Montagna: intervista al neo coordinatore nazionale Paolo Germanetto



Torino (TO) 9 aprile. La corsa in montagna nazionale volta pagina. Di fatto integrata nel fondo e mezzofondo all'interno del nuovo modello di lavoro della Direzione Tecnica, questa disciplina, che in Piemonte ha trovato sempre larga diffusione, avrà un progetto speciale affidato alla gestione di due figure che si completano a vicenda e risponderanno direttamente al DT Massimo Magnani e a Stefano Baldini. Stiamo parlando, come già anticipato, di Paolo Germanetto, che avrà il compito di coordinare il progetto, e Fabrizio Anselmo che si occuperà di raccordare le attività degli atleti della montagna con quelle del mezzofondo e degli aspetti più tecnici.

Paolo Germanetto, segusino, nasce come atleta della corsa in montagna, poi passa attraverso diversi incarichi tecnico-dirigenziali fino ad approdare al Comitato Regionale Piemonte come referente della corsa in montagna regionale, ha collaborato a diversi progetti tecnici come quello Montagna-Siepi che tanto successo ha ottenuto. Inevitabile quindi un primo incontro-intervista con lui dopo l'ufficializzazione del l'incarico ricevuto da Giomi e Magnani per capire cosa succederà nella corsa in montagna nel prossimo futuro.

"Quello che sta accadendo nella corsa in montagna non è un semplice cambio di gestione, ma è l'avvio di un nuovo progetto che presenta un approccio diverso alla disciplina. Gli aspetti tecnici faranno capo a Magnani e a Baldini per il settore giovanile; in qualità di coordinatore del progetto montagna seguirò gli aspetti di carattere organizzativo, regolamentare e agonistico ma curerò anche i rapporti con gli atleti". Così esordisce Germanetto. Con quali propositi ti approcci al nuovo incarico? "E' certamente una bella responsabilità che sento forse maggiormente per via della mia età relativamente giovane per un ruolo simile (ndr - classe 1977 per lui). Auguro a me stesso di conservare la passione per la corsa in montagna che coltivo da una vita e che mi ha condotto sia qui, certo che lascerò il passo non appena mi rendessi conto di non avere più lo stesso trasporto. Come prima cosa intendo riportare serenità nel settore, mettendo a disposizione da parte mia la massima disponibilità a dialogare con tutti, anche con chi ha idee diverse, e porre così le basi per lavorare insieme".

Quale è e quale diventerà il tuo rapporto con l'atletica piemontese, dove tanto peso ha l'attività della corsa in montagna?
"Innanzitutto vorrei ringraziare il Comitato Regionale Fidal Piemonte perché arrivo al nazionale grazie alla fiducia che mi è sempre stata data in regione. Spero, nella mia nuova veste, di riuscire a fare quello che ho fatto in Piemonte per esempio con il Progetto tecnico Montagna-Siepi; a questo proposito devo dire che qui ho avuto la fortuna di trovare persone con cui collaborare che hanno creduto in me e con cui abbiamo portato avanti delle idee come il FTR Clelia Zola e il referente del mezzofondo Gianni Crepaldi. Collaborare con gli altri settori e le altre discipline è una giusta chiave che si riproporrà a livello nazionale. Per quanto riguarda il Piemonte inoltre non si può certo dimenticare quanto la nostra regione abbia fatto dal punto di vista organizzativo e quanti atleti abbia dato alla nazionale di corsa in montagna nel corso degli anni; spero di poter essere a questo proposito in particolare proprio per il mio territorio motore di entusiasmo e di ulteriore crescita della disciplina".

Quali sono le prospettive della corsa in montagna nel panorama sportivo del giorno di oggi?
"Il nostro è un settore che ha bisogno di cambiamenti a prescindere per evitare un'inutile standardizzazione la cui unica conseguenza sarebbe la chiusura della corsa in montagna in una nicchia con poche attrattive per gli atleti stessi. È fondamentale l'apertura mentale verso tutte quelle forme di attività che stanno avendo grande successo a livello internazionale e che aprono nuove prospettive per la disciplina, anche a livello di comunicazione e di immagine. La stessa WMRA (World Mountain Running Association) sta lavorando con la IAAF ad un rifacimento del regolamento internazionale della corsa in montagna che tenga conto del fatto che si tratta di una disciplina che in ogni parte del mondo è vista e vissuta in modo diverso. Compito della Federazione è recepire le diverse spinte interne ed esterne al movimento, cercare dove possibile di inquadrarle e di essere propositivi in merito ad esse. La corsa in montagna è una disciplina che potrebbe dare molto all'atletica in generale, non mi pare di esagerare nel dire che potrebbe essere la regina delle Olimpiadi: penso all'immagine che potrebbe dare una gara sulla Muraglia Cinese o sul Monte del Cristo Re. Non penso affatto che tutto ciò che è stato fatto sin qui sia sbagliato, penso però che si sia aspettato troppo a fare cambiamenti e ad aprirsi a nuovi orizzonti".

Nello specifico quali sono i primi passi del nuovo progetto nazionale?
"Bisogna lavorare per costruire un rapporto organico con il mezzofondo e con l'atletica tradizionale in pista, cosa che abbiamo iniziato a fare con il DT Magnani e con Baldini insieme a Fabrizio Anselmo, un tecnico che conosco da tempo e con il quale, grazie alle sue maggiori competenze tecnico-scientifiche ci completiamo Del resto l'attuale campione olimpico di maratona, l'ugandese Stephen Kiprotich, è stato quinto ai mondiali di corsa in montagna nel 2010, quindi è la dimostrazione, come già detto da Magnani, dell'importanza del nostro settore come reclutamento per la corsa su strada e per il cross. Dal 13 al 18 aprile ci sarà il primo raduno nazionale della nuova gestione a Grosseto (ndr - convocati i piemontesi Alice Gaggi e Valentina Belotti del Runner Team, i gemelli Martin e Bernard Dematteis dell'Esercito, Gabriele Abate dell'Orecchiela) al quale, per la prima volta, presenzieranno il presidente FIDAL Alfio Giomi e il DT Massimo Magnani. Si tratta di un appuntamento importante perché è il primo collegiale dopo anni a cui parteciperanno tutti i migliori atleti nazionali. In questa occasione verrano illustrati agli atleti i criteri per le convocazioni nazionali, che faranno sempre capo a Magnani e a Baldini per il giovanile; come per le altre discipline, l'ottica e' quella di valorizzare il campionato italiano ma ci sono atleti con requisiti conquistati sul campo che vanno tutelati e ai quali non si può chiedere sempre di battagliare per conquistare la maglia azzurra".

(Fonte: Fidal Piemonte - Myriam Scamangas)



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