Lucia Prinetti Anzalapaya. Quattro chiacchiere con la neo-primatista italiana del martello allieve



Torino (TO) 16 aprile. 17 anni ancora da compiere, terzo anno al Liceo delle Scienze Umane Rosa Stampa di Vercelli. Nell’atletica leggera tre maglie azzurre (Incontro Internazionale di Ancona e EYOF nel 2013, Incontro Internazionale di Halle nel 2014) e già due record italiani di categoria in carriera. Specialità: lancio del martello.

 

Lei è Lucia Prinetti Anzalapaya, vercellese di Olcenengo con papà di origine zairese, tesserata per la società PGS Decathlon Vercelli e allenata da Giorgio e Renzo Reggiani. Nel 2012, a 15 anni ancora da compiere , primo anno nella categoria cadette, stupisce tutti con un lancio da 61,74m a Modena, record italiano di categoria. Due anni dopo a Santhià, in occasione dei campionati provinciali del 12 aprile, torna ai vertici nazionali di sempre con un lancio da 65,95m con l’attrezzo da 3 kg, nuovo limite nazionale all time della categoria allieve. “Questo è un periodo favorevole, sto iniziando a raccogliere i frutti del lavoro fatto in inverno sia dal punto di vista tecnico che atletico. Ci tenevo tanto al record italiano, era un traguardo che inseguivo da un po’ ma non mi aspettavo arrivasse così presto e in una gara come quella di sabato dove eravamo in tanti a competere e quindi tra un lancio e l’altro rischiavi di perdere un po’ di concentrazione”.

 

Lucia ha tolto il primato allieve a Giulia Camporese, veneta del Cus Padova, classe 1996; lo scorso anno Lucia e Giulia erano nella stessa categoria e si sono sfidate in più di un’occasione, ultima i campionati italiani di Jesolo dove Giulia vinse il titolo e a Lucia toccò il bronzo. Ora la rivincita di Lucia che dice: “Lo scorso anno mi mancava qualcosa, ero carente da diversi punti di vista, lei invece era più avanti e mi ha anticipato nell’albo d’oro. Siamo amiche, ci troviamo nei raduni; è una valida avversaria che rispetto ma che non temo.”

 

Torniamo al lancio di sabato.

“Nessuno può capire quanta gioia abbia provato. Sapevo che era solo questione di tempo, in allenamento avevo già fatto lanci più lunghi anche di questo. Ma non è finita qui, la stagione è solo all’inizio e voglio migliorare ancora il mio primato personale.”

 

La prima occasione per farlo potrebbero essere i Trials Europei a Baku (30 maggio – 1 giugno) che daranno l’accesso ai Giochi Olimpici della Gioventù di Nanjing (16-28 agosto).

“Sarà una gara dura, solo le prime otto atlete da tutta Europa si qualificano per Nanchino. Il livello sarà altissimo ma io ci spero, lavoro anche per questo. Ma ci sono anche i campionati italiani individuali allievi a Rieti (20-22 giugno) su cui punto molto. La stagione è iniziata bene ma bisogna continuare”.

 

Merito anche dei tuoi allenatori, Giorgio e Renzo Reggiani, che hai pubblicamente ringraziato anche su Facebook.

“A loro devo molto. Da loro ho imparato che lo sport è educazione prima di tutto. Mi seguono da quando ho iniziato a fare atletica; ero al primo anno nella categoria ragazze, ho iniziato con il getto del peso e poi mi hanno fatto conoscere il martello che non ho più lasciato. Sono più che semplici tecnici per me, sono parte della mia famiglia; mi dedicano molto tempo e pazienza, mi seguono in tutto, non solo nello sport ma anche nello studio. Spesso e volentieri mi alleno da sola o con un’altra ragazza più grande che si è unita a noi quest’anno; forse anche questo fatto di essere in pochi ci unisce ancora di più e questo clima mi da grande forza. L’atletica comunque è uno sport individuale, non di squadra”.

 

Grazie ai raduni non mancano comunque i momenti di confronto.

“Si infatti, specie i raduni nazionali. Sei con ragazzi di tutta Italia, con molti siamo amici, e siccome ci si vede poche volte l’anno, quando ci troviamo è sempre festa. Anche con i tecnici federali ho un buon rapporto, manteniamo i contatti e rispecchiano il modo di lavorare dei miei allenatori.”

 

Il lancio del martello non è una specialità molto conosciuta al di fuori degli appassionati di atletica. Tu come ci sei arrivata?

“Per caso; anche io infatti non la conoscevo quando ho iniziato, sono stati i miei allenatori che, visto il mio fisico, mi hanno introdotto alla specialità. Ma da allora non l’ho più lasciata, mi affascina. È una delle specialità più tecniche dell’atletica insieme al salto con l’asta, richiede molta concentrazione ed è per questo anche molto difficile. Dico sempre che io e il martello ormai siamo una cosa sola, è davvero una parte di me. Per certi versi però lo paragono ad una persona: è cattivo, appena sbagli te la fa pagare, ma se tu gli dai quello di cui ha bisogno lui ti ricambia.”

 

Domanda di rito extra-atletica per concludere: sei al terzo anno delle superiori, hai già idea di cosa farai dopo?

“Sinceramente no. Sto frequentando il Liceo delle Scienze Umane e mi piace come percorso di studi. Mi impegno e, nonostante lo sport, vado abbastanza bene. Devo dire che sono anche fortunata perché gli insegnanti non mi ostacolano e apprezzano il lavoro nello studio. Poi vedremo.

 

Un futuro da atleta?

“Magari! Sarebbe il massimo”

 

La grinta per riuscirci c’è tutta. Forza Lucia e, per adesso, buona stagione 2014!

 

(Fonte: Fidal Piemonte - Myriam Scamangas)

 

 



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