TOKYO: BELLO’ AVANTI NEGLI 800, FINALE PER TAMBERI E ALA ZOGHLAMI

30 Luglio 2021

tokyo bello avanti negli 800 finale per tamberi e ala zoghlami

Parte con il piede giusto l’avventura dell’atletica azzurra all’Olimpiade. Nella prima sessione di gare, durante la mattinata giapponese, sorride la vicentina Elena Bellò, prima veneta a scendere in pista a Tokyo, promossa alla semifinale degli 800 (2’01”71). E raccolgono applausi i poliziotti Gianmarco Tamberi e Ala Zoghlami, ammmessi alle finali dell’alto (2.28 al secondo tentativo) e dei 3000 siepi (8’14”06).    

BELLO’ -  Applausi per Elena Bellò, che dimostra ancora una volta di essere cresciuta e di saper affrontare, con intelligenza tattica, le prove cosiddette "di campionato". L'azzurra è nella sesta batteria, e valutato l'andamento troppo lento della corsa, sceglie di andare a condurre, passando ai 400 in un sollecito 59”51; nel finale lascia sulla pista qualcosa, come ovvio, finendo al sesto posto (vince la britannica Reekie, 1’59”97), ma il suo 2’01”07 è sufficiente per passare il turno con i tempi di recupero. E' promozione alla semifinale di domani sera (appuntamento alle 13.50 italiane), dove con ogni probabilità si finirà per correre molto più velocemente: nel round, solo in due scendono al di sotto dei due minuti, la già citata Reekie, e la giamaicana Goule, 1’59”83. “Speravo di chiudere un po’ meglio – ha commentato la vicentina – ma non importa, contava solo passare il turno. Ho scelto di andare in testa perché sapevo che con un crono intorno ai 2’01” avrei ottenuto la promozione, e così è stato. Sono sicura di me, con un ritmo regolare, senza cambi di ritmo, riesco ad andare meglio; per andare davvero bene, però, spero domani in un grande tempo”.

TAMBERI - Missione compiuta. Gianmarco Tamberi centra l'appuntamento con l'agognata finale olimpica, superando i 2.28 (al secondo tentativo a disposizione) utili per entrare tra i primi dodici. Alla fine, in realtà, sono tredici a superare questa quota e ad approdare alla finale di domenica sera (alle 12.10 italiane, le 19.10 di Tokyo), perché composta la pattuglia, i giudici scelgono di evitare di salire ancora, ammettendo al turno per le medaglie un uomo in più rispetto al previsto. Tamberi, uno che non ama le gare al mattino, getta il cuore oltre l'ostacolo e valica senza errori i 2.17, 2.21 e 2.25. Con tre centimetri in più, a 2.28, il marchigiano delle Fiamme Oro colleziona il primo errore della prova, ma rimedia subito, superando l'asticella al secondo dei tre tentativi a disposizione. E tanto basta per chiudere la partita. Fanno percorso netto solo il qatarino Barshim, il canadese Lovett, e nell'altro gruppo, il russo Akimenko (mentre il bielorusso Nedasekau, uno dei favoriti per il podio, spende tutti e tre i salti per superare i 2.25, e due a quota 2.28). Dunque, domenica sera (all'ora di pranzo italiana) Tamberi affronterà la gara più attesa della sua vita, come lui stesso l'ha definita alla vigilia. E si troverà davanti praticamente tutti gli avversari più forti. “Oggi l’obiettivo era entrare in finale – dice l’azzurro – ma ammetto che speravo di ottenere in pedana dei riscontri diversi. So di stare molto bene, che posso saltare molto alto, ma oggi purtroppo non sono riuscito ad ottenere quello che mi auguravo. Ora rivedremo i salti, analizzeremo ciò che non è andato bene, e cercheremo di modificare qualcosa in vista della finale”. Non usa mezzi termini, per valutarsi: “In pedana mi sono detto: mamma mia che schifo! Dal primo all’ultimo salto non ho fatto quello che avrei dovuto. Oggi volevo andare in finale e ottenere un salto buono; il secondo obiettivo non è stato raggiunto, anche per l’avvicinamento verso le Olimpiadi, che è stato terribile; non parlo degli ultimi 20 giorni, ma dell’estate che ho vissuto, saltando male praticamente sempre. Ma, ripeto, so di poter saltare molto alto, non voglio nemmeno pensare troppo agli errori, devo solo far bene. Probabilmente quando corro veramente forte, in gara, non riesco a star dietro al salto. Chissà, magari andrà come mi è successo altre volte in passato: basterà un salto ben riuscito per sbloccarmi, come a Portland (ai Mondiali indoor vinti nel 2016, ndr)”. L’emozione la provano anche i campioni affermati come Tamberi: “All’ingresso c’era una tenda che nascondeva lo stadio, poi entrando ho ripensato a tutto quel che ho dovuto fare per essere qui… ora sono qui, e voglio godermi questa magia”.

ALA ZOGHLAMI – Due azzurri nella finale olimpica dei 3000 siepi, a rinverdire fasti nella specialità che mancavano da troppo tempo. Con Ahmed Abdelwahed (qualificazione diretta, terzo nella seconda batteria) passa Ala Zoghlami, capace dell'ottavo tempo complessivo tra i 41 arrivati. L’atleta delle Fiamme Oro firma il primato personale correndo in un eccellente 8’14”06, settima prestazione italiana di sempre, con un progresso di oltre tre secondi rispetto all'8’17”65 realizzato quest'anno. Il palermitano è bravissimo nell'interpretazione tattica della gara, e alla fine è quarto, appena fuori dalla zona di promozione diretta (l'etiope Girma taglia per primo il traguardo in 8’09”83). Comunque, sorrisi anche per lui: “La gara è andata come volevo, sapevo di valere il mio primato, perché l’avevo ottenuto agli Assoluti, ovvero in una gara non di questo livello; ho dato tanto per correre in 8’14”, e si è visto. Lo stadio vuoto mi ha fatto una strana sensazione, ma poi  vedere i cartelli di Tokyo 2020 mi ha dato l’energia che cercavo” (da fidal.it – foto COLOMBO/FIDAL).

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