FdS: Tortu e Berruti a confronto

13 Ottobre 2019

Due generazioni di fenomeni a confronto: Filippo Tortu e Livio Berruti hanno scritto in epoche diverse la storia dello sprint azzurro, eccoli a confronto al Festival dello Sport

Due grandi campioni dell’atletica a confronto in Sala Depero. Livio Berruti è uno dei grandi del passato, medaglia d'oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960. Filippo Tortu è la nuova stella azzurra. È stato il primo italiano a scendere solo alla barriera dei dieci secondi nei 100 metri, ed ha recentemente raggiunto un brillante settimo posto ai Mondiali di Doha.

Livio Berruti da piccolo ha cominciato con il tennis. “Ma non mi dava soddisfazioni. A scuola il mio insegnante mi spinse a provare il salto in lungo e il salto in alto. Poi ho iniziato a correre, vinsi fin dalle prime gare. Sui 100 metri ero poco sicuro di me stesso, mi dava fastidio quando facevo falsa partenza. I 200 metri, invece, mi davano la possibilità di partire con più serenità”.

I ricordi di Livio tornano indietro alla gloriosa gara di Roma. “Nella finale olimpica non feci il riscaldamento, avevo bisogno di recuperare le energie dalla semifinale. Utilizzai le mie vecchie scarpe bianche che tanto mi piacevano, e a fine gara il responsabile dell’Adidas mi redarguì”.

Per il giovane Tortu, Berruti è un grande esempio da seguire. “Ho iniziato a correre sognando di diventare come lui. Da piccolo guardavo i suoi filmati. Non sarò aggraziato come lo era Livio, ma ho sempre cercato di imitarlo. E come dice lui, lo sport prima di essere un sacrificio deve essere gioia e passione”.

Quando si parla di atletica un pensiero non può che andare a Pietro Mennea. Gli ospiti e il pubblico lo hanno ricordato con passione. “Un po’ mi rivedo in Mennea - ha affermato il giovane velocista - lo conobbi da piccolo, per me è un grosso punto di riferimento per la mia carriera”.

Tortu è stato il primo italiano a scendere sotto il muro dei dieci secondi (9’99’’ l’anno scorso a Madrid), e agli ultimi Mondiali ha portato in finale l’Italia dopo 32 anni. “Dopo la batteria ero arrabbiato. Non potevo deludere la mia famiglia che era venuta a vedermi. Ho trovato mille motivazioni per correre il più veloce possibile, e alla fine ho trovato un bel settimo posto. Peccato non essere andati in finale nella staffetta 4x100, nonostante il nuovo record italiano”.

 

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