Gateshead non sorride all'Italia

22 Giugno 2013

Ottavo posto parziale per gli azzurri dopo la prima giornata dell'Europeo a squadre. La Mantia (terzo posto con 13,99) il top tricolore

Poca gloria per le maglie azzurre nella prima giornata del Campionato europeo a squadre, andata in scena a Gateshead (Gran Bretagna). L’Italia chiude all’ottavo posto nella classifica dopo 21 delle 40 gare in programma con 123 punti, mezza lunghezza di ritardo dalla Spagna, settima, e 37,5 dall’Ucraina, sesta. Al comando la Germania, che precede la Russia di un solo punto (195 a 194), in uno dei confronti più equilibrati nella storia della manifestazione. A livello individuale,il miglior piazzamento è il terzo posto di Simona La Mantia nel triplo (13,99 ventoso, +2.5 m/s), con i quarti posti ottenuti poi da Silvano Chesani nell’alto (2,24), Libania Grenot nei 400 (51.84) e Jennifer Rockwell nei 400hs (56.32). Domani chiusura della manifestazione.

Il triplo è specialità da copertina in azzurro, e Simona La Mantia non delude le attese, finendo terza con 13,99 in una gara di complessa interpretazione (misura ventosa, +2.5; per lei anche 13,87 regolare e due nulli). Le condizioni sono difficili, con l’aria che soffia in maniera intermittente alle spalle, ma la palermitana mette a frutto l’esperienza che ormai non le manca, portando via il primo podio di giornata per gli azzurri. A vincere è una delle stelle della manifestazione, l’ucraina Olha Saladuha, ancora una volta imprendibile, dall’alto del suo 14,49. Il vento, protagonista in positivo nei salti in estensione, diventa la croce nelle corse di velocità. I tempi ne risultano inevitabilmente appesantiti, ma non è solo questo che frena Micheal Tumi. L'avvio del vicentino non è da disprezzare, ma la fase di accelerazione, e soprattutto il lanciato, non sembrano adeguate né all’occasione né allo status di bronzo europeo indoor dell’azzurro. Vince il francese Vicaut in 10.28 (-4.1), mente Tumi (10.51) viene risucchiato al quinto posto della serie, e al settimo totale.

A mettere fieno in cascina nel pomeriggio tricolore, probabilmente più delle attese, è Leonardo Capotosti (Fiamme Gialle), bravo a limare ancora il primato personale nei 400hs, portato a 50.33 (tre centesimi meglio del tempo ottenuto al Golden Gala Pietro Mennea). Il crono è buono per il quinto posto finale (vittoria al tedesco Schirrmesiter, 49.15, superando il più titolato britannico Dai Green, secondo in 49.39). Anche Matteo Galvan si comporta bene, vincendo la sua serie nel giro di pista. Il vicentino avvicina lo stagionale di 46.40, terminando la fatica in 46.53 grazie ad una bella rimonta nella retta conclusiva sul turco Can (46.70); nella serie migliore si corre ampiamente al di sotto dei 46 secondi (successo al russo Krasnov, 45.69) ma Galvan è comunque quinto.

Le gare con barriere danno soddisfazione ai colori italiani: Jennifer Rockwell, all’esordio in nazionale, è quarta nei 400hs, con lo stagionale di 56.32 (vince la britannica Child, al personale con 54.42), in una prova resa complicata dal forte vento. Silvia Weissteiner mantiene la linea di galleggiamento della squadra (sesta nei 3000 in 9:05.58), così come fa alla fine la più giovane convocata, la 19enne junior Sonia Malavisi, sesta nell’asta con 4,25 e autrice di una prova ordinata (3,80/1; 4,00/2; 4,15/1; 4,25/1), prima di arrendersi a 4,35. Il peso complica invece le cose per l’Italia, con Marco Dodoni che non riesce ad andare oltre un mediocre 16,73, così come i 1500 metri uomini, nei quali la folle condotta di gara del turco Ozbilen (53.7 ai 400, 1:51 agli 800, per un 3.38.57 finale) dà il colpo definitivo alle aspettative di Merihun Crespi, decimo in 3:43.92. Non va meglio a Touria Samiri nei 3000 siepi, decima in 10:09.19, mentre il disco di Valentina Aniballi atterra a 54,09, misura utile per il nono posto. La prova di Marta Milani negli 800 metri è positiva per almeno tre quarti: fino ai 600 la bergamasca segue molto bene il treno delle prime, ma finisce per spegnersi progressivamente negli ultimi 200 metri, perdendo un paio di posizioni sulla retta conclusiva; alla fine è settima, in 2:04.19 (vittoria alla britannica Judd, 2:00.82).

Viene poi il turno di Libania Grenot nei 400 metri. L’azzurra parte forte e, dalla sua seconda corsia, acciuffa buona parte delle avversarie nel corso dell'ultima curva. All’ingresso in rettilineo è in lotta per la seconda piazza, ma poi, con il passare dei metri, finisce per spegnersi, e chiude al quarto posto, con lo stagionale portato a 51.84 (vittoria alla britannica Perry Shakes Drayton, 50.50). Si ferma ai piedi del podio virtuale anche la prova di Silvano Chesani nell’alto. Il trentino supera l’asticella a 2,24, ma gli errori commessi nelle prime prove proprio su questa misura e a 2,15 (!) lo costringono - in virtù del regolamento della manifestazione, quattro errori concessi in tutto - a fermarsi dopo il secondo fallo a 2,28. Vince l’ucraino Bondarenko con 2,28, misura superata anche dal francese Hanany (secondo), mentre al terzo posto finisce il britannico Parsons, anche lui capace dei 2,24 come Chesani, ma premiato dall’assenza di errori su questa misura.

I 5000 metri si risolvono come nelle attese: ovvero, con una lunga passerella per il bi-campione olimpico di Londra (oro su 5000 e 10000m) Mo Farah. Il britannico ciondola per undici giri e mezzo, prima di sfoderare un ultimo 400 metri praticamente da sprinter (50.89).

Stefano La Rosa, lanciata la volata di gruppo, si difende come può, ma non riesce ad andare oltre il settimo posto (14:15.51). Dal grigiore del momento non si salva l’esordiente Sara Jemai, il cui giavellotto proprio non sembra voler atterrare lontano: per lei, dodicesimo posto e tre lanci praticamente in fotocopia intorno ai 48 metri (48.58 il migliore). E fa altrettanto male anche Camillo Kaboré, anche lui alla prima volta in nazionale, che nel lungo, pur spinto da un vento superiore ai 4 metri, non va oltre i 7,39 (nella gara contraddistinta dal miglior risultato tecnico di giornata, l'8,36 del russo Menkov).

Discreta volata delle azzurre nella staffetta 4x100 che chiude la prima giornata: Micol Cattaneo e Irene Siragusa lanciano bene  il quartetto, Ilenia Draisci e poi Audrey Alloh si comportano altrettanto positivamente, terminando in prima posizione nella seconda serie in 44.35, mantenendo tre centesimi di margine sulla Bielorussia. Nel computo finale le ragazze sono settime (vince l’Ucraina con 42.62), ma certo piace la grinta messa in campo da tutte e quattro. Al maschile il quartetto non sembra essere al meglio della condizione: i cambi passano senza grandi problemi, ma è la velocità del testimone a non impressionare. L’essere poi nella serie peggiore non aiuta: Michael Tumi, Jacques Riparelli, Davide Manenti e Fabio Cerutti vincono la seconda serie in 39.05, e sono quinti nella classifica combinata (a vincere è la Gran Bretagna, con 38.39).

Nella classifica generale, l’Italia è ottava, con mezzo punto di ritardo dalla Spagna, settima. L’Ucraina, sesta, è però a distanza siderale (37 punti e mezzo). Ciò vuol dire che servirà una grande seconda giornata, per tentare di risalire in classifica. Utile anche dare uno sguardo alle spalle: la Turchia è ventuno punti più indietro, mentre la Grecia, che occupa il terz’ultimo posto (tradotto: retrocessione in First League) è indietro di 47 punti. Domani chiusura della manifestazione: tra gli azzurri che andranno in gara, Giuseppe Gibilisco (asta), Daniele Meucci (3000), Fabrizio Schembri (triplo), Veronica Borsi (100hs), Alessia Trost (alto), Darya Derkach (lungo), Chiara Rosa (peso).

Marco Sicari

Le fotografie da Gateshead

Risultati/Results



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