Daegu: è bronzo mondiale per la Di Martino



Da Di Martino a Di Martino, quattro anni dopo. Dall'argento di Osaka 2007 al bronzo di Daegu 2011. Ancora una volta in Oriente. Oggi Antonietta Di Martino è salita sul terzo gradino del podio nell'alto ai XIII Campionati del Mondo di Daegu (Corea del Sud), superando con grande tenacia quota 2 metri alla terza prova. Titolo alla russa, capolista mondiale stagionale, Anna Chicherova con 2,03 alla prima, stessa misura, ma con un errore in più, dell'argento della croata, iridata uscente, Blanka Vlasic. La primatista nazionale assoluta regala così all'Italia la trentottesima medaglia azzurra nella storia della rassegna iridata. E' il tredicesimo bronzo e il primo metallo nel medagliere italiano dall'edizione 2007 di Osaka. Per la saltatrice delle Fiamme Gialle si tratta della seconda affermazione internazionale del 2011 dopo un stagione indoor che, oltre al 2,04 del nuovo record italiano al coperto, l'ha vista volare al titolo europeo a Parigi. Quella di oggi è stata, inoltre, la sua dodicesima gara oltre i 2 metri.

LA CRONACA - Uno stadio con quasi cinquantamila persone, undici avversarie in pedana, ma Antonietta Di Martino vive assorta nella concentrazione della sua quarta finale mondiale. La primatista italiana è la seconda a saltare. Un respiro profondo e si comincia. L'1,89 è pura formalità. Lo superano tutte, ma con uno stile diverso: c'è la delicata compostezza della russa Chicherova, l'algida esuberanza della Vlasic, la sorridente leggerezza della ventenne Barrett. Nessuna difficoltà per la Di Martino così come per tutte le migliori anche al successivo 1,93. Quota che comunque, oltre all'estone Iljuštšenko, vede uscire di scena la svedese, vicecampionessa europea, Emma Green. Si sale ad 1,97. A farlo alla prima sono in quattro: Di Martino, Chicherova, Vlasic e Slesarenko; alla terza l'altra russa Shkolina. Fuori in cinque, tante quante le atlete che ora si giocano un posto sul podio affrontando i 2 metri. Per l'azzurra arriva il primo errore. Sbaglia anche la Vlasic, perfetta la Chicherova. Ancora una "X" alla seconda prova per la Di Martino che sale, ma sfiora l'asticella con i glutei e poi l'abbatte con i talloni nella fase di richiamo. Non fallisce la Vlasic che con questo salto approda alla centesima gara sopra i due metri della sua carriera. L'altista delle Fiamme Gialle ci crede, malgrado qualche interruzione di troppo, tra gare e premiazioni, contribuisca ad incrementare gratuitamente il nervosismo in pedana. Rincorsa, stacco e un'esplosione di gioia oltre l'asticella, mentre in curva tutta la squadra azzurra è in piedi ad applaudirla. Eliminate la Slesarenko e la Shkolina, l'altista delle Fiamme Gialle è già matematicamente sul podio. Ora, a 2,03, si decide soltanto il colore delle medaglie. Farlo per la Di Martino significherebbe eguagliare il suo record italiano, bissato nel 2007 proprio in occasione dell'argento di Osaka. Ma la 33enne campana accenna solo una rincorsa ed annulla il salto. La Chicherova, invece, mette l'ipoteca sull'oro con un 2,03 da manuale. Sbaglia la Vlasic. Il secondo tentativo dell'azzurra è il migliore. Accompagnata da una rincorsa veloce, manca per un soffio l'impresa. Arriva, intanto, la risposta della Vlasic: 2,03 e la campionessa croata che si lascia andare ad un urlo liberatorio e si cimenta nel suo classico balletto. La Di Martino chiede allora l'incoraggiamento del pubblico, mentre con le mani disegna nell'aria la sequenza di gesti da eseguire. L'approccio alla misura è buono, ma anche stavolta l'asticella cade a terra. L'atleta di Cava de' Tirreni, quattro anni dopo l'argento di Osaka, è bronzo mondiale. Continua, intanto, a 2,05 la sfida per il titolo, ma nessuna delle sue due rivali riesce a risolvere la misura. La Chicherova aggiunge, quindi, agli argenti delle ultime due edizioni, il suo primo oro iridato. La 29enne russa, rientrata alle competizioni dopo essere diventata mamma a settembre 2010,  era salita a 2,07 in luglio a Cheboksary. Argento - per un errore in più alla quota decisiva - alla Vlasic, autrice della sua miglior gara di stagione e del 160° salto oltre i due metri. La Di Martino con il suo 1,69 di altezza è ancora lì, tra queste due giganti (la Chicherova è alta 1,80, la Vlasic 1,93) con tutto il suo orgoglio e una bandiera tricolore dentro cui può sentirsi nuovamente grande.

LE PAROLE - "Sono felicissima per questo bronzo - racconta Antonietta Di Martino al termine della finale mondiale - In fondo era la mia terza gara all'aperto quest'anno e con 2 metri ho rifatto la misura saltata a Malaga un mese fa. Peccato davvero per il secondo tentativo a 2,03, era buono. Purtroppo aver gareggiato così poco, per colpa dell'infortunio all'alluce del piede di stacco, mi ha fatto ritrovare con pochi salti sulle gambe. La qualificazione fisicamente è stata impegnativa ed oggi, infatti, iniziavo pure ad avere qualche crampo in pedana. Ma non mi ha fermato, perchè ci ho creduto fino alla fine. Ho la testa dura io, è un marchio di famiglia! Stamattina ero un po' tesa, alternavo momenti di serenità ad attimi di panico. Mi ero prefissata di arrivare ai 2 metri senza errori. Ci ho messo, invece, un po' a carburare, ma non avevo un numero di gare a sufficienza alle spalle. Ai 2 metri mi sono un po' persa. Al terzo tentativo, però, mi sono detta: "Ora stacco e vado in cielo". E l'ho fatto. Ad Osaka nel 2007 era diverso. Venivo da due mesi di competizioni. Questa estate è stata particolare, oltre all'infortunio è mancato improvvisamente mio nonno. Non è stato semplice uscirne, ma senza questi problemi, penso che avrei potuto puntare anche al record italiano. Sì, ora guardo a Londra. Spero di arrivare all'Olimpiade con la tranquillità di prepararmi come si deve". E poi un lungo elenco di ringraziamenti: "Grazie a mio marito Massimiliano che mi ha aiutato a venire fuori dai momenti più bui come dopo Pechino quando avrei quasi voluto smettere, alla mia famiglia e a tutti gli amici che mi hanno sempre sostenuta. Grazie al prof. Francesco Benazzo che mi ha permesso di guarire dall'infortunio all'alluce, al dottor Vittorino Testa e al mio fisioterapista Antonio Abbruzzese e al dottor Cameli che mi ha curato la mononucleosi. Grazie al mio club, le Fiamme Gialle, e alla Federazione che mi ha sempre seguito ed anche quest'anno mi ha permesso di fare degli importanti periodi di allenamento all'Estero". 

Alessio Giovannini

Nelle due foto, l'azzurra Antonietta Di Martino e la sua esultanza nella finale mondiale di Daegu (Giancarlo Colombo/FIDAL)

File allegati:
- RISULTATI/Results
- Le FOTO dell'OTTAVA GIORNATA/Photos



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