Pergine di nuovo crocevia della carriera di Howe



Andrew Howe ed il Trentino, una storia tutta da ripercorrere: dai corteggiamenti del Palio al test del 2011. E tra dieci giorni, la storia si ripresenterà in vista di Zurigo

Andrew Howe, reatino di California; talento cristallino, tra i più brillanti nel panorama azzurro moderno. E non solo. Vicecampione mondiale, primatista italiano ed una serie di vicende che, per un motivo o per l'altro, lo legano al Trentino. Una terra che per tanti anni - i migliori della carriera - sembrava essergli negata, se si ricordano i ripetuti tentativi da parte dello staff del Palio della Quercia per averlo in gara a Rovereto, nell'annuale serata delle stelle. Ammiccamenti, annunci da parte dello stesso aviere reatino, poi però non si è mai fatto nulla; per coincidenze, fatalità, talvolta infortuni, sia chiaro.

 

Poi nel 2011, arriva la svolta. C'è da definire i quadri delle convocazioni per i mondiali coreani di Daegu, da pochi giorni e dopo l'operazione al tendine d'Achille del settembre 2009, il salto in lungo non è più la prerogativa di Andrew che torna così al vecchio primo amore, la velocità: il 20"31 con cui si impone al Golden Gala nel mezzo giro di pista è tempo che nel Vecchio Continente vale e non poco e così su di lui tornano a concentrarsi le attenzioni di tutti. A poco più di un mese dalla spedizione coreana, è tempo per un ulteriore test agonistico. Il meeting scelto è quello di Pergine Valsugana che balza così al centro dei riflettori. Per Howe, ma non solo: già che c'è l'occasione, si opta per un ulteriore test di efficienza, rivolto al marciatore Alex Schwazer, chiamato a misurare la sua determinazione in una 10km che possa far capire se la voglia di faticare è tornata quella degli anni precedenti, dimenticando la delusione di Barcellona 2010. 

 

Tutti a Pergine, insomma. Atleti ma anche la stampa specializzata, con gli organizzatori che si trovano per le mani un autentico meeting di prestigio assoluto. Non tutti sanno però che l'estate a Pergine è particolare, l'intersecarsi di Valsugana e Valle dei Mocheni porta spesso temporali ed in quel 24 luglio, la temperatura non è propriamente estiva. Cade qualche goccia, niente di preoccupante, ma le condizioni non sono proprio ideali. Schwazer marcia che è un piacere, sembra quello di Pechino, davvero. Che fastidio, a ripensarci adesso.

 

Howe dal canto suo ci prova, pecca magari di scarsa fluidità in curva ma stacca un riguardevole 20"47, vincendo la gara. In simili condizioni è tempo di valore, indubbiamente. La convinzione aumenta, ma purtroppo - un paio di giorni dopo - arriva la doccia fredda: in allenamento il tendine di Andrew fa ancora crack; fine dei sogni iridati.

 

Passa un anno, torna luglio, torna il Meeting di Pergine. C'è da qualificarsi per Londra e Howe, ripresosi dall'operazione, vuole quella maglia azzurra. Decide - sponte sua, stavolta - di tornare a Pergine, di ripresentarsi al via dei 200 metri. Loris Zortea, ai tempi organizzatore e riferimento per la definizione del cast, gli mette insieme al volo una bella gara. Ma a Pergine l'estate è particolare. Fa ancora freddo, piove. Howe stavolta non vince, fa 20"82 e finisce secondo dietro all'ecuadoregno Quinorez. E' l'addio ai sogni olimpici, non senza polemiche.

 

L'anno passato, a Pergine non si è corso. Il meeting ritorna il prossimo 3 agosto e ieri, a Milano, ecco la notizia: per essere certo della presenza a Zurigo, Andrew Howe dovrà dare prova di efficienza nei 200 metri di Pergine. Ancora. Di nuovo. Sperando con maggior fortuna delle due precedenti uscite.

Ed il Meeting Internazionale della Valsugana, sarà crocevia azzurro anche per altri, per la veronese Gloria Hooper, per i protagonisti delle staffette veloci e, perchè no, magari anche per Marta Milani, ottocentista la cui convocazione è al momento congelata in attesa di un riscontro agonistico positivo.

 

Tutti a Pergine dunque, il 3 agosto. Tutti a vedere Howe e gli altri (aspiranti) azzurri: la Valsugana e tutto il Trentino torneranno di nuovo al centro dell'attenzione generale. Sperando, che per una volta, non piova.

 

 

Nell'immagine di Giancarlo Colombo / FIDAL, Andrew Howe al traguardo dei 200 metri al Golden Gala del 2010

 

 

 



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