Il Presidente Giomi sui deferimenti della Procura

02 Dicembre 2015

''Fiducia nell'operato della Procura. Sulla questione, dal mio punto di vista, vale quanto già detto oltre un anno fa, il 18 settembre del 2014''

Il presidente federale Alfio Giomi commenta così le risultanze del lavoro della Procura Antidoping NADO Italia sul caso dei 65 atleti coinvolti nell'inchiesta "Olimpia": “Nel ribadire la totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del CONI, ed auspicando una rapida conclusione dell’iter giudiziario, ritengo opportuno sottolineare quanto già espresso a suo tempo (VEDI IN BASSO). Rispetto a quelle parole, vorrei solo ricordare che il Consiglio federale attualmente in carica ha stabilito il 28 febbraio dello scorso anno che gli atleti, al secondo mancato controllo e/o mancata comunicazione, perdano ogni forma di assistenza da parte della Federazione; ed inoltre, che lo stesso Consiglio ha varato il 20 dicembre 2013 il “Codice etico dell’atletica italiana”, che prevede, tra le altre cose, l’automatica esclusione dalle squadre nazionali per gli atleti condannati a pene superiori ai due anni di squalifica per fatti di doping".

Dichiarazione del Presidente Alfio Giomi del 18 settembre 2014

Avevo dichiarato che una volta approfondito l’argomento sarei ritornato ad esprimere una valutazione sul famoso elenco dei 38 atleti colpevoli, sia pure in misura molto diversa (per alcuni è evidente come non ci siano responsabilità o che siano solo marginali) di decine e decine di filling failure (non di missed test).

Credo che sia già possibile fare alcune considerazioni:

1) Appare sempre più incredibile dare una risposta a tutto quello che è successo. La somma di negligenze, superficialità, incompetenza, inadeguatezza, e chi più ne ha più ne metta, è senza fine. Proprio però per fare chiarezza va sottolineato che non si tratta di missed test (mancato controllo) ma di filling failure (mancata comunicazione). Ai fini delle Norme Sportive Antidoping approvate dal CONI hanno lo stesso peso ma sono infrazioni diverse. È comunque incredibile come non sia stata comminata alcuna sanzione in occasione delle prime infrazioni, cosa che, probabilmente, avrebbe fatto capire a tutti quanto grave fosse l’inadempienza. Ad ulteriore chiarimento il potere sanzionatorio è, a livello nazionale, competenza esclusiva della Procura Antidoping del CONI.

2) La vicenda riguarda tutto (o quasi) lo Sport Italiano e non solo l’Atletica. (Il numero degli atleti che erano inadempienti è di ben oltre i 100) Questo non sposta di una virgola la nostra responsabilità, ma serve ad inquadrare il problema nella giusta dimensione.

3) Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto è troppo semplice. L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento  sportivo, ma in mezzo ci sono Tecnici, Società, Federazione, CONI. Assumiamoci tutti la nostra responsabilità.

4) Nel caso di filling failure non si parla di atleti dopati nè possiamo accostare automaticamente a tale problema l’idea di atleti che in odore di doping si siano sottratti ai controlli. Superficialità e negligenza sono pessimi compagni di strada, ma il doping è un’altra cosa.



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