L'Italia è regina europea della corsa in montagna



Ad Arco nella Castle Mountain Running valida per il Campionato Europeo trionfo per i gemelli Dematteis, Cesare Maestri ottimo quinto e Davide Magnini argento tra gli junior

L'Italia è ancora regina della corsa in montagna: Martin Dematteis è il nuovo campione europeo, incoronato dal gemello Bernard che sul rettilineo finale lo attende e gli cede il trionfo continentale per una doppietta da libro Cuore. E' l'immagine finale e sublime di una mattinata trionfale, con i Campionati Europei di Arco (Trentino) ad esaltare i colori azzurri: l'Italia è campionessa europea a squadre sia al maschile (22ima volta su 23 edizioni) che al femminile, doppio argento invece tra gli junior. A livello individuale fioccano le medaglie con l'uno-due dei gemelli Dematteis preceduto dall'argento di Alice Gaggi ed il bronzo di Sara Bottarelli tra le senior e gli argenti di Davide Magnini e di una sorprendente Giulia Zanne tra gli junior. Semplicemente un trionfo.

 

IL PALCOSCENICO - Teatro di gara è la Castle Mountain Running, innovativa versione della corsa in montagna che nasce dal centro cittadino: partenza ed arrivo nel cuore di Arco (85 m slm) con un tracciato che conduce prima attraverso il Castello di Arco che domina il Garda Trentino in vetta alla celebre rocca, quindi dopo un primo passaggio sul traguardo, sul vicino Monte Colodri, paradiso per gli amanti dell'arrampicata. Per la gara senior maschile, dopo gli 8540 chilometri del giro completo, ulteriore appendice con la seconda salita in vetta al castello per complessivi 12,5 chilometri di gara.

 

SENIOR MASCHILE - E' l'ultima gara del programma, la più attesa. Ma dopo poche centinaia di metri, giusto il tempo di iniziare a salire, il canovaccio si svela: troppo evidente la superiorità di Bernard Dematteis perchè la bagarre sia accesa. Con il passare dei chilometri il turco Ahmet Arslan, già sei volte campione continentale, vede allontanarsi definitivamente il campione cuneese per poi cedere strada anche ad uno scatenato Martin che dopo la metà gara ha ormai messo al sicuro la piazza d'onore. Dietro gli altri due azzurri Cesare Maestri e Xavier Chevrier si tengono a ridosso del podio cementificando di fatto il dominio italiano nella classifica per nazioni.

L'ultima salita al Castello di Arco è quella decisiva, dove il cuore e l'amore hanno la meglio sull'agonismo: Bernard, forte di oltre 20" di vantaggio chiede al coordinatore federale Paolo Germanetto che divario ci fosse tra il gemello Martin ed Arslan, rassicurato, nella picchiata finale rallenta con il tricolore in mano ed aspetta l'arrivo del fratello, affrontando con lui in parata il rettilineo finale prima di concedergli l'onore del trionfo. 

Un gesto fortemente simbolico, che prende spunto da quel drammatico maggio 2015 quandol Matteo, figlioletto di Martin, era venuto a mancare dopo soli undici mesi di vita. Da lì era iniziato un periodo buio per Martin, che il fratello Bernard ha voluto simbolicamente chiudere oggi incoronandolo campione europeo.

Poco dietro, terzo posto per Aslarn, seguito dal britannico Andrew Douglas con il trentino Cesare Maestri in quinta posizione nel giorno del debutto nella nazionale maggiore: inutile fare di conto per sancire il trionfo azzurro nella classifica a squadre; il tutto senza tirare in ballo il settimo posto di uno Xavier Chevrier che settimana prossima vestirà nuovamente l'azzurro nella mezza maratona degli Europei di Amsterdam. Italia dunque imprendibile nella classifica per nazioni, il secondo posto va alla Repubblica Ceca che precede la Gran Bretagna.

 

SENIOR FEMMINILE - Emmie Collinge era la grande favorita della gara femminile e la britannica di casa in Valtellina non ha tradito le attese, dominando la scena sin dalla prima salita per poi tagliare il traguardo in 43'41. Ma dietro di lei il resto del podio è tutto tricolore grazie alla generosa prova di un'Alice Gaggi extralusso, seguita come un'ombra dalla sorprendente bresciana Sara Bottarelli, ormai una certezza anche a livello internazionale. Una gara attenta e gagliarda, quella delle due ragazze azzurre medagliate, così come quella della camuna Valentina Belotti, in difficoltà nella seconda parte di gara ma comunque capace di confezionare un sesto posto che certifica il trionfo a squadre dell'Italia; dodicesima quindi l'esperta trentina Antonella Confortola. Nella classifica per nazioni, Italia sale sul trono davanti a Gran Bretagna e Repubblica Ceca.

 

JUNIOR MASCHILE - La prova under 20 maschile è tutta un confronto tra Italia e Turchia: i turchi partono forte sulla spinta di Ferhat Bozkurt e Mustafa Goksel ma dietro il trentino Davide Magnini prima e l'altoatesino Daniel Pattis poi si riportano progressivamente sotto. Nel cuore della gara Goksel prende il largo ma Magnini si riporta su Goksel: in salita l'azzurro ne ha di più, ma nella discesa che conduce al traguardo nel centro di Arco Goksel scappa via, salvo poi finire la benzina nel lungo rettilineo finale, permettendo ad un velocissimo Magnini di superarlo proprio sulla linea d'arrivo per mettere così le mani sull'argento due anni dopo il trionfo, sul medesimo tracciato nella WMRA Youth Cup 2014. Oro dunque per Bozkurt (39'00), argento per Magnini e bronzo per Goksel con un ottimo Pattis ai piedi del podio: il terzo turco Sari (12imo) fa meglio degli altri azzurrini Andrea Rostan (14imo) e Samuele Nava (15imo) e così il titolo per nazioni va alla Turchia davanti ad Italia e Francia.

 

JUNIOR FEMMINILE - Che la giornata potesse essere speciale per i colori azzurri lo si poteva capire sin dall'inizio: mai le junior femminili azzurre erano riuscite a salire sul podio, impresa che invece riesce alla bresciana Giulia Zanne (19'08), seconda alle spalle dell'imprendibile  ceca Michaela Stranska (18'03) per conquistare un argento storico che si ripete anche nella classifica a squadre complici l'ottavo posto di una positiva Francesca Franchi ed il diciassettesimo di Giulia Murada; ventiseiesima invece la quarta azzurra in gara, Lorenza Beccaria; l'oro per nazioni va alla Gran Bretagna, il bronzo alla Repubblica Ceca.

 

Quattro gare che tratteggiano la giornata storica della corsa in montagna azzurra, sempre più regina del panorama europeo ma non solo: lo spettacolare tracciato di Arco, così vicino al cuore cittadino, così intriso di storia, tradizione e innovazione ha confezionato una mattinata semplicemente esaltante per il movimento italiano. Nonostante la pioggia, caduta abbondante nel cuore della mattinata, la macchina organizzativa della Garda Sport Events ha saputo proporre uno spettacolo qualitativamente e agonisticamente importante, in grado di spostare un po' più in là gli standard organizzativi dei grandi eventi della corsa in montagna.

 

E così, mentre in zona arrivo risuonano alte le urla italiane, scende il sipario sulla ventitreesima edizione del Campionati Europei di corsa in montagna, il cielo sopra Arco ora non è più grigio, ma sempre più azzurro.

 

 



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