Meucci e Pertile, il riposo dei guerrieri

22 Agosto 2015

I due azzurri arrivano a Casa Italiana Atletica dopo la maratona mondiale. Pertile dopo il quarto posto: "Credevo nella medaglia, ho fatto una grande maratona", Meucci, ottavo: "Peccato per il mal di stomaco, le gambe giravano"

Erano attesi, non sono voluti mancare. Daniele Meucci e Ruggero Pertile, i primi due azzurri scesi in campo - anzi, in strada - in questi Campionati Mondiali 2015 di Pechino, sono arrivati a Casa Italiana Atletica dopo la fatica della maratona. Il riposo dei guerrieri, qualcuno potrebbe dire, ed infatti i due long runners si dimostrano determinati anche dopo la conclusione della loro fatica. 

Ad accoglierli niente meno che chef Giancarlo Vissani, immediatamente uscito dalla cucina per battera una pacca sulla spalla ai ragazzi. "Questi sì che si sono meritati uno dei miei piatti!" ha esclamato l'irruente umbro, inscenando un siparietto con i due - più riservati - corridori, e sfoderando il Tricolore tenuto in serbo per l'occasione.

Pertile, che a 41 anni ha celebrato il quarto posto e il migliore risultato della carriera, si lascia andare a qualche confidenza: "Mi dispiace per la medaglia perchè io ci ho creduto dallo spare ed era quasi a portata di mano (appena 53 secondi, ndr).

Ho corso a ritmo regolare, vedevo gli africani in difficoltà per il gran caldo: in maratone così, e io lo so bene, bisogna gestire le energie con il bilancino di precisione. A Rio 2016 saranno 42 chilometri e 195 metri complicati come questi. Ogni maratona è una storia che bisogna saper leggere, e io, ormai, ho imparato a farlo bene". 

"In Daniele ho trovato un ottimo compagno di allenamento. Io, veneto DOC, ormai sto diventando un po' toscano a forza di correre con lui. Ci si aiuta e carica a vicenda e sono convinto che lui abbia davanti a sè un gran futuro in cui potrà anche mettersi al collo altre medaglie. Ha tutte le carte in regola per riuscirci".  

Daniele Meucci: "Quel problema al 32° chilometro proprio non ci voleva! Mi sono dovuto fermare, ho perso quasi un minuto e mezzo, quando io e Ruggero stavamo portando la gara proprio dove volevamo. E dire che mi sentivo benissimo, avevo ancora energie, ma in quel modo davvero faticavo ad andare avanti. E in effetti ho finito in gran rimonta, segno che il serbatoio era ancora pieno. Sono tra i primi otto al mondo, tutta esperienza guadagnata per Rio 2016 e il mio futuro da maratoneta".

"Ruggero? Sapevo che stava molto bene perchè ci alleniamo insieme. Lo sto toscanizzando, niente paura".



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