Palmisano di bronzo a Budapest

20 Agosto 2023

L'olimpionica di Tokyo (1h27:26) che si allena a Roma con Parcesepe, sale sul podio iridato a Budapest con una gara di straordinaria intelligenza tattica: "Tutto nella testa"
Gioia laziale nella marcia ai Mondiali di Budapest. Arriva la seconda medaglia per la squadra italiana ai Mondiali di Budapest: dopo l'argento centrato ieri sera da Leonardo Fabbri nel getto del peso, ecco il bronzo di Antonella Palmisano, terza nei 20km di marcia (1h27:26) con una prova di incredibile equilibrio e sofferenza, a spezzare l'incantesimo di due anni di infortuni e lacrime. Una caduta all'undicesimo chilometro fa rabbrividire per le possibili conseguenze, ma l'azzurra reagisce, mostra gli occhi della tigre, e quando la spagnola Maria Pèrez, a tre chilometri dal traguardo, si invola verso l'oro (1h26:51), riesce a mantenere la calma, conquistando il terzo gradino del podio (argento all'australiana Jemima Montag, 1h27:16). Una prova ad eliminazione, questa gara sui 20km, nella quale le migliori hanno preso subito il comando (in testa fin dal via le sette pronosticate), restando compatte fino all'azione decisiva, avvenuta tra il sedicesimo e il diciassettesimo chilometro. “Quello che conta è la testa - ricorda la Palmisano - ho imparato in questi due anni a vedere tutto il bello che c'è intorno a me, senza concentrami sui problemi. Ora so che posso andare avanti al meglio, ora l'appuntamento è con l'Olimpiade, c'è Parigi dietro l'angolo“.

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E poi, Palmisano, che si allena a Roma con Patrick Parcesepe, prosegue nel raccontare e raccontarsi: “Cadere e rialzarsi, è un concetto perfetto per la giornata di oggi, dopo la caduta alla boa - parola della tarantina di Mottola - mi è quasi servito perché in pochi secondi mi ha fatto vedere tutto quello che ho passato in due anni. Mi ha dato una carica che non mi ha aspettavo. Ho passato momenti in cui non vedevo più la luce. Momenti in cui il mio allenatore Patrizio Parcesepe mi diceva ‘pensa alla persona, e se non è il caso di continuare fermiamoci’. Quello che sto vivendo adesso è tanta felicità, tanta gioia: ho dimostrato a me stessa, e a lui, che l’atleta c’è, e anche la persona. Con qualche acciacco, ma ci sono. E possiamo sognare Parigi 2024”. Sulla gara: “Due momenti decisivi. Sicuramente la caduta, e poi quando hanno dato il cambio secco di ritmo: lì mi sono detta che avrei potuto prendere il terzo posto. Lo volevo tanto, non mi sono accontentata“. Il ricchissimo palmarès della pugliese (oro olimpico a Tokyo, bronzo mondiale a Londra 2017 e bronzo europeo a Berlino 2018) si arricchisce di nuovo metallo prezioso, in attesa dell'appuntamento a cinque cerchi, che la vedrà affrontare la prova da "defending champion".




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