Golden Gala: Howe vince ancora, Powell sublime



Una scintillante edizione del Golden Gala 2007 ha entusiasmato il pubblico romano accorso in quasi quarantamila persone allo Stadio olimpico. Vittorie di Andrew Howe ed Asafa Powell, e tentativo di record del mondo di Yelena Isinbayeva. Il resoconto inizia con quanto accaduto sulla pedana del lungo, compreso l'incredibile incidente di cui è stato vittima il francese Sdiri, colpito involontariamente dal giavellotto del finlandese Pitkamaki. Vince Howe, paura per Sdiri Quello che è accaduto prima dell'epilogo della gara è stato choccante. Il giavellotto scagliato dal finlandese Pitkamaki ha preso una traiettoria tutta volta a sinistra ed ha colpito il francese Sdiri, atleta tra i migliori del continente, all'altezza del costato. Immediatamente soccorso e trasferito al Policlinico "Agostino Gemelli", è stato sottoposto a numerosi accertamenti, inclusa una ecografia per verificare eventuali lesioni interne, ma le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni. Dopo il dramma sfiorato, il film della gara. Che non si trattasse della serata delle grandi misure si è capito fin dagli stacchi iniziali. Andrew Howe ha inseguito l'8.06 iniziale dello statunitense Pate, completando il lavoro all'ultimo salto con un 8.12 (vento -0.3). Per il campione d'Europa una serie con 7.99, nullo, 8.04, 7.98 ed ancora nullo, prima di agguantare un altro successo importante, dopo quello di Atene. Il reatino ha sauto mantenere la concentrazione dopo l'incredibile episodio accaduto pochi minuti prima, riprendendo la gara proprio con il suo salto. Il campione olimpico Phillips ha deluso con due nulli ed un 7.66 ben lontano dai propositi della vigilia. Il giavellotto maschile, proseguito in un'atmosfera da sconcerto dopo l'incidente, ha restituito il sorriso al campione olimpico Thorkildsen, che ha lasciato il segno al primo lancio (88.36) e sconfitto Pitkamaki. Il finnico era impallidito per la tensione provata negli attimi successivi all'incidente, mettendosi le mani nei capelli. Terzo lo statunitense Greer, per la conferma della gerarchia che era nelle previsioni. Powell sublime, Collio primato Asafa Powell ha messo tutti d'accordo già al primo appoggio con una reazione allo sparo di 131 millesimi di secondo. neanche il tempo di sbattere le palpebre e stava già un metro e mezzo davanti. La fase lanciata è stata straordinaria, l'assetto di corsa regale. Impressione fantastica. Un lampo da 9.90 che resituisce il primatista del mondo alla piena efficienza fisica ma non ridimensiona il regolasirrismo Atkins, secondo in 10.02. Simone Collio è stato magnifico: partito come non potrebbe partire meglio (117 millesimi di secondo!), ha realizzato il primato personale con 10.19, mandando nel limbo dei brutti ricordi i due interventi cui si è sottoposto non molti mesi fa. Si tratta della quarta prestazione italiana di tutti i tempi (al pari di Scuderi) e di una grande soddisfazione per il velocista azzurro. Alle sue spalle, il campione olimpico dei 200 Crawford, Scott (9.90 di personale), ed il numero due di giamaica Frater. La Isinbayeva tenta il mondiale La competizione ha dovuto fare a meno di Jennifer Stuczynski, l'americana capace di volare sopra i 4.88 nel corso della stagione. Un infortunio alla schiena l'ha malauguratamente tolta alla sfida con Yelena Isinbayeva. La superstar russa è entrata in gara a 4.65, commettendo un errore. La misura, superata dall'altra russa Polnova e dalla ceka Badurova, l'ha indotta a cercare la testa della gara alla quota superiore di 4.70, dove ha fatto centro con facilità sconcertante e si è assicurata la vittoria. La Isinbayeva ha ripetuto il giochino a 4.85: errore e scelta acrobatica sui 4.90, antipasto dell'ennesimo affronto al primato del mondo. Abbattuta nettamente l'asticella nei primi due tentativi, al terzo l'impresa è apparsa possibile. La specialità, con lei in pedana, è un arrembaggio per il secondo posto. In cielo si erge soltanto lei. Di Martino 1.95, vince la Vlasic Antonietta Di Martino ha condotto una gara perfetta fino alla misura di 1.98, dove ha commesso tre errori. L'azzurra è stata splendida a 1.95, valicato con gran luce tra lei e l'asticella. La croata Vlasic è salita oltre i due metri per la settima volta nel corso della stagione, vincendo a 2.02 sulla svedese Bergqvist (due metri) e sulla spagnola Beitia, che ha trovato la parabola buona per l'1.98 con la terza prova a disposizione. Sanya Richards ha corso i 400 come fosse un giro d'onore, in fuga solitaria nella quinta corsia, vanamente contrastata dalle avversarie. Il suo 49.77 è peggiore solo del risultato ottenuto a Parigi. Dietro di lei è tornata definitivamente grande la senegalese Thiam, ex-campionessa del mondo e gloria nazionale, seconda in 50.15. Nona Daniela Reina in 53.12, che in questa stagione fatica a ritrovare l'efficienza dello scorso anno. Elisa Cusma quinta L'azzurra ha corso il primo giro nei corridoi interni, ed ha cercato di recuperare posizioni decentrandosi verso il centro del rettilineo. il quinto posto le ha permesso di lasciarsi alle spalle atlete quotate come Ilona Usovich e la Petlyuk, in una corsa nuovamente sul filo dei due minuti (2:00.04). Vince la giamaicana Sinclair, caraibica che ha dettato legge nella prima parte della stagione, in 1:59.45. Nella gara maschile successo del saudita Al-Salhi (1.46.18), che è fuoriuscito dalla strettoia del cordolo per imboccare le vie esterne con grande sorpresa di Mulaudzi. Grandissima impressione di fluidità ha destato Michelle Perry, al terzo colpo consecutivo nella corsa al jackpot. Nei suoi cento metri ad ostacoli ha rifilato una nettissima sconfitta alla svedesina Kallur, che l'anno scorso la precedette proprio all'Olimpico, siglando al tempo stesso il nuovo record mondiale stagionale in 12.44. La Kallur è stata preceduta anche dalla neospagnola Onyia, un'atleta di origini nigeriane, approdata al personale di 12.67. Micola Cattaneo ha chiuso ottava in 13.27. Nei cento femminili Torri Edwards ha vinto ancora con netto margine in 11.03. L'americana fidanzata di Allen Johnson ha capitalizzato il solito gran riflesso sui blocchi precedendo ancora la Barber e la novità bulgara Naimova, campionessa mondiale junior su 100 e 200 metri. La Edwards ha vinto anche a Parigi e Losanna (ed i Trials di Indianapolis), ed è la vera numero uno del momento nel panorama femminile dei cento. LaShawn Merritt ha vinto i 400 maschili in 44.45 resistendo nel rettilineo all'inseguimento di Angelo Taylor, olimpionico tornato nell'Olimpo in questa stagione. Andrea Barberi è tornato a correre in meno di quarantasei secondi (45.93), siglando la migliore prestazione italiana dell'anno. L'ottavo posto non gli rende giustizia, ma il parterre era davvero di primissimo piano. Il biondo Wissman ha eguagliato il record di Svezia in 45.12, lasciandosi alle spalle uno specialista di grande calibro come il congolese Kikaya. Nei 5000 metri migliore prestazione mondiale stagionale per Sileshi Sihine (13:01.46), atleta tornato grande negli ultimi mesi, che ha dato un saggio delle sue immense risorse già ad Hengelo un mese e mezzo fa con 26:48.73 sulla doppia distanza. Ha sfruttato il lavoro del kenyano Kipchoge e l'ha infilato a duecento metri dal traguardo. Delusione per il primatista mondiale di mezza maratona Wanjiru, anonimamente penultimo in 13:36.60. La gara dei cinquemila femminili, in assenza della Defar, ha premiato la determinazione di un'atleta marocchina non molto conosciuta al grande pubblico, che all'Olimpico ha mostato i denti chiudendo in 14.36.52. Ad Oslo era finita sesta nella gara del record del mondo della Defar. Silvia Weissteiner ha corso in 15:29.78 (undicesima e terza delle europee), Ottimo il 1500 dei nordafricani, che hanno inferto una severa lezione ai migliori specialisti kenyani in circolazione. Vittoria, e spreco di baci indirizzati al pubblico romano, di Adil Kaouch, un marocchino da sempre pericolosissimo nelle gare tattiche e che ora ha imparato ad esprimersi anche su tempi di grande valore. Il suo 3:30.77 vale la seconda prestazione mondiale stagionale. Secondo l'algerino Boukensa, poi i kenyani. Christian Obrist ha messo nel paniere la migliore prestazione italiana stagionale in 3:35.75, chiudendo in tredicesima posizione. Pistorius all'Olimpico Pistorius: l'atleta sudafricano che tanto ha fatto parlare di sé per le protesi con cui supplisce all'assenza della parte inferiore delle gambe, ha corso come annunciato i suoi 400 metri contro tutti gli azzurri tranne Barberi, cui era riservata la serie dei migliori. Pistorius ha corso in progressione rinvenendo dopo l'ultima curva (era schierato in ottava corsia), e rimontando quasi tutto il plotone. Per lui secondo posto in 46.90 dietro Stefano Braciola (46.72) e gli applausi ammirati dell'Olimpico. La serata romana era iniziata con colori grigi per la rappresentanza italiana. Nella serie minore degli 800 metri maschili il terzetto formato da Longo, Bobbato e Sciandra era rimasto ben lontano dal minimo richiesto per i mondiali di Osaka. Sciandra in 1.46.97, Longo in 1:47.68 e Bobbato in 1:48.06 non avevano brillato restando nelle retrovie e lasciando la vittoria allo spagnolo Olmedo (1:46.00). Le altre gare ad ostacoli Stavolta l'esitazione è toccata al cubano Robles, che ha sbagliato un ostacolo. Ne ha approfittato lo statunitense Moore, già addosso al cubano a Parigi (stesso tempo), per cogliere un prestigioso successo in 13.16, un centesimo su Robles. L'altro americano Arnold, che rimontava, ha combinato un guaio sull'ultimo ostacolo ed ha perso tutte le frequenze chiudendo settimo. Nelle gare dei 400 ostacoli un pronostico rispettato ed una sorpresa: tra le donne ha vinto l'australiana Jana Pittman, ora conosciuta anche come signora Rawlinson, in 54.91. Benedetta ceccarelli ha guadagnato la quinta piazza in 56.56, nonostante l'assegnazione della corsia più esterna. Louis Van Zyl ha resistito alla potenza di James Carter ed al campione del mondo junior (Grosseto 2004) Kerron Clement. Senza troppe gare alle spalle e con il pieno di energie, Van Zyl è spuntato davanti in rettilineo conservando per un'inezia il successo sugli americani in 48.24. A due centesimi Clement, a sette Carter. Felix Sanchez, il dominicano grande avversario di Fabrizio Mori alcune stagioni fa, ha chiuso sesto in 49.64. In chiusura di serata la vittoria di Christian Olsson, re svedese del salto triplo, grazie al primo salto di 17.19; secondo il cubano Tosca con 17.10, terzo il russo Burkenya con 17.02. Marco Buccellato (m.s.) Secondo quanto riportato dal dottor Marco Fiocca (servizio medico del Golden Gala), che ha assistito Sdiri fino al Policlinico genelli, alla fine si è trattato di una ferita lacero contusa del tipo "di striscio", di tre centimetri; gli esami hanno escluso ogni complicazione interna. L'atleta è stato sempre cosciente, anche se, a causa dello shock, non ricorda nulla di quanto accaduto. Nella foto in alto, Andrew Howe; in quella in basso, l'arrivo dei 100 metri (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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