Bondarenko vince, Chesani convince



Il campione del Mondo trionfa ma si ferma a 2,31; il trentino strappa applausi tentando il record italiano. Cadono quattro primati del meeting e Matteo Galvan regala un successo azzurro. Grande spettacolo a Rovereto per il Palio numero 49

Si potrebbe aprire dicendo che entrambi hanno mancato l'appuntamento con il rispettivo record, ma in fondo sarebbe decisamente ingeneroso nei loro confronti. Perchè i record sono tali proprio per la difficoltà intrinseca e spesso già il provar a confrontarcisi è motivo di valore. A maggior ragione quando l'intera stagione è ormai alle spalle, le energie fisiche e mentali sono ridotte al lumicino e c'è qualche scricchiolio in quella macchina che si vorrebbe sempre perfetta ma che tale non è, il corpo. Ed allora non resta che tributare altri applausi tanto a Bohdan Bondarenko quanto a Silvano Chesani, protagonisti principali della gara più attesa del 49imo Palio Città della Quercia, il salto in alto.

 

Due cammini opposti li hanno portati ad occupare il gradino più alto e più basso del podio roveretano, due diverse filosofie alla base delle rispettive prove. "Il maggior risultato con il minimo sforzo" è stato il motto dell'airone ucraino che è entrato in gara a 2,24 con la tuta ancora addosso (proprio come alle qualificazioni di Mosca) e ha poi messo al sicuro il successo a 2,31. Due salti e vittoria in cassaforte. A quel punto ci ha provato a 2,36: due tentativi per provare a scrivere il suo nome nella storia del Palio (il record è detenuto da Voronin e Kemp a 2,35) ma senza successo. Ed allora fisico e mente (forse già in vacanza) gli hanno suggerito di non insistere oltre.

 

"Chi la dura la vince" è stato invece lo slogan di Chesani. Il poliziotto trentino non ci stava ad interpretare la parte del comprimario davanti al suo pubblico e non ha lesinato energie: un errore già a 2,19, due a 2,24 per poi superare i 2,28 alla seconda prova e rinunciare a 2,31 per andare all'attacco del record italiano a 2,34. Tre salti (i primi due davvero interessanti) per far capire come il primato sia nelle sue corde, magari quel giorno in cui Chesani riuscirà a superare senza troppi patemi le quote più basse e ritrovarsi così maggiori energie nei momenti topici della gara. Il cammino di Silvano ha esaltato la "curva sud" dello Stadio Quercia: per lui un 2,28 fatto a settembre al termine di una stagione avviata con la parentesi indoor da record è risultato da sottolineare eccome. E mentre Bondarenko calamitava l'attenzione nella pedana dell'alto, tutte le altre vicende del Palio si snodavano sul resto dell'anello, proponendo ben 4 nuovi primatisti del meeting roveretano.

 

Due ragazze e due ragazzoni si sono spartiti gli onori in una serata che ha proposto quasi tutte gare di altissimo livello. La prima a riscrivere la storia del Palio è stata l'ucraina Maryia Ryemyen, già protagonista nell'edizione dello scorso anno e capace di far valere il suo curriculum da campionessa europea correndo i 200 metri in 22"67, due centesimi meglio di quanto fatto nel 2000 dalla giamaicana Beverly McDonald e a meno di un decimo dal primato personale; il tutto lasciandosi alle spalle anche la statunitense Tiffany Townsend, la terza al mondo nelle graduatorie stagionali 2013. Il secondo record in gonnella cade in chiusura di meeting, quando sugli ostacoli alti si scatena la russa Yuliya Kondakova, pronta ad annichilire le due giamaicane Bliss e Williams con un 12"80 che non ammette repliche, anzi: due anni fa Yvette Lewis a Rovereto era stata capace di 12"87, ieri sera il record le è stato tolto di mano. Spazio quindi agli uomini, a partire dal bulgaro Georgi Ivanov, capace di piazzare tutti i propri lanci validi (5 su 6) al di là del precedente primato del Palio, il 20,11 del bielorusso Belov (2004): al termine dell'inarrestabile progressione la misura migliore è un 20,75 che acuisce nel balcanico le recriminazioni per una finale mondiale interpretata non da protagonista.

 

E poi tocca a Kenston Bledman, massiccio sprinter di Trinidad e Tobago, protagonista della gara più veloce e discussa della serata, i 100 metri. Premessa: quando i velocisti della serie principale si preparano ai blocchi la serie B era già stata vinta dal giamaicano Julian Forte in 10"15. Pronti, via e prima (lampante) partenza falsa: cartellino rosso sventolato in faccia allo statunitense Dempf. Si riprova. Pronti, via e altra falsa, meno evidente. Stavolta i giudici indicano proprio in Bledman il colpevole, ma il caraibico non ci sta, si lamenta, vuole rivedere le immagini, si sbraccia, discute con l'arbitro di partenza e alla fine ottiene di correre, sub judice. Il terzo tentativo è quello buono ed il trinidegno semina tutti fino a raggiungere il traguardo in 10"04, nuovo record del Palio, un centesimo in meno rispetto a Steve Mullings. Dietro di lui, staccatissimi, gli altri, con Calesio Newman a fare 10"16. O forse no, perchè dopo aver rivisto il tutto i giudici decidono di squalificare nuovamente Bledman, cosa che spalancherebbe le porte del successo all'incredulo Forte.

Sì, no, forse, mah, boh: fatto sta che alla fine tra un ricorso, una lamentela ed un giudizio Bledman viene riammesso in classifica e così anche il quarto record può dirsi migliorato. Ma attenzione, il Palio non è certo finito qui, anzi. Perchè tutte le gare hanno detto qualcosa di interessante, a cominciare dai 400 metri che hanno regalato l'unico successo di giornata ai colori azzurri, grazie al solido e sempre più convincente Matteo Galvan, capace ancora di 45"55 per superare al fotofinish il giamaicano McDonalds (argento mondiale nella 4x400) e aggiungere altri applausi ad una stagione più che lodevole.

 

Purtroppo la serata roveretana non ha ispirato a dovere anche il trentino Marco Lorenzi che ha chiuso in un 47"23 piuttosto lontani dai tempi attesi, forse da lui in primis. La distanza doppia è stata invece affrontata senza troppi patemi da un'altra star della serata roveretana, lo statunitense Nick Symmonds, vice campione iridato degli 800 metri e protagonista principale della gara vinta in tutta tranquillità sul piede dell'1'44"75, un paio di secondi in meno rispetto all'1'44"67 che ha piazzato il trentino Giordano Benedetti in quarta piazza al termine di un rettilineo finale meno incisivo del solito, anche per le tossine della vittoriosa prova di domenica a Padova. Al femminile è stata invece l'ucraina Natalya Lupu a mettere tutte d'accordo in 1'59"92 al termine di due giri che hanno promosso Marta Milani (settima in 2'02"14) e soprattutto Margherita Magnani finitale nella scia in un 2'02"84 che ne sgretola il precedente primato.

 

E poi c'è stata la tripletta cubana, aperta dalla discobola Yarelys Barrios (bronzo mondiale a Mosca) con un agevole 62,39 e proseguita quindi dall'ostacolista Omar Cisneros che anche a Rovereto ha avuto modo di scaricare sulla pista parte della rabbia per il quarto posto iridato correndo in un sontuoso 48"51 per poi cedere il palcoscenico al triplista Pedro Paulo Pichardo (argento ai Mondiali) che ha dovuto ricorrere agli straordinari per atterrare a 16,83 e frenare l'ardore del lombardo Fabrizio Schembri, ancora in grande condizione ed il primo ad accendere la gara con un incisivo 16,58. Gli ultimi scampoli sono invece tutti per l'etiope Muktar Edriss, già eccellente protagonista da queste parti nel cuore dell'inverno con l'irresistibile assolo al Cross della Vallagarina. Dopo una prima parte di gara non troppo intensa, Muktar e Ayalew decidono di aumentare il ritmo ma è nell'ultima tornata che si decide il tutto, grazie al perentorio parziale di 55" di Muktar che mette fine alle discussioni: il 13"15 finale dice tutto di quello che sarebbe potuto essere con un'andatura più sostenuta sin dal via.

 

E' tutto, o quasi. Perchè ci sono stati anche applausi tedeschi per l'astista Kristina Gadshiew salita a 4,61 (nuovo primato personale) e russi per Anna Pyatykh, prima donna nello scarno triplo femminile con 13,71, ma anche tanti abbracci trentini per la padrona di casa Isabel Mattuzzi e per il clesiano Lorenzo Pilati, capaci entrambi di togliere una mezza dozzina abbondante di secondi dai rispettivi personali nei 1500 metri under 23: 4'37"48 per la roveretana e 3'54"82 per il noneso; nella serata delle stelle c'è stato posto anche per loro. Così come per tutti gli altri trentini scesi sulla pista roveretana: Cecilia Cattoni nei 3000 siepi, Davide Deimichei nei 100, Peter Lanziner nei 5000, Doris Tomasini nei 200, Alice Endrizzi nei 1500 e Lorenza Canali negli 800 metri. Ed ora non resta che attendere 364 giorni per vivere l'edizione numero 50, ma prima a Rovereto, tra il 18 ed il 20 luglio prossimi, sbarcheranno i Campionati Italiani Assoluti.

 

Tutti i risultati del Palio sono disponibili all'indirizzo: http://www.fidal.it/risultati/2013/COD4034/Index.htm



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