire il recupero ed il sorpasso ad opera dell'opportunista Alistair Cragg, che con 7'39"89 ha migliorato il mondiale stagionale. Per Bekele 7'41"42, ed una ulteriore dimostrazione di talento, essendo riuscito a limitare i danni pur dovendo ripartire quasi da fermo. Nelle altre gare maschili di Boston il 60 più veloce della stagione, ad opera di Jason Smoots (6"53), e l'inattesa sconfitta di Bernard Lagat sul miglio per mano di Rotich (3'53"18, limite 2005). Riunione anche per i migliori pesisti americani: personale indoor per Adam Nelson con 21,66 (sei lanci validi), ancora qualche nullo di troppo per Cantwell (20,94), e crescendo di forma per gli altri sconfitti Godina (20,68) e Hoffa (20,12). Mezzofondo a parte, il programma femminile ha offerto la volata solitaria della Ceplak sugli 800 (2'01"52), la vittoria della graziosa Muna Lee sui 200 (22"99), ed il debutto di Carolina Kluft, vincitrice nel lungo con 6,63, mondiale stagionale ed una serie senza nulli con l'acuto all'ultimo salto. Altre indoor americane Selezione necessariamente un po' severa dei risultati provenienti dagli States vista la quantità degli appuntamenti fra venerdì e domenica (oltre trenta). Si procede per ordine di arrivo delle notizie: Libor Charfreitag, il martellista slovacco che gode di grande reputazione anche negli USA ha ben iniziato la stagione lanciando nella sua specialità indoor preferita, il peso con maniglia, a 24,64, che è migliore prestazione mondiale stagionale e nona performance di sempre. Solo lo stesso Charfreitag ed il martellista americano Lance Deal hanno fatto meglio (il "mondiale" di Deal è di 25,86). L'atleta aveva recuperato dall'influenza nelle 48 ore precedenti la gara, disputata nell'ambito del Wes Kittley Classic di Lubbock, in Texas. Da un risultato pregevole nel martellone maschile ad uno previsto ma ugualmente fragoroso, al femminile: la bianca Erin Gilreath è la prima atleta a scagliare l'attrezzo oltre la misura dei 24 metri. L'impresa risale a venerdì scorso, nel corso dell'UNC Invitational di Chapel Hill, North carolina. La Gilreath ha lanciato a 24,11, misura che se omologata vale il "World Best" che succede al 23,95 dalla stessa Gilreath ottenuto a Gainesville un anno fa. Seconda Candice Scott con 23,23, e terza la pesista Gerraughty con 20,58. L'evento di Chapel Hill non si è limitato all'exploit della Gilreath. Troviamo nel tabellino il ritorno di LaTasha Colander, che ha vinto sui 60 metri sulla francese Linda Ferga, ora conosciuta col cognome da sposata Khodadin (7"29 contro 7"45), e soprattutto il primo incontro ravvicinato tra due atleti che sono in credito con la fortuna nella stessa specialità: Allen Johnson e Ladji Doucouré. Il pluridecorato Johnson, ricorderete, era malamente caduto nel suo quarto di finale olimpico, mentre il giovane potente francese si era trovato ad incocciare un ostacolo in finale, compromettendo la sua corsa per il podio. Primo round a Johnson, 7"62 contro 7"63. Spettatori impotenti del duello atleti di valore come Anwar Moore, Ronnie Bramlett e Charlie Allen. Proseguiamo a scandagliare l'attività USA: l'Athletes.com Invitational di Nampa, nell'Idaho, ha portato il 5.65 nell'asta di Tommy Skipper ed il 46"95 sui 400 metri di Kedar Inico, un atleta di colore che sta uscendo gara dopo gara dall'anonimato delle gare universitarie (studia alla Oregon University). Boston, sì, ma con due impianti separati, ha organizzato un week-end atletico da sogno: dei Reebok Boston Indoor Games, tenutisi al Reggie Lewis Track Center, abbiamo già parlato. Ora la due-giorni al Track & Tennis Pavillion, dove è tornato a gareggiare l'ex-idolo delle High School Alan Webb, grande speranza del mezzofondo USA malamente uscito in batteria ad Atene sui 1500 metri. Venerdì ha perso sui tremila metri dal veterano irlandese Mark Carroll (7'46"60 contro 7'47"19), ma sabato si è rifatto vincendo il miglio in 3'59"80. Ancora dal Pavillion il 46"26 del panamense Bayano Kamani, che all'aperto predilige il giro con ostacoli e vanta il quinto posto nella finale olimpica. La velocista Chryste Gaines ha debuttato a Clemson, South Carolina, nell'ambito di una manifestazione prevalentemente incentrata sulle prove multiple. Per lei un deludente 7"47 sui 60 metri preceduto dal 7"42 della batteria. Nell'eptathlon 5749 punti del giamaicano Maurice Smith. Ancora dal pianeta delle prove multiple 5752 punti di Donovan Kilmartin a Houston, dove si è rivista anche l'ex-iridata dei 100 ostacoli Anjanette Kirkland, che all'8"26 della batteria ha fatto seguire la caduta in cui è incappata nella finale. Una grande protagonista dell'eptathlon, la lituana Austra Skujyté, argento olimpico, ha inferto il primo colpo della stagione arrivando al mondiale stagionale del pentathlon a Cedar Falls, nell'Iowa, dove inizia abitualmente la stagione al coperto. Per lei 4477 punti con i seguenti parziali: 8.76-1.79-15.54-6.05-2:22.63. L'atleta vanta 4679 punti di personale, punteggio che le permise di arrivare al bronzo nella rassegna iridata indoor disputata nella Sport-Arena di Budapest nella scorsa stagione. Ancora dall'Uni Dome di Cedar Falls la volata di Josh Norman in 6"64. Segnaliamo anche il mondiale stagionale al maschile, ottenuto nell'eptathlon da Ryan Olkowski, un atleta che precedentemente si cimentava con discreti risultati sui 200 metri: nell'University Park di State College, in Pennsylvania, ha chiuso le sette fatiche con 5827 punti, ed è stato imitato dalle quattrocentiste del Tennessee, che hanno fermato i cronometri della 4x400 a 3'34"38, mondiale stagionale della staffetta. Discreto anche il Washington Invitational di Seattle, grazie al 46"48 di Craig Everhart ed alla nuova vittoria di Adam Goucher, conosciuto mezzofondista dalla carriera ormai decennale, che ha vinto i 3000 metri in 7'50"58. Nell'ambito di una manifestazione giovanile a Vermillion, in South Dakota, si è svolta una gara di asta con protagonisti di prim'ordine: ha vinto Derek Miles con 5,82, seguito dal 38enne Hartwig (5,70); test negativo per Toby Stevenson, argento olimpico davanti a Giuseppe Gibilisco, che non ha conseguito alcun salto valido. Ultima nota dagli Stati Uniti il rientro del vicecampione del mondo junior dei cento metri Demi Omole a Champaign, in Illinois (6"62). L'Europa vede Madrid Il movimento del vecchio continente è in fermento nell'imminenza della massima rassegna continentale indoor, prima settimana di marzo. Iniziamo la panoramica di quanto accaduto nei giorni scorsi con la Grecia. La riunione ateniese di sabato ha prodotto l'ottimo 8,15 di Louis Tsatoumas nel lungo, il primato nazionale junior (5,61) dell'astista Filippidis (tre record nella stessa gara, passando per 5,41 e 5,51), e soprattutto lo sprint di Giorgia Kokloni, che con 7"18 si è issata in vetta alle liste stagionali dei sessanta metri. Un altro carosello di records nell'asta femminile, ad opera della cipriota Anna Fitidou, che ha realizzato nell'arco della stessa gara ben quattro limiti nazionali, partendo da 4,10 e, dieci centimetri alla volta, realizzando il capolavoro a 4,40. Germania: eccellente gara di peso a Nordhausen, venerdì scorso. Il danese Olsen, bronzo olimpico, è rientrato con 21,16, mettendosi alle spalle il campione olimpico Belonog (19,62) e l'intera nazionale tedesca di peso (Dittmar 20,34, via via Bartels, i fratelli Sack e Detlef Bock). La giovane Lammert, in grande crescita tecnica da due mesi, ha messo in fila con 18,65 le titolatissime Kleinert (che in settimana ha ricevuto la medaglia olimpica d'argento che le spettava dopo la squalifica della Korzhanenko), la rientrante Kumbernuss e tutte le altre migliori tedesche. Dalla Germania anche le prove multiple: ad Halle è emerso lo junior Norman Mueller con la migliore prestazione europea stagionale (5802), mentre Sonja Kesselschlaeger ha solo accarezzato il fresco top annuale della Skujyté mancandolo di sei punti (4471). Il trittico ceko delle gare di salto in alto ha chiuso i battenti ad Ostrava con la vittoria di Slatoslav Ton (2,29), che ha preceduto l'ucraino Krymarenko (2,27, personale) e Baba (2,25). In precedenza la seconda puntata della serie era andata in scena a Trinec, dove si era imposto l'americano Tora Harris con 2,30. La ceka Strakova ha vinto la gara femminile di Ostrava con 1,94, la stessa misura che era stata sufficiente alla russa Kaliturina per imporsi a Trinec. Il sabato francese è stato all'insegna della velocità: in una riunione a Mondeville lampi di Ronald Pognon (6"59) e Christine Arron (7"19). In Spagna buon 200 di David Canal a Valencia (20"95) e riunione di un certo calibro a Saragozza, dove il neospagnolo e bronzo olimpico Joan Lino Martinez ha saltato 8,14 in lungo, e l'altro Martinez (Manuel) ha scagliato il peso a venti metri esatti. In Spagna anche la marcia in calendario, i 20 chilometri di Badalona, con vittorie di Mikel Odriozola (1h23'20") e Maria José Poves (1h33'17"). Torniamo alle indoor: in Lussemburgo si sono ben mossi i velocisti dell'Europa dell'Est. Il polacco Chyla ha vinto i 60 in 6"62 ed il ceko Vojtik è sceso sotto i 21" sui duecento, per due centesimi. I campionati moscoviti (domenica scorsa) hanno regalato la prima vittoria stagionale a Vyacheslav Voronin (2,26 con l'ex-campione olimpico Klyugin secondo a 2,24), e proposto il nuovo mondiale stagionale del triplo femminile (14,24 di Yelena Oleynikova). Sud Africa: ecco gli italiani Sono finalmente stati resi disponibili i risultati del meeting di Krugersdorp del 15 gennaio scorso, dove Nicola Trentin ottenne la misura di 8,11 in favore di vento ed 8,07 con brezza legale. Riportiamo la vittoria di Stefano Dacastello sui 100 metri in un apparentemente manuale 10"3 (vento nullo), in una gara che ha visto assegnare agli sconfitti (il fortissimo Morne Nagel e Snyman Prinsloo) il tempo elettrico di 10"35. Sugli ostacoli 13"83 di Andrea Giaconi con vento +1,5, battuto per cinque centesimi da Shaun Bownes. Nell'alto 2,20 per Alessandro Talotti e Giulio Ciotti, primo e terzo con in mezzo il giovane Veenemans. Vittoria anche per Micol Cattaneo, prima sui 100 ostacoli in 13"74, con vento a favore pari a 0,3 metri al secondo. Riecco i cubani In procinto di salpare per l'Europa, la riunione disputata a L'Avana giovedì scorso ha portato alcuni buoni risultati: dai triplisti soprattutto, con Betanzos e Quesada oltre i diciassette metri (17,16 e 17,03), e con il saltatore Moya (2,28). Strada L'appuntamento più prestigioso della settimana era la maratona di Osaka, in programma domenica. Come per il trionfo di Bruna Genovese a Tokyo, anche ad Osaka la vincitrice (Jelena Prokopcuka-Celnova) ha sagacemente aspettato il momento giusto per iniziare la personale rimonta verso il traguardo ed il primo posto. Il responso cronometrico è stato brillantissimo: 2h22'56" per la lettone (ventitreesima specialista di sempre, stando ai numeri, personale precedente 2h24'01" datato Londra 2003, e nuovo record nazionale), 2h23'59" per Mari Ozaki, 2h25'56" per Harumi Hiroyama. La favorita Lidia Simon si è assestata al quinto posto in 2h27'01", preceduta di sei secondi anche da un'altra giapponese, Miki Oyama. Presente anche la minore delle Ndereba, Anastasia, già vincitrice a Venezia, nona in 2h30'45". Hiromi Ominami (sesta al traguardo), ha condotto la gara per circa 25 chilometri, e dal decimo al ventesimo chilometro in solitudine, passando in 1h06'56", motivata soprattutto dalla necessità di ben figurare (è alla ricerca di un nuovo club vista la chiusura del suo team ad opera della banca giapponese che ne era a capo). La Ominami ha iniziato a perdere terreno nei confronti della Prokopcuka al ventiseiesimo chilometro (trenta secondi guadagnati dalla lettone nel giro di cinque chilometri), e dal trentesimo al trentacinquesimo chilometro si materializzava l'aggancio ed il rapidissimo sorpasso dell'europea, con la Ominami incapace di reagire. In quei cinque chilometri la Prokopcuka ha guadagnato cinquanta secondi di vantaggio, dopo averne recuperati quaranta per affiancare la giapponese. Ricordiamo che Jelena Prokopcuka si è classificata settima ad Atene nella finale dei diecimila metri. La Discovery Half Marathon di Eldoret è stata vinta in 1'02"33 da Wilson Kebenei Kiprotich, che ha preceduto atleti di valore come Philip Manyim. Kebenei è giunto terzo nell'ultima Stramilano in 1'00"29 ed ancora nella scorsa stagione ha vinto la 10km di Praga in 27'37". Haile Gebrselassie è tornato, ed è tornato a vincere, nella mezza maratona di Almeria, domenica scorsa (1h'01'46"). Cross Ad Albufeira hanno fatto man bassa i kenyani. Il cross portoghese ha visto i successi di Moses Mosop e Nancy Kiprop. Mosop ha mietuto vittime quali John Kibowen ed il siepista Peter Kamais, mentre la Kiprop ha stupito lasciando sul posto la Loroupe ed il Portogallo al completo (Ribeiro, Dias, Monteiro, Sacramento eccetera). Nel cross di San Sebastian (cinquantesima edizione) magnifica vittoria di Sergey Lebed, nientemeno che su Tariku Bekele, in volata, e su un elenco di avversari di prim'ordine (Kipkosgei, Yuda, Boniface Kiprop, Hassan, Joseph). Strapotere assoluto invece per Benita Johnson, che ha inflitto trenta secondi a Sally Barsosio, in una campestre dove hanno deluso le etiopi Hashim e Demboba, dalle quali si attendeva una resistenza più vibrante al talento dell'australiana. A Mol, in Belgio, vittoria di Wilson Chemweno davanti al ventenne Nicholas Manza, mentre la belga Dejaeghere ha ottenuto una bella vittoria casalinga, resa di squadra grazie al secondo posto della baouf, davanti alle kenyane Cheruiyot e Kigen. Prossima settimana dai ritmi pirotecnici: iniziamo domani con il "Governor" di Samara (Russia), poi i salti attrazione assoluta dell'Eurojump di Goteborg, quindi a seguire Millrose Games a New York, meeting di Erfurt in Germania, ancora salti ad Arnstadt, il Nelli Cooman Gala in Olanda, le prove multiple a Tallinn ed il gran finale domenica pomeriggio a Gand, Belgio. All'aperto avremo attività in Oceania, la Mainichi Marathon di Oita, in Giappone, ed il primo appuntamento con i lanci lunghi in Russia. In chiusura segnaliamo la pubblicazione, nella sezione statistiche del sito, delle graduatorie mondiali stagionali indoor, che comprendono i risultati del fine settimana appena trascorso. Marco Buccellato


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