Cles: Luciani-Sion da primato ai Tricolore Cadetti

08 Ottobre 2017

La Lombardia vince tutti e tre i Trofei per Regioni. Sul podio anche Lazio e Veneto.

La Lombardia vince tutto e altri due primati, che si aggiungono ai due di ieri. E' questo il bottino dell'ultima giornata dei Campionati Italiani Individuali e per Regioni Cadetti di Cles. La Lombardia trionfa nelle classifiche per regioni, conquistando tutti e tre i trofei in palio: fra i cadetti vince con 304 punti davanti a Veneto (278) e Lazio (269), fra le cadette sale a 296 punti davanti al Lazio (294) e Veneto (282). Le tre regioni salgono ovviamente anche sul podio della combinata: 600 punti esatti per i biancoverdi, 563 per il Lazio e 560 per i veneti.

Il primo dei due acuti individuali è firmato da Giulio Luciani, che vince i 300hs in 38.37 limando ancora il limite nazionale realizzato già ieri in batteria (38.41), mentre l’altro – annunciato – è quello del torinese Alessandro Sion, che nell’esathlon raggiunge esattamente 5000 punti, migliorando il record che già gli apparteneva di 182 punti nelle 6 prove. Con quello di Veronica Besana di ieri negli 80hs (11.02), sono 4 le nuove MPI siglate a Cles. In Trentino un altro romano, il primatista Lorenzo Benati, trionfa nei 300 metri in 34.74, correndo il secondo crono alltime della categoria, mentre nella distanza con barriere Larissa Iapichino si conferma la migliore in 44.28 (aveva vinto nel 2016 sempre a Cles), per la gioia di mamma Fiona May in tribuna. Dopo il titolo cadette di Milena Busi (52,41), il Friuli Venezia Giulia manca la doppietta nel giavellotto a causa di una contrattura che ferma in qualificazione il favoritissimo Michele Fina; a festeggiare è allora il veneto Michele Damiani (61,37), che all’ultimo lancio supera Simone Cuciniello (per lui la MPN U15 di 61,19). 

TV E STREAMING: la due giorni di gare sarà visibile in DIRETTA STREAMING su www.atletica.tv. Una sintesi della manifestazione verrà trasmessa in differita su RaiSport.

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LE LISTE ALLTIME: CADETTE - CADETTI

di Raul Leoni

LA CRONACA DELLA SECONDA GIORNATA

CADETTI

4x100m (finale) – Un poker di quartetti sotto i 44”, non è cosa di tutti i giorni: dopo il successo individuale, fa doppietta Federico Guglielmi, che porta il Veneto alla vittoria in 43.33 (prima di lui Rizza, Sacchetto e Grimaldi). Senza stelle assolute della velocità, la Lombardia rischia il successo pieno e strappa l’argento (43.34): al bronzo (43.78) il Friuli-Venezia Giulia di Enrico Sancin e Francesco Bertok, mentre il Lazio dei campioni e primatisti italiani Giulio Luciani e Lorenzo Benati resta fuori dal podio (43.93).

Giavellotto (finale) – L’ultima gara ci consegna forse la più grande sorpresa dell’intera rassegna tricolore: esce dopo tre lanci Michele Fina, il primatista italiano fermato da una contrattura. E così ne scaturisce una classifica in parte stravolta, nella quale gli outsider si sono rincorsi: con l’ultimo lancio a 61.37 vince il veronese Michele Damiani, scalzando quello che pareva ormai al sicuro con la maglia tricolore, Simone Cuciniello. Il campano di Torre del Greco classe 2003 resta così d’argento, ma 61.19 è la miglior prestazione di sempre a livello di 14 anni (meglio del 60.93 del siciliano Sabbio): fino al turno conclusivo quella misura era bastata per lasciare indietro un altro ragazzo veronese, Jarno Zuccoli (58.13).

Alto (finale) – In stagione solo Francesco Pavoni ha superato i 2.00: per il romano di Vallerano, che si allena sul campo dell’Esercito alla Cecchignola con Flavio Rambotti, l’appuntamento col tricolore è stato però più faticoso del previsto. Solo a quota 1.97, superati alla seconda, la gara ha avuto la svolta decisiva: il veneto di origini etiopi, Liyu Scarlassara, ha infatti un feeling con questa pedana e il suo 1.95 ha rischiato di mandare in crisi il favorito. Forse per questo Pavoni era ormai svuotato di energie anche mentali quando ha provato a cose fatte il nuovo PB a 2.01, fallendo i tre tentativi. 

1000m (PM) – Obiettivo centrato: 5000 punti li cercava Alessandro Sion e tanti ne ha ottenuti alla fine. Con un bel miglioramento nella specialità meno amata (2:57.78 sui 1000 conclusivi), il torinese doppia il tricolore della passata edizione e segna una giornata storica per le multiple della categoria: questo risultato fa tutta la differenza del mondo, per lui e per il settore. Onore al savonese di mamma nigeriana Matthias Grassano, che risale a quell'argento al quale ambiva in partenza (4518 PB) scalzando così l’altro piemontese Giacomo Mattei (4456), secondo per quasi tutta la gara. Nel complesso una prova di contenuti notevoli. Grande sforzo finale per il lombardo Andrea Lardini, che vince il parziale: il suo tempo (2:39.76) sarebbe bastato per un piazzamento sul podio nella prova dei 1000m disputata poco prima.

1000m (finale) – Pronostico rispettato: magari Tiziano Marsigliani non avrà ancora doti di rusher puro, ma la sua progressione lunga è di tutto rispetto. Ecco perché questo lombardo di Muggiò, allenato da Angelo Buda, riesce ad aver ragione della concorrenza (2:37.38). In attesa di seguire da tifoso la gara della gemella Susanna, sulla stessa distanza cadette. Piazzati il veneto Francesco Zanon (2:38.77) e il bolognese di origini colombiane José Catelani (2:39.97).

Disco (PM) – Dopo il piccolo passo indietro nel lungo, Alessandro Sion rientra immediatamente in linea per i 5000 punti: 40.99 avrebbe consentito un posto sul podio anche ieri nella specialità singola e ora il totale dice 4388 punti. Per la cronaca ora servirebbe un 3:11.08 per la nuova MPN: per il primo 5000 punti della storia cadetti è invece necessario scendere decisamente sotto i tre minuti.

1200st (finale) – Felicità incontenibile per Massimo Flamigni oltre il traguardo: e comprensibile, nonostante il romano di Ciampino fosse uno dei più accreditati in partenza.

Per il ragazzo allenato dall’ex azzurro Ranieri Carenza non c’è miglioramento personale (3:24.84), ma la progressione finale è stata spettacolare: probabilmente per lui non ci sarà un futuro immediato sulle siepi, da allievo transiterà su 800 e 1500 come pure il secondo arrivato, Abenezer (“Abe”) Mandelli (3:25.80), lecchese di Calco adottato a sei anni in Etiopia.

300hs (finali) – Due record in due giorni, Giulio Luciani è il nuovo re degli ostacoli intermedi e succede nell’albo d’oro a Lorenzo Benati. Ieri in batteria 38.41, oggi il romano di Marino scende a 38.37 con una gara senza avversari: resiste, per amor di statistica, il 37.9 manuale di Daniele Focaccetti... guarda caso un altro atleta dei Castelli, grandissimo talento giovanile. Si fa strada per l’argento Filippo Biscarini (39.92) e non è certo una sorpresa: in partenza il neo-campione e il biondino umbro erano appaiati in lista a 38.70, poi le gerarchie sono rapidamente mutate a favore del laziale. Il perugino Biscarini ha tradito i salti, specialità di famiglia: papà Andrea faceva 15.71 di triplo, lo zio Giancarlo è stato anche nazionale assoluto di lungo e triplo (7.90 e 16.29).

300m (finali) – Per la seconda volta nella storia un cadetto scende sotto i 35”: ovviamente è ancora Lorenzo Benati a riuscire nell’impresa (34.74), ma non è una mattinata che consente di avvicinare il record europeo che il biondo romano aveva firmato al ”Pratizzoli” a fine maggio. E’ il secondo titolo consecutivo per il ragazzo della Balduina, dopo quello sugli ostacoli di un anno fa: ancora una stagione importante, peccato solo per la squalifica in finale nei 200 dell’Eyof, che ha tolto a Lorenzo il primo piazzamento internazionale della carriera. Ma sembra solo l’inizio: alle sue spalle si migliora ancora Christian Previtali (35.67), il brianzolo di Trezzano Rosa che ieri in batteria era sceso per la prima volta sotto i 36”. Sul podio va anche il triestino Francesco Bertok (35.90), che più tardi in staffetta aiuterà il concittadino Enrico Sancin a riscattare la sconfitta di ieri sullo sprint.

Lungo (PM) – Il lanciatissimo Alessandro Sion viene frenato dal freddo della mattinata e perde punti preziosi nella sua rincorsa ai 5000 punti: 5.89 non è misura che rende giustizia alle doti di saltatore del piemontese. Un solo balzo oltre i 6 metri, il 6.10 del trentino Christian Angeli: ora la classifica vede ancora in testa il primatista italiano Sion (3483) con il compagno di rappresentativa Giacomo Mattei a 3216. Risale in zona podio il savonese Matthias Grassano (3184).

CADETTE

4x100m (finale) – Proprio nel finale cade un’altra favorita assoluta: è la staffetta lombarda che a Fidenza aveva demolito il primato cadette con 47.04, ma qui non riesce ad arrivare in fondo e lascia la vittoria al Veneto (Muraro, Visentin, Guizzon, Tessarolo, 48.05) guidato dalla sprinter regina di questa edizione, Elisa Visentin. Poi Marche (48.53) e Lazio (48.75), portate al traguardo dalle altre medagliate degli 80 metri, Greta Rastelli e Alessia Cappabianca.

Asta (finale) – Una stagione indoor da incorniciare (record italiano al coperto, 3.80) e poi un black-out: a condizionare i progressi di Martha Codeluppi, reggiana di Quattro Castella, è stata la rottura di un’asta impugnata molto alta. Scorie mentali che ancora permangono e alle quali il tecnico Matteo Bini cerca di porre rimedio: per ora Martha è ferma all’aperto a 3.40, la stessa misura che oggi le ha consegnato la maglia tricolore. Poi tre tentativi alla nuova MPN outdoor di 3.66, ma solo per onorare l’impegno fino in fondo.

600m (PM) – La superdonna dei multipli è in realtà una ragazza che non ha ancora compiuto 14 anni, Greta Brugnolo: con una chiusura in 1:46.10 la ragazza di Spinea, che si allena a Mira con Giuseppe Orofino e Roberto Chiarotti, domina il campo con 4274 punti, nuovo PB. Per la prima volta oltre i 4000 punti c’è Martina Marseglia (4079), tarantina di Grottaglie che ha scelto una variazione sul tema rispetto alla scuola di marcia attiva nella sua zona.

1000m (finale) – Non riesce la doppietta alla famiglia Marsigliani: tocca al neo-tricolore Tiziano consolare la gemella Susanna, uscita battuta dalla sua gara. Ai 300 metri la lombarda pareva avere partita vinta, invece ad avere ragione è stata la caparbietà di Francesca Dalla Pozza (2:58.99): vicentina di Villaverla, si presenta come lontana cugina di Elena Bellò ed è allenata dall’ex tecnico della pluricampionessa italiana giovanile, Gianni Faccin. 

Lungo (PM) – Che il lungo sia la specialità preferita di Greta Brugnolo non è un mistero: qui la veneziana di Spinea fa 5.53 (-0.7), meglio dell’argento di ieri sulla stessa pedana. Logico che la quattordicenne veneta sia sempre più sola in testa (3599): Martina Marseglia e Francesca Amadori conservano il podio prima dei 600 finali (3336 e 3246).

1200st (finale) – Davvero belle le gare del mezzofondo in questa edizione tricolore, nulla di scontato: e grandi interpretazioni tattiche da parte dei giovanissimi protagonisti. Anche in questo caso c’è un duello spettacolare che si risolve solo nel finale, grazie alle doti sulle barriere della vincitrice: Katja Pattis (3:55.82), arrivata a Cles in grande condizione, è una bolzanina di Tires che si allena a Bolzano nel gruppo di Hans Pircher e il fratello maggiore Daniel è un titolato azzurro giovanile di corsa in montagna. L’ultima a cedere all’altoatesina è stata Federica Pagliassotto (3:57.21), torinese di Bosconero attiva nell’impianto di Volpiano con Salvatore Naccari.

300hs (finali) – Conferma per Larissa Iapichino: 44.28 però non è un tempo che sembra soddisfare la doppia figlia d’arte. Avvio molto convinto, poi la temperatura rigida finisce probabilmente per bloccare i muscoli e si finisce sopra i 44”, quello che in partenza era senz’altro il target della due volte campionessa italiana. A debita distanza Angelica Ghergo (45.58), la marchigiana di Osimo che progredisce rispetto ad un anno fa, poi la romana Federica Tozzi (45.99), che ritrova un po’ della brillantezza dell’estate al momento opportuno.

Giavellotto (finale) – Per la formazione friulana è una mattina incentrata su questa pedana: in attesa del primatista italiano cadetti Michele Fina, è Milena Busi a conquistare il titolo in rosa (52.41). Ma la scuola è esattamente la stessa, Sacile e Carlo Sonego come tecnico: una garanzia. Già il primo lancio oltre i 50 metri mette la brevilinea atleta sacilese al riparo dalle possibili sorprese e nelle condizioni di giornata la misura vincente è un eccellente risultato: poi, come da copione, c’è Simona Cuciniello (44.85), napoletana di Torre del Greco che avrà un occhio anche per la gara maschile, dove sarà impegnato il cugino Simone. In cinque vanno sopra i 40 metri: ma tra queste non c’è Ludovica Giannursini, la laziale che sembrava l’outsider più gettonata per questa finale paga una giornata un po’ grigia.

300m (finali) – Si aspettava una finale incerta e così è stato: il primo attacco è della veneta Zoe Tessarolo all’esterno, poi a metà del rettilineo la romana Ginevra Ricci sembra averla vinta. Invece esce Clarissa Boleso: lombarda di Erba, allenata da Salvatore Giola, non riesce a scendere ancora dal 40.57 delle batterie, ma 40.79 di stamattina è sufficiente per lasciare indietro la rivale Ricci (40.94).  


Lorenzo Benati (foto Biasioni/Atletica Valli di Non e Sole)


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