E' di Massimo Stano il secondo oro olimpico pugliese dopo zar Pietro

05 Agosto 2021

E Palo del Colle è in festa
IL TRIONFO DELL’UMILTA’. Massimo Stano è Campione Olimpico! Da Palo del Colle, piccolo centro del barese di sole 21mila anime, alla lontanissima Sapporo, dall’altra parte del mondo. La medaglia d’oro sui 20 km di marcia è sua, senza ombra di dubbio e senza tema di smentite nonostante alla vigilia fosse accreditato di posizioni di rincalzo, chiuso nel pronostico dai rivali con gli occhi a mandorla che a Sapporo avrebbero marciato sulle strade di casa. Lui è stato più determinato di tutti, consapevole delle proprie qualità che neanche i recenti problemi fisici hanno limitato nel corso della gara olimpica. Con il piglio del fuoriclasse e la sicurezza del campione di razza, Massimo ha sgretolato la concorrenza dei padroni di casa, il campione del mondo in carica Yamamishi in testa, ma anche quella di cinesi e spagnoli prima di tagliare il traguardo mimando il gesto del “bebè”, pollice in bocca a dedicare il trionfo a cinque cerchi alla piccola Sophie, scricciolo di sei mesi nato dall’amore con la sua Fatima.

TROFEO PUGLIA DI MARCIA. Pochi sanno però che la Puglia è anche terra di marciatori  e madre di quel “Trofeo Puglia di Marcia” fortemente voluto e ideato dal tecnico Tommaso Caravella e sostenuto dall’allora presidente regionale della Fidal, Angelo Giliberto, oggi numero uno del Coni regionale, e poi ripreso con egual passione e vigore dal suo successore Giacomo Leone, da cinque anni alla guida dell’Atletica “made in Puglia”. In meno di un decennio quel progetto ha portato sul tetto del mondo specialisti del “Tacco & punta” del calibro di Massimo, di Francesco Fortunato, oggi 15° al traguardo di Sapporo, e di Antonella Palmisano che seguiremo domani mattina nella stessa gara al femminile. Tre campioni per tutte le stagioni, nati e cresciuti a “pane e marcia” sulle strade e sulle piste di Puglia prima di assurgere ai fasti mondiali. Ma dietro il trio delle meraviglie tanti sono i talenti pronti a spiccare il volo sulle orme dei tre campioni da emulare.
 
IL GIORNO DELLA CONSACRAZIONE. Il trionfo di Tokyo 2020 è forse il premio più giusto per chi, come Massimo, in 20 chilometri ha saputo riscattare anni di sofferenze, sacrifici ed infortuni prima del definitivo salto di qualità maturato nell’alveo protettivo di Patrizio Parcesepe, tecnico di provata capacità e umanità delle Fiamme Gialle artefice delle medaglie di Antonella Palmisano e della crescita di Francesco Fortunato
Me lo sentivo quest’oro. Le medaglie di Jacobs e Tamberi mi hanno dato una spinta in più, il ringraziamento va anche a loro” il suo commento a caldo. “È stata una gara veramente dura, c’era caldo e tanta umidità, come piace a me. Ho sperato che piovesse e ci fosse ancora più umidità perché so che in queste condizioni soffro meno degli altri. Non ho mai avuto ottime sensazioni in gara, anche se può sembrare strano. Negli ultimi due mesi per darmi coraggio mi ripetevo ‘sono il più forte, sono il più forte del mondo’, e anche in gara ho lavorato molto mentalmente. Mi ripetevo in testa di essere il migliore. Un mese e mezzo fa ho avuto un’infiammazione al bicipite, quindi abbiamo dovuto frenare un po’ con gli allenamenti. Per compensare quello che non ho guadagnato con il lavoro, ho dovuto lavorare a livello mentale. Questa strategia mi ha dato fiducia”.

IL MENTORE ZACCHEO. Massimo si avvicina all’Atletica all’età di 10 anni grazie ad una borsa di studio scolastica con la quale Giovanni Zaccheo, uno dei “Guru” del tacco&punta pugliese, riesce a portarlo nella sua Fiamma Olimpia Palo, vero e proprio serbatoio di giovani talenti del barese. “E’ sempre stato molto attento a quello che gli dicevo in allenamento fin da quando era ragazzino e quando capiva di aver fatto una cosa sbagliata cambiava subito registro. Non ho mai spremuto i miei atleti e la sua crescita è stata costante nel tempo. Per questo oggi è un atleta completo nonostante gli infortuni patiti” racconta Giovanni Zaccheo. Con Giovanni, Massimo rimarrà dai 10 ai 21 anni, vestendo anche la maglia dell’Atletica Aden Exprivia Molfetta prima della definitiva sistemazione nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro. Cresce atleticamente e agonisticamente sulla pista dello Stadio Paolo Poli di Molfetta sotto la guida dello stesso Zaccheo fino all’argento europeo di Tampere nel 2013, anno che segnerà il suo trasferimento a Sesto San Giovanni alla corte dell’ex azzurro Alessandro Gandellini dove vivrà il periodo più difficile della sua carriera.
 
MOLFETTA NEL CUORE. Con la canotta dell’Atletica Aden Exprivia Molfetta Massimo trascorre anni felici diventando ben presto uno degli atleti simbolo di tutto il movimento, sempre presente nelle occasioni importanti anche nella stagione che lo ha consacrato ai massimi livelli: “E’ un ragazzo d’oro permeato di abnegazione e rispetto per i colori dell’Aden Molfetta – Antonio Ferrara, direttore tecnico della società molfettese. La sua è una medaglia partita dal basso, da una cittadina di provincia, in una famiglia umile e attraverso il compimento di tanti sacrifici. Con noi non si è mai tirato indietro, ha risposto presente sempre, anche quando è diventato atleta di valore internazionale ed in questa strana stagione agonistica ha difeso i nostri colori a Roma in occasione della fase interregionale dei societari e li difenderà anche in settembre nella Finale Argento dei societari che avrà luogo a Palermo”.
 

Roberto Longo



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