Varie: serata sul tema "Sport giovanile agonistico: passione e abbandono"



Cuneo (CN) 5 ottobre. A settembre il Comitato Provinciale di Cuneo ha organizzato una serata sul tema "Sport giovanile agonistico: passione e abbandono". Di seguito la relazione della serata.

Perché una serata con questo titolo?

Lo sport italiano attraversa un momento di difficoltà, dobbiamo ammetterlo. Fare sport a livello agonistico significa rinunciare a tante attrazioni, dalle uscite con gli amici alla Tv, dai giochi ai passatempo più fruibili. Terminare presto i compiti per potersi dedicare agli allenamenti rappresenta un impegno concreto che richiede continuità e motivazioni profonde.

La serata voleva essere un tentativo per capire perché, nonostante i giovani amino lo sport e lo vivano come occasione di socializzazione e divertimento, in coincidenza col raggiungimento di una precisa età assistiamo ad una drastica diminuzione di partecipazione. Per quanto riguarda l’atletica leggera si può dire che il passaggio dalla categoria allievi alla categoria juniores risulta, da questo punto di vista, il più delicato.

La scelta LOGISTICA di ambientare la serata a Mondovì, in occasione del raduno regionale giovanile per velocisti e lanciatori, mirava a condividere il tema con i tecnici referenti regionali presenti, per discutere le problematiche locali insieme a tecnici di società di grande tradizione.

Nell’ASPETTATIVA di  raccogliere i tecnici e le società della Provincia, l’OBIETTIVO era quindi quello di costruire insieme delle ipotesi di SOLUZIONE.

Pur avendo condiviso l’iniziativa con i membri del Comitato Provinciale e con la Prof.ssa Zola  (Fiduciario tecnico regionale) la partecipazione è stata scarsa… Solo quattro società della Provincia risultavano rappresentate!

Presenti alla serata le società Sisport Fiat, Vittorio Alfieri Asti, Novatletica Chieri, Calvesi Valle d’Aosta, Comitato Provinciale Novara con il Fiduciario Tecnico, Firenze Marathon.

Tornando al tema della serata, occorre dire che dal punto di vista teorico questo è già stato trattato in molte occasioni e nell’esperienza dei presenti l’abbandono risulta strettamente riconducibile ad alcuni fattori:

- DEMOTIVAZIONE connessa alla fatica e alla noia/ripetitività degli allenamenti, all’avviamento troppo precoce ad una specializzazione sportiva, all’incapacità di accettare eventuali scarsi risultati iniziali, all’ansia che accompagna la prossimità dal confronto agonistico , a reggere il peso delle aspettative spesso elevate di allenatori e genitori.

- DISPERSIVITA’ degli interessi e delle attività nei ragazzi, sulla scia degli stimoli socio-culturali presenti nella società attuale. La conseguenza è la difficoltà che prova un individuo in crescita a scegliere con fermezza una sola attività, rinunciando alle altre.

- MANCATA CONOSCENZA/RICONOSCIMENTO da parte del territorio dei servizi erogati dalle società sportive e del loro livello qualitativo.

Dal dibattito sono emerse alcune proposte per tentare di contrastare l’abbandono:

- CURA delle MOTIVAZIONI ad ogni livello in ogni membro della società

- RENDERE PARTECIPE IL RAGAZZO, sapere cosa vuole, interrogarsi sui reali bisogni

- ABBINARE alle abituali attività svolte insieme altre iniziative: film, pizza insieme,visita alle città sede di svolgimento dei campionati o comunque destinazione di trasferta.

- FARE GRUPPO ad ogni livello delle società sportive (ATLETI-TECNICI-SOCIETA’) permettendo e favorendo ai giovani di vivere adeguate relazioni sociali e affettive.

- Diffusione e sostegno di una adeguata CULTURA SPORTIVA affinché la pratica sportiva diventi abitudine permanente e stile di vita.

- ADEGUARE IL COSTO DEI TESSERAMENTI a quello di altri sport, dove il contenuto tecnico delle sedute è uguale, se non minore a quello dell’atletica, in modo tale da valorizzare e incoraggiare la formazione degli allenatori e, di conseguenza, ottenere il riconoscimento del contributo dato alla crescita dei giovani atleti.

La serata è stata ricca di contenuti ed esperienze, grazie anche alla presenza della dottoressa Cristina Bessone, psicologa e psicoterapeuta che ha stimolato e ispirato il dialogo, tanto da suggerire la possibilità di un ulteriore incontro tra allenatori e dirigenti per affrontare  queste tematiche.

Nella foto un momento della serata

(Fonte: Fidal Cuneo)



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