Firenze e l’atletica: Coe, il meeting e...

30 Maggio 2023

Oltre cent’anni di storia, dall’intuizione del marchese Ridolfi alla Coppa Europa 2003-2005, passando per l’evento del Comunale con il record di Lord Seb e il primato ‘fasullo’ di Carl Lewis

di Fausto Narducci

Il Golden Gala Pietro Mennea del 2 giugno, come già avvenuto nel 2021, riaccenderà la storia centenaria dell’atletica fiorentina. Comunemente si indicano infatti proprio gli Anni Venti del secolo scorso come l’inizio dell’atletica su pista a Firenze anche se basta consultare la monumentale “Storia dell’Atletica a Firenze e della sua Provincia dalle origini al 1945” di Aldo Capanni e Franco Cervellati per risalire ai cimenti podistici di tale signor Roncaglia (di cui nessuna cronaca fa mai il nome di battesimo), socio del Jockey Club, risalenti al 1° febbraio 1870. Si trattò di una marcia podistica da Firenze a Pistoia da compiere in 5 ore che fruttò al podista la vincita di una scommessa di 2000 lire e di cui scrisse anche La Nazione. Il fiorentino Roncaglia fu quindi un predecessore di quell’Achille Bargossi, fermatosi un giorno a Firenze nel suo viaggio podistico del 1883, da cui parte l’opera di riferimento (uscita all’interno della rivista Atletica) dell’atletica italiana: “Da Bargossi a Mennea” di Marco Martini.

Il meeting internazionale
Ma possiamo saltare a piè pari al 1927 per ricordare l’anno in cui il marchese Luigi Ridolfi, presidente della FIDAL dal 1930 al 1943 e poi dal 1957 al 1958, dette vita alla Società Atletica Giglio Rosso, riunendo alcune associazioni sportive. A lui è intitolato lo stadio che ospiterà per la seconda volta il Golden Gala e che fu inaugurato nel 2003 per sopperire all’eliminazione della pista del Comunale in vista dell’organizzazione dei Mondiali di calcio di Italia ’90. Proprio lì, dal 1976 al 1989, fu ospitato il meeting internazionale di Firenze su iniziativa di Giuliano Tosi, già vicepresidente FIDAL. La prima edizione si tenne il 18 maggio 1976 per poi proseguire ininterrottamente nella collocazione maggio-giugno fino alla 13esima edizione del 28 giugno 1989 con l’unica eccezione del 1979 quando lo stadio Comunale ospitò il 6 giugno il triangolare Italia-Polonia-Canada femminile.

Le siepi di Fava nel ’75
Ma facciamo un passo indietro per tornare al 30 aprile ’75 quando proprio al Comunale Franco Fava - che studiava all’Isef di Firenze e veniva dalla delusione degli Europei di Roma ’74 dove col record italiano di 8:18.85 si era visto sfilare dal tedesco Karst la medaglia di bronzo - si fece organizzare una gara (lepre Roberto Volpi) per attaccare nientemeno che il record mondiale che era detenuto da Ben Jipcho con 8:14.0. “Passammo a metà gara in 4:06 - ricorda oggi il giornalista del Corriere dello Sport - e mi sentivo il record nelle gambe. Ma all’ultimo giro, proprio alla campana, fui colpito da uno dei mei celebri attacchi di tachicardia e passai l’ultimo ostacolo con le mani: nonostante tutto corsi in 8:20.8, migliore prestazione mondiale stagionale”. Nel ’72 a 19 anni Franco Fava era stato già protagonista a Firenze dell’incontro Italia-Cuba (1-2 luglio) vinto dagli azzurri 134-76 che gli era servito come trampolino di lancio per il record italiano ottenuto il 3 agosto a Oslo con 8:33.4. Fu quella l’impresa con cui si guadagnò in extremis la maglia per l’Olimpiade di Monaco ’72 dove fu quarto in batteria con 8:35.0. Anche la storia di Fava si intreccia con Firenze.

Un memorabile 10 giugno 1981
Ma è il 10 giugno 1981 la data che può considerarsi come la più memorabile dell’atletica a Firenze e una delle più importanti di tutta l’atletica italiana: l’unico record mondiale realizzato nel capoluogo toscano. Ci piace ricordare che a quell’impresa assistette di persona Roberto L. Quercetani, il compianto giornalista fiorentino che ha fondato l’Atfs (l’associazione degli statistici di atletica) e che nella circostanza non dovette allontanarsi molto da casa. Quello che successe nella quinta edizione del meeting del Comunale appartiene alla storia dell’atletica in realtà per due record, uno vero e uno fasullo, che costrinsero le redazioni dei giornali a un lavoro supplementare ben dopo le 23, quindi sul filo della chiusura della prima edizione.

Due eventi connessi perché il falso record attribuito a Carl Lewis nei 100 metri (9.92) per un errore di cronometraggio mise in discussione anche l’impresa realizzata subito dopo da Sebastian Coe, attuale presidente di World Athletics, che corse gli 800 metri in 1:41.73 migliorando l’1:42.33 (ufficialmente 1:42.4) da lui stesso ottenuto a Oslo il 5 luglio ’79. Per la prima volta nell’occasione veniva abbattuta la barriera degli 1:42 ma i 20.000 spettatori del Comunale (poi diventato Franchi) dovettero attendere per un quarto d’ora l’ufficializzazione. I cronometristi volevano accertarsi che non si ripetesse il pasticcio del 9.92, assegnato dal tabellone nei 100 metri a Carl Lewis, che avrebbe cancellato uno dei record mitici dell’atletica: il 9.95 stabilito il 14 ottobre 1968 da Jim Hines all’Olimpiade di Città del Messico. In effetti già i tempi delle batterie (Woronin 10.12 per esempio) avevano lasciato dubbi sul funzionamento del tabellone luminoso e per questo forse lo stesso Carl Lewis aveva limitato i festeggiamenti dopo l’impresa. Con i cronisti già al telefono per dettare il pezzo, il tempo era stato corretto in un più normale 10.13 perché risultò che l’avvio del tabellone luminoso era stato effettuato manualmente e non sincronizzato con il cronometraggio elettrico.

Così nessuno si era fidato di ufficializzare il record di Coe negli 800 fino alla lettura del fotofinish. Eppure il passaggio in 49.5 dietro a Konchellah ai 400 non lasciava molti dubbi sulle intenzioni dichiarate dal britannico alla vigilia: migliorare l’1:42.33 da lui stesso detenuto. Ma scendere per la prima volta sotto l’1:42 forse non era preventivato tant’è vero che, sbilanciandosi non poco, lo stesso Coe nel post-gara paragonò quel record all’8,90 di Beamon in Messico. Esagerato? Forse sì ma non c’è dubbio che il pasticcio di Firenze avrebbe portato fortuna sia a Lewis sia a Coe. Ma anche al presidente FIDAL Stefano Mei che con il terzo posto nei 1500 in 3:40.3 migliorò il primato italiano juniores che soli 10 giorni prima a Torino aveva strappato a Gaetano Erba con 3:42.95.

L’ultimo meeting al Comunale
Si disputò il 28 giugno ’89 l’ultima edizione del meeting internazionale Città di Firenze che in effetti di internazionale aveva ormai ben poco. Qualche cubano (Simon, Chacon, Conde e la Riquelme) e americano (Bugg, Reading, Cannon) di secondo piano per cui le cose migliori vennero dalle vittorie di Benvenuti nell’alto e dalla Possamai nei 1500. Tanta tristezza prima di una pausa di 14 anni in cui la grande atletica, sfrattata dal Comunale, aspettò la rinascita nel rinnovato impianto fino ad allora conosciuto con il nome di Stadio Militare al Campo di Marte.

Coppa Europa 2003
Lo stadio Ridolfi, inaugurato nel 2003, ha ospitato la Super League della Coppa Europa che ci vide al quinto posto fra gli uomini e all’ottavo fra le donne (retrocesse) con due vittorie: Fabrizio Donato nel triplo (17,16) e la 4x100 composta da Scuderi, Collio, Donati e Cavallaro in 38.42. Da ricordare anche i secondi posti del compianto Alessandro Talotti (2,30) e Giuseppe Gibilisco (5,70) nell’alto e nell’asta. Ma la gara più valida tecnicamente fu quella del triplo femminile dove Magdelin Martinez con un ottimo 14,76 fu battuta di tre centimetri dalla russa Anna Pyatykh poi squalificata per doping.

La rassegna ebbe però una protagonista d’eccezione. Proprio Fiona May, fiorentina d’adozione, che vedrà la sua eredità atletica rappresentata in questo Golden Gala dalla figlia Larissa Iapichino. Fiona, che all’epoca della Coppa Europa aveva 33 anni, ci aveva raccontato per Sportweek quel passaggio di consegne. Larissa, che nella Diamond League 2021 di Firenze sarebbe stata sesta con 6,45, non aveva ancora un anno quando il 22 giugno 2003 vide, senza capirne molto, la mamma in scarpette e pantaloncini atterrare a 6,67 dietro alla francese Barber (6,76) e alla spagnola Montaner (6,69). “Ricordo come fosse ieri Larissa in tribuna ma anche la fatica che facevo a saltare dopo la maternità. Arrivai terza con un discreto 6,67. Due anni dopo tornai al Ridolfi quasi in chiusura di carriera con un più modesto 6,43 che valse però un secondo posto”.

La seconda Coppa Europa
Nel 2005, infatti, la Coppa Europa tornò dal 17 al 19 giugno a Firenze dove l’Italia ottenne il terzo posto maschile e il settimo femminile (retrocessa) con l’unica vittoria azzurra portata da Gibilisco con 5,80 nell’asta e Fiona battuta dalla russa Irina Simagina autrice di 6,76. Stavolta nel triplo fra la russa Pyatykh (14,72) e la nostra Martinez (14,54 ventoso) si inserì la greca Devetzi con 14,62. Ma le emozioni più forti vennero dalla 4x100 e sono racchiuse in quest’ordine d’arrivo: Gran Bretagna 38.67, Italia 38.69, Francia 38.78.

Golden Gala 2021
Un’edizione da sogno quella del 10 giugno di due anni fa al Firenze Marathon Stadium dove il presidente WA Sebastian Coe ha ricevuto dal sindaco Dario Nardella le chiavi della città a 40 anni dal suo record del mondo. Su tutti spicca il record europeo nei 5000 del norvegese Jakob Ingrebrigtsen: il suo 12:48.45 ha migliorato dopo quasi 21 anni il 12:49.71 ottenuto dal belga Mohammed Mourhit il 26 agosto 2000 a Bruxelles. Si trattava di una delle quattro migliori prestazioni mondiali dell’anno ottenute al Golden Gala 2021 insieme al 13.01 del giamaicano Omar McLeod nei 110 ostacoli, all’8:08.54 del marocchino Soufiane El Bakkali nei 3000 siepi e al 3:53.63 dell’olandese Sifan Hassan nei 1500 femminili. Fra le perle azzurre di giornata il 2,33 nell’alto di Gianmarco Tamberi (battuto a parità di misura dall’australiano Starc) e il 21,71 nel peso di Leonardo Fabbri. Possiamo chiudere la storia dell’atletica fiorentina proprio con l’erede della tradizione fiorentina che fa capo a Marco Montelatici e all’ex primatista mondiale Alessandro Andrei. Nell’atletica italiana Firenze ha un posto di peso.

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Il record europeo di Jakob Ingebrigtsen a Firenze nel 2021 (foto Grana/FIDAL)


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