Piemonte culla dell'Atletica Leggera (6a parte)

07 Aprile 2020

Nella sesta puntata della storia dell'atletica piemontese il tema è: gli anni d'oro.

Franco Arese - Helsinki 1971

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tyle="text-align: justify;" data-mce-style="text-align: justify;">Gli anni ’60 si aprirono con l’indimenticabile XVII Olimpiade, dal 25 agosto all’11 settembre 84 nazioni, 5915 e 5337 partecipanti, di cui 651 donne invasero gioiosamente Roma, Caput Mundi, l’Atletica portò a casa solo tre medaglie, due erano torinesi, Livio Berruti oro  e Giusy Leone bronzo.

Sabato  3 settembre alle 15,45 si disputarono le semifinali dei 200 metri, nella sua batteria erano schierati i tre primatisti mondiali della distanza, gli americani Johnson e Norton e l’inglese Radford, ma Berruti fu primo stabilendo il miglior tempo 20”5, pari al record del mondo.

Erano le 18 quando partì la finale e Berruti con un volo inimitabile fu ancora primo ed ancora in 20”5, sullo slancio cadde sulla pista come il secondo Lester Carney 20”6, la folla in delirio lo elesse suo eroe.

Quel successo sui più forti del mondo e, soprattutto, l’eleganza e la perfezione del gesto di Livio, furono una grande promozione per l’Atletica, che entrò nei cuori e nella fantasia degli Italiani.

Berruti è stato il più grande velocista italiano dopo Pietro Mennea, 41 maglie azzurre dal ’57 al ’68, tre Olimpiadi, dopo Roma nel ’64 Tokyo, quinto nei 200 e nel ’68 Città del Messico, settimo nella 4x100, quattro ori e due bronzi alle Universiadi, due ori e due argenti ai Giochi del Mediterraneo, otto titoli italiani nei 200 e sei nei 100.

Aveva cominciato nel GS Lancia nel ’57, poi dal ’59 fu arruolato nelle Fiamme Oro, nel ’62 rientrò a Torino alla Carpano per poi passare al Cus Torino, che, sotto la spinta di Nebiolo, tentava di superare il GS Fiat in un derby che ricordava il Toro contro le Zebre.

L’Avvocato aveva nominato il fido Boniperti Amministratore Delegato del Centro Sportivo FIAT con un compito preciso: “voglio la Juventus dell’Atletica” e Giampiero non si fece pregare, due i punti fondamentali: a)  gli atleti e i tecnici , b) gli sponsor da aggregare al C.S. Fiat, per questo le statistiche di quegli anni riportano Iveco, Snia, Also, a questi vanno aggiunte le “dipendenze” OM Brescia, Carrelli Elevatori  e Sud Lazio poi Formia, nel ’78 cambiò denominazione e diventò Sisport Fiat.

Per la parte agonistica la formula era semplice, gli atleti venivano assunti dalla FIAT a tempo indeterminato e fruivano di “permesso retribuito per allenamento”, in questo modo erano superati i due problemi che affliggono ancor oggi l’Atletica “dilettante”: la retribuzione e un impiego sicuro al termine dell’attività, presenti oggi  solo nei Corpi Militari per un dilettantismo di stato.

Dalla Provincia Granda arrivarono due atleti tra i più grandi dell’Atletica italiana e mondiale.

Francesco Arese, noto come Franco, è stato il più completo mezzofondista italiano, nel ’71 stabilì cinque record italiani, 800 – 1’46”6, 1500 – 3’36”3, miglio 3’56”7, 5000 – 13’40”0, 10000 – 28’27”0, 38 maglie azzurre dal ’64 al ’75, due Olimpiadi, Città del Messico e Monaco, oro alle Universiadi del ’70 a Torino, l’anno dopo fu protagonista a Helsinki negli Europei di un indimenticabile 1500 vinto a braccia alzate in 3’38”4 sul polacco Szordykowski 3’38”7.

Undici titoli italiani, 800 – 4, 1500 – 4 od, 1 id.,3000 id,  5000 – 1.  Dal Fiat nel ’69 passò al Balangero e quindi all’Alco Rieti.

E’ stato Presidente della FIDAL dal  2005 al 2013.

Da Scarnafigi arrivarono i Damilano: Maurizio col fido gemello Giorgio e Sandro allenatore, la leggenda della marcia non solo italiana, che ha avuto sempre grandi interpreti: Frigerio, Dordoni e Pamich su tutti.

Impressionante la carriera di Maurizio, 60 maglie azzurre, 22 quelle di Giorgio, che vinse anche un titolo sui 20 km, quattro Olimpiadi sempre nella 20 km, oro a Mosca, bronzo a Los Angeles e a Seul, quarto a Barcellona, due ori Mondiali, un argento Europei, un oro e un argento alle Universiadi, tre ori ai Giochi del Mediterraneo; nell’attività indoor un oro ai Mondiali, un oro e un argento agli Europei.  A livello nazionale 18 titoli ,su pista 6 nella 10 km, su strada 1 nella 15 km, 10 nella 20 km e 3 nella 50 km. Due primati mondiali nella 30 km 2h01’44”1 (1992) e nelle 2 ore 29.572 metri (1992).

Da ricordare l’impegno ed i risultati altrettanto eccezionali di Sandro come tecnico della Nazionale, in 40 anni i suoi atleti hanno portato all’Italia 70 medaglie, nel 2012 passato ad allenare la nazionale cinese ha finora conseguito nove medaglie.


Sandro Damilano


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