Giomi ''L'atletica italiana estranea al doping''

30 Marzo 2016

Le dichiarazioni del presidente della FIDAL a margine della presentazione del progetto "8-18" promosso da FIDAL e FIMP. 

Oggi a Roma, nell'ambito della presentazione del progetto "8-18" promosso da FIDAL e FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), il presidente federale Alfio Giomi ha commentato le recenti assoluzioni degli atleti azzurri da parte del TNA: “Quello oggetto dell'indagine Olimpia, tra il 2011 e il 2012, è stato un periodo molto complicato, nel quale il passaggio da un sistema ad un altro ha reso tutto poco chiaro. La Magistratura ha il dovere di indagare. Ma le sentenze del Tribunale, che noi rispettiamo sempre, hanno stabilito che l'atletica italiana non ha nulla a che fare con il doping. E noi ne siamo ovviamente felici”.

Sul doping: “E’ un problema globale dello sport, è evidente a tutti che non riguarda solo l'atletica. Se bisogna dare un merito all’atletica, è quello di non essersi mai nascosta e di averlo combattuto con più durezza di altri. Come Federazione, abbiamo promosso la Carta Etica, con cui gli atleti si impegnano a rinunciare alla maglia azzurra in caso di due anni di squalifica per doping; e abbiamo stabilito che dopo due mancati rispetti del programma 'Whereabout', che siano 'missing test' o altro, gli atleti perdano ogni assistenza federale: quindi niente più raduni, assistenza fisioterapica, borse di studio, trasferte, sostegno tecnico. E monitoriamo quotidianamente la situazione dei nostri atleti di vertice: posso dire che oggi nessun nostro atleta nella lista del club olimpico e o dei probabili olimpici ha messo insieme due infrazioni nel giro di un anno, contrariamente a quanto ho avuto modo di leggere”.

Alla domanda su Alex Schwazer, il presidente federale ha così risposto: "A Schwazer diamo il giusto peso in relazione alle tantissime cose che facciamo ogni giorno come Federazione. Se penso all’attività, mi viene in mente l’aumento dei tesserati: dai 180mila del 2012, ai 211mila del 2015, e con già diecimila adesioni in più nei primi mesi del 2016 rispetto alla stessa data dello scorso anno. Penso agli atleti che si stanno preparando al meglio delle loro forze per Rio, penso ai tanti progetti che portiamo avanti, fra cui questo per la promozione dell'atletica fra i ragazzi. Di Schwazer abbiamo seguito un allenamento sulle strade sulle quali marcia ogni giorno: da quel che mi hanno riferito, è un atleta che sembra aver imboccato la strada giusta per tornare ad essere quello che ha vinto l'oro ai Giochi di Pechino 2008. Sarà poi il tempo a dare il responso, per lui come per tutti gli altri atleti. I malumori di alcuni? In questo momento l'impegno di tutti è volto a preparare al meglio l'Olimpiade. Ognuno può avere sentimenti personali, che però appunto appartengono alla sfera privata. La Federazione in questo non ha alcun ruolo, ne deve averne". 

Sul ruolo del dottor Giuseppe Fischetto, nominato dalla IAAF delegato antidoping per i Mondiali di Marcia di Roma: "Non ci vedo nulla di strano. E' una persona seria, professionale e rispettosa, nella sua convocazione non ci vedo significati particolari oltre a questo".

Al numero uno FIDAL viene chiesto infine un parere anche sulla partecipazione della Russia all'Olimpiade di Rio 2016: “Io sono contrario. Perché dalle notizie che ci arrivano, da quello che sentiamo, non mi pare ci siano le condizioni per un rientro. La strada da percorrere probabilmente è più lunga di quello che si pensava”. 

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